Volevo registrare un miab in concomitanza con il ponte del 1 maggio.
Ma al momento sono a letto, senza voce e respiro.
No, niente allergia solo mal di gola e raffreddore... della serie "mai una gioia".
Eppure in questi due giorni, ho passato circa una giornata con un ragazzo adorabile, e poi con la mia piccolina.
Insomma, la serenità dovrebbe essere a livelli alti, eppure mi sento più depressa del solito.
Non solo incazzata per essere senza voce.
Ma quella sensazione di vuoto, sono stata bene, eppure è stato come se... puff...non mi avesse aiutato a vedere con più luce la primavera.
Martedì sera, quando ho visto la mia collega di volontariato, con il pancione, incinta da sei mesi, sei mesi in cui non mi sono accorta di nulla, ci sono rimasta....perplessa.
Soprattutto perchè non credevo che lei desiderasse avere figli.
Però riflettendoci, qualcuno potrebbe pensarlo pure per me, per quanto sia esageratamente protettiva verso i miei amici.
E a rifletterci, ne ho tanti di amici che mi fanno preoccupare.
Sia per come mangiano, sia per il fatto che stanno male, nel ultimo anno ho cercato di pensare un po' più a me stessa, ma mi è inevitabile preoccuparmi per gli altri.
E inevitabilmente a queste notizie di gravidanza, mi è tornata in mente Ariel, la mia piccola Ariel, mia figlia, stretta tra le braccia in una visione circa dieci anni fa, quando ancora stavo insieme con Gianmarco.
Da allora mi sono prefissata, se mai avrò una figlia, si chiamerà Ariel, Ariel, non come la sirenetta disney, ma come lo spirito del vento de "La Tempesta" di Shakespeare.
Ariel, un nome di un angelo e a volte di un demone. letteralmente dal ebraico "Leone di dio"
Ma più mi vedo andare avanti da sola, incapace di trovare un compagno che resti, invece di usarmi come un giocattolo sessuale, senza un compagno fisso che mi ascolti oltre a parlare, mi chiedo se sarà effettivamente possibile che Ariel veda realmente la luce.
Certamente al momento, non ci vedo possibilità, al di là della presenza di un partner fisso, c'è il fatto che non trovo lavoro, che vivo ancora con i miei.
Insomma, non ho una base fissa, dove crescere ed allevare un figlio.
Ma un po' di nodo alla gola, al di là di sto maledetto mal di gola resta.
Mi sono prefissata a fare un figlio più vicina ai 34 anni, come mia madre, ne ho ancora...6 per pensarci.
Ma non è una bella sensazione, non avere ancora un punto fermo per sollevare il mio mondo.
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