GDR:
Isla Calina
Chat: Spiaggia Nera
Descrizione Chat:
Grande spiaggia dalla sabbia nera come la notte, di origine vulcanica, che si estende molto all'interno dell'isola.
N.B. Sulla spiaggia vi sono i resti di una grande nave spiaggiata, il fianco destro completamente distrutto. Inoltre, su di essa vi è della carne rancida che ricopre la spiaggia di fetore.
21:31 Alatariel [Relitto]: <ascolta la risposta di Rudra mentre solleva la sciabola. La cala sulla carne del kraken che si è fusa allo scafo, la lama recide di netto, affondando nella carne macilenta; preme le labbra tra loro, indietreggiando di mezzo passo istintivamente. Rifà la stessa cosa poco dopo. Si volta nel sentire lo schiocco del legno che si spacca sotto il peso della forza di Rudra, e prende un respiro misurato di quell'aria malsana. Alla domanda implicita del costrutto l'elfa tende maggiormente il tessuto che le copre la parte inferiore del volto. Sorride> ... perché è nel mio sangue. <risponde, sollevando la mano libera a toccare i tatuaggi sul volto> Sono una sposa del mare, così come ce ne sono tante. Il mio amore... la mia devozione... va tutta all'abisso. Ai suoi capricci, ai suoi desideri. Al tocco della tempesta. <un nuovo colpo. Persino questi sono aggraziati, i movimenti fluidi, come fosse una danza. Ma non lo è: è un atto violento contro quello che, un tempo, era vitale> Navigherò finché avrò respiro. E forse... persino dopo. <lievemente ironica, anche se c'è qualcosa in quella frase che suona più come un timore, che una battuta. Punzecchia il tentacolo con la punta della spada, affondando e saggiandone la consistenza> E tu navigherai con Atreides, così come Tiresias navigherà con me. <stavolta non è nemmeno una domanda>
21:42 Rudra [Relitto]: <A mano a mano, il buco nel centro del ponte si fà sempre più largo e le assi marcite e cedevoli si piegano sotto il loro stesso peso, prive di struttura planare. Ci mette anche Rudra del suo quando, a colpi di martello, piega delle assi decisamente più indietro rispetto al nuovo bordo creato: ne sta saggiando alcune ancora buone, utilizzandole come fulcro e leva per poi prendere a mani nude quelle che fan da contorni del "buco", abbassandole lentamente. Cercherebbe quindi di piegarle per trasformarle in una "rampa" discendente in prossimità del Castello ove Alatariel sta recidendo pezzi su pezzi di Kraken, così da agevolarle il lavoro. Uno dei teli, pieno di legna, verrà infagottato e legato sulla schiena di Eandar per essere portato giù, nell'ultimo ponte e poi fuori, nei pressi del falò. Stessa sorte toccherà al secondo telo che Rudra si prodiga di disporre sotto la rampa appena realizzata, stavolta però saranno i pezzi di Kraken che ivi scivoleranno facilmente ad essere accolti -e successivamente bruciati insieme al legno marcio o irrecuperabile.> Istinto. <Così chiama Rudra quel sentimento contorto dettato dalla Natura dell'Elfa, descrivendolo in una sola parola in tutta la sua spartana entità di costrutto> Un sogno. <Aggiunge poco dopo con l'eterna voce metallica e cavernosa, gutturale e contrastante con un pensiero così puro e "capace" di apprezzare quella che egli sembra vedere come una "forma d'arte". Chiaro il dualismo, della parola Sogno a far riferimento ad> Atreides <Una pausa, a sancire la solennità del momento> Voglio che sia felice. <Sembra che glielo debba, non come "figlio, fratello" o altro, ma come essere vivo in debito col suo risvegliatore, con l'uomo che ha fatto tanto per lui.> Sì. <Aggiunge quindi alla considerazione finale dell'Elfa, sbucando con la mano del lungo braccio dalla buca, facendole segno di far scivolare pure i tentacoli sulla rampa improvvisata.> Poi, vedrò cosa fare della mia vita. <Ammette, senza mezzi termini, di non possedere un concreto progetto sul futuro. Un limite comune a molti, della sua razza.>
21:54 Alatariel [Relitto]: <sfodera anche la spada corta, con cui si aiuta nel tenere fermo il tentacolo. Taglia, con l'altra mano, fendenti decisi e colpi che penetrano nella carne, traendone icore dall'odore nauseabondo; questo non la spinge a fermarsi, se non per qualche breve pausa in cui si allontana per respirare l'acqua di mare. Ascolta, per il resto, il rumore dei due costrutti che lavorano e il suono particolare della voce di Rudra. Eadan è più silenzioso, lei non cerca di coinvolgerlo nella conversazione, soffermandosi sul discorso intrapreso con Quarantadue> Sentimento. <aggiunge, senza dare l'impressione di volerlo correggere. Nel sentirgli dire quelle parole riguardo Atreides abbassa le due armi, riprendendo fiato. Sgancia la camicia e se ne libera, limitando al massimo l'ingombro dato dai vestiti e restando con il consueto tessuto che copre e stringe i seni. Fa caldo, come sempre, non rischia certo un malanno> ... avevo un amico, un tempo. Era un umano. <inizia quel racconto, continuando a darsi da fare, senza dimostrare di temere la fatica pur avendo di certo un limite ben più costrittivo dei costrutti all'opera> Le madri non vedevano di buon occhio la cosa ma... lo incontrai quando ero una ragazzina. Ci vedevamo spesso, mi affezionai a lui. Lui invecchiava, io... no. <taglia un pezzo che cade sul ponte, con un tonfo attutito. Si passa il polso sinistro contro la fronte, tergendo il sudore> Alla fine morì. Credevo che avrebbe lasciato un vuoto, da qualche parte ma... col tempo, me ne dimenticai. Non ricordo più il suo volto, adesso. Né il suo nome... <morde il labbro inferiore da sotto la stoffa> Passano, come foglie strappate dal vento. Per me e per te... non è altro che un soffio, non rimane niente. Neanche la sua felicità.
22:00 Speranza [Fronde]: <Una passeggiata al chiaro di luna, aveva detto lui... per fortuna che la mezza c'ha visto lungo, vestendo panni maschili, pantaloni di cotone, camicia candida, infilati in stivali alti, e il busto cinto di un corpetto di pelle che sorregge e difende il tronco della mezzosangue, che va in giro con l'immancabile cinta degli strumenti, il pugnale nascosto nello stivale destro e lo zaino in spalla, sono partiti prima di cena e nello zaino qualche vivanda riposa> Lo zaino è pronto in spalla, le gambe sono pronte, il sole è una gran palla, che corre all'orizzonte <canticchia Speranza con quella filastrocca imparata da piccina, prima di mettere piede sul galeone paterno molti e molti anni prima>
22:07 Nathan: <nessuno ha mai detto alla sua compagna che sarebbe stato facile. Ma lui la guarda ammirato.>immaginavo che non veniste in crinoline. E ho visto giusto.<Stivaloni, pantaloni comodi e un una camiciona lunga bloccata in vita da una cinta. Bracciali di cuoio fino agli avambracci. La fidata frusta al fianco, accompagnata stavolta da una spada corta maneggevole. E affianca Speranza, guardandola sorridendo.> state attenta, non sappiamo cosa troveremo.< imponente, guardiano della donna, delicato ma una roccia agile. Anni di mare, porto, lotte, accademia ed eremi ne hanno mutuato l'essere, pronto a tutto.>
22:09 Rudra [Relitto]: <Iniziano, uno dopo l'altro, ad arrivare i pezzi che l'Elfa stacca dal tentacolame che occupa buona parte del castello: si mette comoda per lavorare, riprende fiato a tradire una mortalità sempre presente anche in esseri secolari. Dettagli che il Gigante non si fà mai sfuggire, dai quali sembra sempre rapito o quantomeno interessato.> Sentimento. <Ripete a pappagallo ad annotare la giusta parola, sì che in futuro adatti il lessico più adeguato e preciso. E giunge, infine, la storia che si dipana senza intoppi o interruzioni, ma solo accompagnata dai movimenti dei due costrutti intenti a svolgere il proprio compito. Cala un lungo silenzio, impalpabile, quando il finale sfocia nella conclusione dettata da Alatariel. Momenti scanditi dal solo cigolio della mano del Costrutto che si poggia sul proprio petto, come se cercasse un cuore che non ha> Non ricordo chi mi ha creato, o come mi diede la vita. <Alza il capo, ricercando dalla fine della rampa, la figura dell'Elfa con lo sguardo luminescente> Non sò perchè lo fece o quale fosse lo scopo. <L'ennesima pausa, tremendamente solenne nell'esprimere tutta la propria forza di volontà nell'esternazione del proprio animo.> Ma non dimenticherò lui. <Atreides> Morirei, piuttosto. <Conscio dei secoli, forse millenni che si avvicenderanno, pone la sua visione "ottimistica" e del tutto ingenua dell'eternità. Quel "debito" deve davvero essere immenso.>
22:14 Sigrun [Sabbia Nera]: < Nonostante la sera, la temperatura non sembra essere calata di molto, si mantiene calda, e la brezza che soffia qui, non troppo lontano dal mare dove Sigrun cammina, non mitiga abbastanza. Sta di fatto che qualche gocciolina di sudore imperla la fronte della mora tatuata, che tuttavia indossa lieve sulle spalle, quella mantellina che fa parte dell'abito del viaggiatore. Sotto veste di cuoio e pelle, come sempre, il solito corpetto protettivo, imbelico in vista, e un gonnellino di pelle che altri non è che un lembo tenuto su da una cintura di cuoio e corda intrecciate. Ai piedi si vedono un paio di stivaloni rinforzati, che appesantiscono leggermente i suoi passi, dentro il sinistro è infilato il pugnale. E' stata di parola, aveva promesso che avrebbe reso visita a qualcuno, perchè per lei quarantadue è un qualcuno, non un qualcosa. Quello che aveva omesso di dirgli è che lo avrebbe fatto molto presto. Eccola qua infatti, il relitto è a una quindicina di metri da lei, intravede sagome, ma non può dare a queste un nome per adesso>
22:17 Alatariel [Relitto]: <inspira con forza, dopo aver staccato l'ennesimo pezzo. Quando percepisce lo scricchiolio inquietante della nave che si incrina appena rimane immobile, sensi all'erta, corpo teso a un possibile movimento improvviso. Invece non succede niente e lei si arrampica, dopo aver pulito sui pantaloni e reinfoderato la spada corta, andando sulla sommità, dove il tentacolo declina verso la spiaggia senza toccarla. Si porta a gambe larghe vicino a questo e vibra un colpo che incide in profondità, schizzando liquame addosso a lei. Un secondo, un terzo, in rapida successione: dove difetta in forza, del tutto ordinaria, recupera in velocità d'esecuzione. L'appendice si piega, si spezzerebbe se non avesse quel lembo di pelle spessa a tenerla unita> Ci siamo! <esclama> Metà sta per cadere sulla spiaggia. L'altra metà cadrà verso la nave. <avvisa Rudra, per poi sospira appena> Sì, immagino... <scettica, quando lui professa che non dimenticherà Atreides. Ma non insiste nel dissuaderlo da un simile pensiero> Immagino che tutti abbiamo bisogno di crederci. <finisce quella frase, in tono più basso. Ancora un colpo e la lama si incaglia contro il legno, tranciando la pelle. Il tentacolo quindi si spezza a metà e una cade sulla spiaggia con un tonfo ben più netto, sollevando sabbia che viene sparsa intorno. Lei indietreggia solo per un attimo, sporca di liquido fetido dalle spalle in giù. In tutto questo, del resto degli abitanti presenti alla spiaggia non ha modo di accorgersi>
22:18 Speranza [Fronde]: <Speranza alza il capo, i lunghi capelli stretti in una coppia di trecce per non avere noie da parte della criniera con arbusti e rametti> Siiiicuramente, mi muovo in una parte sconosciuta dell'isola con le crinoline, d'accordo che ho passato un bel pezzo della mia vita per mare, ma la terra la conosco bene <commenta la mezza issandosi in piedi per riporre gli strumenti nello zaino, e guardandosi attorno prima di trovarsi il naso schiaffato dell'odore dolciastro e sgradevole di carne in putrefazione> Ugh! <mugugna, mentre si porta la destra davanti al naso ed alla bocca, per fare un lungo respiro e togliersi la mano dal viso> Un bel posticino <commenta ironica, muovendo passi accorti in direzione della spiaggia nera come la notte>
22:19Speranza sfrutta Sopravvivenza: Che sia cacciare, o trovare fonti d'acqua potabile tu riesci a farlo. Le bacche nocive non ti faranno più brutti scherzi e i morsi della fame sono solo un brutto ricordo.
22:24 Nathan [Fronde]: non ti porterò mai in posti troppo delicati mia dolce signora<la prende bonariamente in giro, mentre taglia rami e sterpaglie, guardandosi attorno con circospezione. La puzza arriva pure al suo naso ma se ne esce con >hi sentito di peggio. Ci sono pesci che da vivi sono immangiabili. <Non ha la minima idea di cosa o chi ci sia attorno, ma se ne sta attento, circospetto, passo dopo passo.>
22:30 Rudra [Relitto]: Sono pronto. <Replica quindi all'annuncio della divisione di tentacolo in due parti. Presto, arriverà il grosso di quello che scivolerà dal ponte, accompagnato dal fragore ovattato dell'altro pezzo che finirà fuoribordo a sollevare una nuvola di sabbia in tonfo sordo. L'enorme e putrescente parte che si ritrova nel telo viene lentamente avvolta dalle sapienti mani del Costrutto, con tanto di corda a bloccarne ulteriori fuoriuscite di liquame purolento e "tapparne" l'odore, procedendo con le operazioni per caricarsi in spalla il tutto> Fiordaliso. <La richiama, come aveva fatto prima, per attirarne l'attenzione> Rudra. <Esordisce quindi senza fornire spiegazioni, di punto in bianco, chiarendosi solo successivamente> Puoi chiamarmi Rudra. <A lasciar intendere, chiaramente, che Quarantadue fosse un nome derivato solo dal numero impresso su mento e spallaccio. Qualcosa di "impersonale" che mano a mano deve esser grattato via prima di conoscere davvero l'animo del Costrutto di bronzo. Non insiste sulla divergenza di vedute, forse in cuor suo potrebbe aver capito che lei lo stia solo lasciando sognare e sbagliare di testa propria. Il miglior insegnante è l'esperienza, vissuta sulla propria pelle. Eandar dovrebbe ormai aver già bello che raggiunto il Falò per alimentarlo col legno marcio ad aumentarne le sfumature visive -con fumo più denso- ed olfattive, con pessimi odori che si aggiungono e mischiano a quelli già emanati dal Kraken putrefatto. E' proprio verso tale falò che Rudra dirige, discendendo i tre ponti Coperti a carico pieno, sacco di carne avvolto in panno ed issato alla schiena. Nemmeno a lui, dall'interno della nave squarciata, arrivano ancora abbastanza sollecitazioni dei sensi per captare la presenza di altre persone sulla Spiaggia Nera.>
22:33 Sigrun [Sabbia/relitto]: < I suoi passi invece sono piuttosto trascinati, forse denotano un po' di stanchezza, o forse non è ancora abituata al peso di quegli stivali che se da un lato le danno un gran senso di protezione dal ginocchio in giù, dall'altro non mancheranno di rinvigorire la muscolatura delle gambe. Lo si noterebbe dalle impronte, se queste si vedessero, su questa sabbia nera. Si avvicina al relitto, iniziando a sentire le voci di chi parla, ma al momento, le mancano ancora alcuni passi per distinguerne le parole, e inoltre nessuna sagoma appare, al posto di queste, compare però la puzza, che la porta a portare per un attimo la mano a coprirsi il naso e la bocca. Raggiunge poi il relitto, cercando un punto di accesso per esplorarlo, e intanto le altrui parole ora dovrebbe sentirle, e, nel dubbio fa sentire le proprie> c'è nessuno?? <dice a tono abbastanza alto, di Speranza e di chi l'accompagna non si è ancora avveduta>
22:39 Alatariel [Relitto]: <quando il costrutto la richiama lei sta osservando il legno che luccica alla luce delle stelle e della luna, contaminato da quel sangue malsano che sta impregnando le parti scheggiate dall'arma dell'elfa; la femmina si volta, in sua direzione. Pulisce la sciabola con il telo, o almeno ciò che ne rimane, e poi la aggancia al fianco. Solleva quello che le copre il volto e stavolta il sorriso viene svelato> È un piacere, Rudra. <afferma, quando si presenta. Il costrutto va verso il falò, lei si muove sul relitto scendendo di nuovo come un ragno che ondeggia tra una trave e l'altra, con tutto il rischio di infilarsi una scheggia sottopelle. E alla fine atterra sulla sabbia senza particolari problemi, prima di seguire la scia lasciata dal tentacolo avvolto, che non perde liquidi ma traccia un solco sulla sabbia scura> Bruciamo tutto. Arderà per giorni, fino a quando non rimarranno che pezzi secchi e anneriti, privi di odore. Il fumo sarà nero per tutto il tempo e qualcuno lo vedrà. Forse le Pantere potrebbero arrivare. <avvisa il costrutto> Almeno ci saremo liberati una volta per tutte di questo ricordo digustoso. Ah... se Atreides vuole prendere il mare, una nave teoricamente è già in mio possesso. <informa il costrutto, con naturalezza> Io e Salazar abbiamo trattato per averla, prima che lui... beh, sparisse. <alzata di spalle, totale disinteresse per la cosa> Prenderò il mare. E se volete, potrete seguirmi. <ovvio che includa sia lui che relativo risvegliatore> In attesa che tu abbia... costruito la tua... <ma prima che possa continuare sente la voce di Sigrun. Si ferma e si volta> No. <replica ad alta voce, chiaramente ironica. La mano torna alle armi, senza estrarle> Vieni avanti. <invita, senza assumere un'aria inutilmente minacciosa>
22:41 Speranza [Spiaggia]: Voi, non siete mai troppo delicato, conte <ribatte la cantastorie al giuoco del gigante umano> Anche se la cosa non mi dispiace <aggiunge divertita, mentre si guarda attorno, la luce lunare bagna tutto, l'increspatura del mare, la danza delle fronde alla brezza notturna...e il relitto arenato sulla spiaggia> Dunque? Qual'è il piano di battaglia? <domanda Speranza cercando di ignorare il fetore di carne marcescente> Sempre che tu ne abbia uno, vista, la meravigliosa passeggiata al chiaro di luna che mi avevi proposto, Nathan <ormai la mezza è passata al linguaggio informale>
22:48 Nathan: <gli occhi vanno dalla sua compagna al relitto, percorso da quelle ondate di fetore derivanti dai tentacoli e dalla carne in putrefazione. Un piede dopo l'altro, che inizia a muoversi verso superficie della fu nave, fino a raggiungere un punto di osservazione> Semplice, andiamo a vedere. Ti hi ho portato a fare una passeggiata e intendo mantenere la parola. Se poi non ci saranno problemi.<e la guarda, malizioso. La voce di Sigrun che arriva alle sue orecchie. Un cenno di silenzio a Speranza, e si erge, in tutta la sua massa muscolare, in quel connubio di potenza ed eleganza che è il ragazzo dalla lunga, leonina nera chioma, le spalle di un armadio e la rapidità di un lupo feroce. Che in quell'occasione, sta per uscire, quando la voce di Alatariel lo precede. Il tono è familiare, e se ne esce con un >EHI VOI DELLA NAVE!
22:53 Rudra [Relitto | Falò]: <Il sorriso altrui non scappa di certo, ma non trova riscontro speculare su quel viso scavato direttamente nel metallo.> Sì. <Anche qui, una risposta per molte cose. Dal bruciare tutto per giorni fino al seguirla con Atreides, a bordo della Nave che lei e Salazar hanno ottenuto> Hai ereditato anche la sua volontà? <Domanda quindi all'Elfa, senza lasciar chiarire se parli di obiettivi come reclutare un equipaggio, o se intenda la possibilità di un secondo round contro il Kraken. Quindi, all'unisono con la testa di Sigrun che sbuca dal buco dello scafo verso l'interno, così la figura di Rudra si palesa direzionata verso l'esterno, sfilandole al fianco: fanno eco le parole della donna nel "vuoto" della nave Cava ed il buio imperituro all'interno è squarciato solo dai due puntini luminosi che fan da occhi per il Costutto che osserva, sempre senza sbigottirsi o sorpendersi, colei che ai confini della Tornado è giunta.> Tu. <La indica col mento, impegnato com'è con le braccia a sorreggere il peso tramite le corde che trattengono il fagotto di carne e sangue> Sei venuta. <Un "apprezzamento" si direbbe, per quanto piatto nel tono, ad onor della parola data. La reazione di Alatariel viene presto mitigata, tentativo di placarla nel riprendere l'argomento precedentemente trattato proprio con l'Elfa> Ha grandi doti diplomatiche. <Sentenzia come se ne fosse convinto come se dovesse "venderla" esaltandone le qualità, tornando su Sigrun poco dopo> Ti ringrazio. <Per ciò che è successo nel meriggio? Per essere venuta? Mistero. Sembrerebbe più alternare uno sguardo tra le due, come a sincerarsi che si presentino ed abbiano qualcosa di cui parlare. Lui, dal canto suo, riprende passo verso il falò che ha preso maggiormente ad ardere dopo l'aiuto dell'altro costrutto: sgancia la presa sulla corda, lasciando cadere a terra il telo imbottito di Kraken ancora ben legato all'interno e starebbe per recuperare l'Accetta dallo Zaino al fianco, se non fosse per l'urlo che squarcia la notte, richiamandone l'attenzione degli occhi dotati di Oscurovisione. Non dice una parola che sia uno, limitandosi ad osservare ed analizzare l'evolversi della cosa: solita proverbiale lentezza dei giganti di metallo.>
22:57 Sigrun [Relitto]: < La risposta che proviene dall'interno, la lascia un attimo interdetta, se non vi fosse la notte a coprirne l'espressione, la si vedrebbe un attimo inebetita, ma in fondo anche lei non ha posto la domanda nel modo corretto, se l'è un po' chiamata insomma. La prudenza non è mai troppa, pertanto le dita della sinistra entrano nello stivale, estraendo il pugnale che, nella stessa mano, quella che usa di solito, rimane> sto entrando, non ho intenzioni ostili <dice, lei non ha riconosciuto alcuna voce però, pertanto prosegue, accorta nei propri passi, scanditi dagli spessi e robusti stivali. Poi sente delle altre voci che chiamano e paiono rivolgersi a loro dentro la nave> io sono arrivata sola <dice con sicurezza, mentre raggiungerà i due che erano già all'interno> Quarantadue <lo guarda> imparerai che se dico una cosa la faccio < dolce nel tono, prima di rivolgersi ad Alatariel> buonasera <un sorrisetto all'altissima fanciulla>
23:00 Alatariel [Relitto]: Non credo che ne avesse una da ereditare. <risponde a Rudra con indifferente sincerità> Ma so perché ci è stata concessa quella nave: ed è la ricerca di tesori, sommersi e non... oltre alla delega per avere un po' di libertà in mare. <non spiega oltre ma la piega che assume il sorriso è alquanto eloquente sul fatto che non si tratti di qualcosa di molto consueto. Il costrutto si rivolge a Sigrun con familiarità e lei quindi alterna lo sguardo tra loro senza però fare domande. Lei non ha la scurovisione dell'altro, quindi ha bisogno dell'avvicinarsi di Sigrun per poterla davvero riconoscere. A quel punto quindi fa scivolare via la mano dalla sciabola e annuisce, facendo un cenno al costrutto come a dire che va tutto bene> Vieni, Giglio. <per qualche strano motivo lei la chiama così> Questo è n buon proposito. E ora la domanda giunge spontanea: che ci fai qui? <non lo chiede in tono inquisitorio, sembra solo curiosa, neanche avesse varcato i confini del suo castello personale. Speranza e Nathan rimangono un bisbiglio nell'oscurità, almeno fino a quando quest'ultimo non alza la voce in sua direzione. Solleva un sopracciglio e si volta in direzione dell'umano, l'espressione perplessa che va man mano distendendosi> Ahoy. <lo saluta, senza muoversi dalla propria posizione> Qual fetido vento? <chiede quindi all'altro, la voce tenuta abbastanza alta da poter essere sentita anche da chi non ha un udito fine come il suo>
23:02 Speranza [Spiaggia - Relitto]: <Troppo presa dalle proprie chiacchiere, per udire il primao richiamo di Sigrun, ma abbastanza vigile da interpretare il gesto che l'umano le fa di restare in silenzio mentre lui grida ai quattro venti. La mezzelfa leva agli occhi al cielo sibilando un> fantastico <sarcastico, mentre si avvicinano alla carcassa di fasciame, restando qualche passo indietro rispetto al umano, occhi ed orecchie tese all'erta per qualsiasi potenziale confronto armato...dato che con il pugnale nello stivale è praticamente inutile. Poi, giunge la risposta di Fiordaliso, anche nella brezza notturna, non è difficile riconoscerne il timbro, ma Speranza resta comunque in silenzio, il capo per questa sera è Nathan>
23:10 Nathan: Una passeggiata al chiaro di luna< replica l'alto e imponente giovane.> E se vi chiedete perchè armato, perchè è ovvio che non giro di notte senza un'arma. E poi Tovio me lo aveva chiesto.<Faccia di bronzo, quel sorriso che si allarga sul volto.> E siccome mi serviva compagnia, ho portato rinforzi. <e mostra Speranza, ma il suo dire non è troppo ironico. E' di quelli di chi ci crede davvero, fiducia illimitata. D'un tratto il gigante cambia tono, passando dal gioviale a quello pragmatico, mostrandosi a Speranza nuovamente quello che è.> Avete trovato qualcosa? A parte pezzi di Kraken da bruciare.<e osserva i presenti.>Buonasera. <un cenno di saluto a Sigrun, e un osservare il Costrutto e il suo numero.> La vita l'universo e tutto quanto. <se ne esce così, come a voler indicare il ciclo vitale di quell'essere di metallo, vita non vita. Ma su Alatariel.> Potevate avvertirmi. So che non vi fidate di me. Ma non sono Rondine.
23:15 Rudra [Falò]: Problemi? <Chiede di primo acchitto all'Elfa, sentendola rispondere alla voce nell'ombra. Inquadrato Nathan dal punto di osservazione, Rudra, riprenderebbe semplicemente il suo lavoro come sempre -imperturbabile ed imperscrutabile. Estratta l'accetta dallo Zaino, la impugna con una mano nel liberare con l'altra l'enorme tentacolo dal telo che l'avvolge. Già compromesso dalla putrefazione, il panno che ricopriva il tutto vien gettato direttamente nel fuoco per dargli ancora più vita e, di lì a poco, il gigante di bronzo afferra l'accetta con ambo le mani ed inizia a menare fendenti semplici -ma tremendamente efficaci- per ridurre a brandelli il grosso pezzo di piovra gigante.> State indietro. <Intima Elfa ed Umana, conscio degli schizzi che verranno prodotti. Chiaramente, è meglio ridurre ancora di più la superficie della materia organica sì che non soffochi il fuoco e bruci meglio. Il lavoro pare l'obiettivo principale, ma non ci certo si fà mancare il contorno con cui condisce le parole scambiate con Sigrun -chiamata Giglio da Alatariel.> Bene. <Si riferisce ancora al suo rimarcare la concretizzazione di ciò che dice in ciò che fà> Allora <ZAC! Via un altro pezzo di Kraken> chiedimi pure ciò che vuoi. <D'altronde, Sigrun è lì proprio per curiosità verso la razza, giusto? Lo sguardo di tanto in tanto segue Nathan, avvicinatosi con Speranza al seguito, ma su di loro non si pronuncia sebbene il nome di "Rondine" spicchi e parrebbe far luce in parte su "conoscenze comuni". Ancora non commenta, nemmeno la grande domanda che l'altro accenna nel vedere il numero sul mento. Si limita a lavorare, con ancora la domanda per Alatariel pendente ed in attesa d'esser soddisfatta.>
23:15 Sigrun [Relitto]: < Simultaneamente ad Alatariel, anche Sigrun infila nuovamente il pugnale nello stivale, muovendo poi qualche passo proprio in direzione dell'elfa stangona. La guarda, la squadra un attimo, carezzandola col proprio sguardo, sebbene sia nella semi oscurità, poi quando la sua figura sarà illuminata dal falò risponderà> ci siamo incontrati oggi <dice alternando lo sguardo tra lei e Rudra> non avevo mai visto una creatura come lui così da vicino. La sua storia mi ha incuriosita <spiega rivolgendosi a entrambi> e non riesco a rimanere incuriosita per troppo a lungo <allarga le braccia, prima di parlare al costrutto> grazie a te, di avermi invitata dove vivi <un lieve cenno del capo, prima di farsi leggermente da parte, perchè è previsto l'arrivo di altre persone, anche se lei non ha ben compreso chi si unirà alla loro combriccola> non sapevo di questo relitto, è ben più grande di quello che uso io come rifugio <alludendo alla sua barca capovolta, tirata in secca nella spiaggia rocciosa, dove di fatto dorme> Buonasera <dice poi rivolta a Nathan e Speranza che dovrebbe essere dietro di lui>
23:20 Alatariel [Relitto]: <quando Rudra le pone quella domanda scuote appena il capo> No... vecchie conoscenze. <lascia intuire che non ci sia niente di cui preoccuparsi. Lascia che il costrutto riprenda quindi il suo lavoro: lo osserva con ammirazione e forse persino una punta d'invidia, quando l'altro mena colpi che fanno sembrare quel lavoro molto semplice. Indietreggia di due passi, quasi trascinati. Si volta verso Nathan> Avvertirti? E di cosa? <chiede, senza mostrarsi aggressiva. Alla sua ultima considerazione> Non mi fido degli uomini, in genere. <conferma> In ogni caso, no... non lo sei. E questo, in realtà, va a tuo favore. <torna a sorridere placidamente mentre appoggia la spalla contro il legno dello scafo, ancora solido in alcuni punti anche se non è proprio ben messo> Io ho condotto i miei affari, voi i vostri. Ma forse sei qui perché cerchi qualcosa in particolare... <accenna, continuando a guardare l'umano, tuttora senza mostrare alcuna ostilità. Allunga un'occhiata a Speranza: ci si vede pochino, nonostante il falò non troppo distante> Magari vuoi finalmente riprendere il mare, anziché rimanertene saldamente ancorato a terra. <torna a dedicarsi a Sigrun a quel punto> Io inizio a pensare che invece siano molti più di noi. <i costrutti. Pensa per un po' alle parole dell'umana> Effettivamente, potrebbe essere un rifugio ideale, una volta ripulito. Stiamo provvedendo a smantellarlo, Quarantadue <lo chiama così davanti agli altri> provvederà a tirarne fuori un'imbarcazione. Nel frattempo abbiamo un discorso in sospeso, riguardo il da farsi per il Tempio Sommerso... sai navigare? <chiede, interessata>
23:24 Speranza [Relitto]: <Il fasciame umido scricchiola al vento, la carcassa di quella che fu una nave, spicca alla luce della luna crescente, ed alla danza delle fiamme del falò che arde le carni di quello che fu, come la nave a suo tempo, un kraken, un cefalopode di dimensioni ragguardevoli, la cantastorie segue i passi del amante, fino ad essere in vista delle creature ivi presenti> Fiordaliso...Mare dipinto...<saluta chi conosce, e resta muta al nuovo costrutto, estraneo alla vista rispetto al ultimo che l'ha minacciata placidamente sulla spiaggia opposta, ed intercettando le chiacchiere delle dame si morde le labbra> Volete davvero seguire il consiglio della studiosa dei loa? <domanda a chiara voce, rivolta a Alatariel, preoccupata> Suona assai come tranello questo grande desiderio di raggiungere quel tempio <afferma avvicinandosi in maniera da essere visibile a tutti>
23:31 Nathan [Relitto]: o tutt'al più un oscuro presagio di Morte. Ma si sa. Non possiamo far altro che seguire il nostro destino.<ad Alatariel fa un inchino, riponendo con un movimento rotatorio ed elegante del polso la lama della spada corta che teneva nella sinistra.> E' valida anche per me l'offerta Fiordaliso? O dovrei chiamarti Capitano?<poi, ripensando alla domanda.> No, nulla in particolare, a dir la verità. Sono qui per proteggervi in un certo senso. Non che non siate capaci di farlo ma <e un sorriso va su Speranza, e uno su Alatariel> quella strega ortodossa mi fa ribrezzo. Al porto con la banda ne ho viste di quelle. Ritenevano che loro fossero i depositari della realtà e il resto la feccia. Troppe navi bruciate perchè...ritenute impure. E mia madre...<abbassa lo sguardo.> Se avete bisogno di me sapete dove trovarmi.
23:34 Sigrun [Relitto]: < E' indietreggiata un po', seguendo i consigli di Rudra, non ha motivo per non farlo, e non è a casa sua poi, osservando il fare del costrutto, che pare portato al lavoro come principale scopo di esistenza, poi lo ascolta, quando lui le si rivolge direttamente> non ho nulla da chiederti <risponde poi con un tono di voce dolce, paragonato a quello che ha di solito> ho solo da guardare, e apprendere <replica con un sorriso, sorriso che permane anche per Alatariel, mentre si gira verso di lei con lo sguardo per ascoltarla. Non le risponde subito, si limita a sfiorarsi con le punta delle dita le onde tatuate sulla spalla sinistra> quelle che ti inducono a chiamarmi Giglio, in realtà sono onde del mare <le spiega> vengo da Dibrom, la città dove il fiume diventa mare, o viceversa se ti piace <alza le spalle > li tutti sanno navigare <la fissa adesso> la domanda è perchè dovrei prendere il mare piuttosto <non distoglie lo sguardo, se non per scorrerlo lungo tutti i presenti> sempre se ne possiamo parlare... liberamente si intende <perchè non sa quanto possa esprimersi con Speranza e chi l'ha accompagnata, mentre invece, logicamente, nel costrutto ripone la fiducia massima, cieca persino> hai almeno idea di dove si trovi questo Tempio? <unendosi poi alle perplessità di Speranza>
23:40 Rudra [Relitto]: <Salvo per la concessione fatta a Sigrun, che glissa sulla curiosità verbale quanto si esprime su quella "fisica", il costrutto pare estranearsi dai discorsi continuando a mietere pezzi di Kraken repentinamente buttati sul fuoco. Pare, come dicevo, dato che la parte sul> Tempio Sommerso? <Pare non essere lasciata al caso ed esternata in curiosità vera e propria che screzia la secolare voce prodotta dal misterioso meccanidsmo che quel Costrutto racchiude in tutta la sua essenza. E' una semplice domanda, due parole in croce, senza nemmeno interrompere il proprio lavoro; anzi, farebbe anche cenno all'altro costrutto ancora presente di caricare l'altra metà dell'enorme tentacolo -riverso al fianco della nave- per portarlo nei pressi del falò. Questi continua ad aumentare d'intensità, non di meno fà l'odore che continua a spargersi come pestilenza degli untori. Quando è invece Alatariel a nominarlo, il costrutto farà semplice eco alle sue parole come a premurarsi di spiegare le proprie intenzioni> Non ne verrà più di uno Sciabecco. <O anche meno, lascia intendere, dato il numero di resti del Galeone che ha tra le mani.>
23:43 Alatariel [Relitto]: Ragazzina. <risponde a Speranza, senza che suoni denigratorio. La saluta semplicemente in questo modo, amichevole persino; ascolta sia le sue parole che quelle di Nathan, alternando lo sguardo tra i due, quasi indecisa forse su a chi rispondere per primo. Alla fine, a Speranza> Giglio ritiene che sia saggio restituire gli anelli al mare. Farlo troppo vicino alla costa li riporterebbe qui... è meglio assicurarsi che non tornino mai più. <e a Nathan, in seguito> Naturalmente. <risponde> Se è compatibile con il tuo impegno per il Rettore... <lieve alzata di spalle. Sorride di quella domanda> Capitan Fiordaliso... non suona molto minaccioso, non è vero? Se vuoi imbarcarti con me, se è veramente quello che vuoi... sarai il benvenuto a bordo. <gli assicura, prima di crucciarsinel sentire il resto. Piega di poco il capo> Ci assicureremo che la Donna in Bianco non voglia bruciare proprio nessuno. In caso contrario... <non termina, ma la conclusione è abbastanza evidente> Rimani. <gli chiede> Nei prossimi giorni al porto mi verrà consegnata la nave. E poi salperemo, il tempo di fare provviste. Avrò bisogno di chi davvero intende tornare al mare. E ho anche bisogno di sapere che cosa sapete fare una volta a bordo... ragazzina, verresti con lui? <chiede a Speranza, quindi. Ma ascolta anche le spiegazioni di Sigrun> Sembra un bel luogo, questa Dibrom. <commenta> Sì, possiamo parlarne. Perché chiunque voglia salire su quella nave dovrà fare un patto. Un patto che non si può infrangere. <si discosta dal legno a cui si era appoggiata> No, ma sono sicura che riusciremo a trovare qualcuno che lo sappia. Irime, forse, o... beh, qualcuno dovrebbe andare alla libreria. Dovremo iniziare a organizzarci, il che significa che non possiamo andare in giro come randagi. Dovremo avere un punto di ritrovo. Questa non è una cosa che si possa fare da soli. <un'occhiata a Rudra> Sarà più che sufficiente. Due navi veloci e ci muoveremo meglio che con un ingombrante galeone. <suona convinta> Da dove vengo io, le navi sono piccole. Comunque sia, il Tempio Sommerso sembra essere un luogo infestato da naga, probabilmente pieno di oro maledetto. Ma chissà... potrebbe esserci qualche altro tesoro.
23:50 Speranza [Relitto]: <Nathan, accenna alla madre, in merito a Dama Howe, e la mezza, non riesce a trattenersi in un gesto, che tocca, la spalla della guardia del corpo, muti silenzi, carichi di sguardi, prima che la dama dipinta di onde dia voce ai propri dubbi> Quel mercante, qualunque cosa fosse, aveva fretta di disfarsi di quei gioielli... <Principia, quando arriva la domanda di Alatariel che la prende alla sprovvista e stranamente annuisce> Dammi una mappa, e ti farò da navigatore <arriccia la punta del naso> L'ho fatto per otto anni, non sarò così arrugginita <ammette prima di inquadrare il costrutto ed aggiungere> Senza offesa...Ma dalla fretta che aveva il mercante di disfarsi di quei gioielli... mi sovviene da pensare che appartengano al loro nemico naturale, le sirene...<eccolo qui, il topo di biblioteca> Piuttosto quella donna ha parlato che il tempio risulta sulle mappe, ma io di mappe di quel genere in biblioteca non ne ho vedute <afferma seria, prima di scorrere sui volti ed inspirare a fondo> E mi lascia perplessa che Tovio non sappia alcun che...
23:57 Nathan: <ascolta le parole di Alatariel.> naturalmente Capitano.<e la osserva, portando le braccia al petto.> ma Fiordaliso no.<e le sorride, ironico.> Potresti anche uccidere chi ti contraddicesse.<alle parole di Speranza, e alla sua mano, respira, per poi dire> Tovio sa. Ma non vuole parlare. Credo abbia paura. Ne sento la puzza lontano un miglio.<laconico, diretto, semplice all'elfa.>Bazzico porti dalla nascita, mio padre era Rayleigh il Falcone. Ho fatto la gavetta, da mozzo a quartiermastro a capitano. Se ti servono le mie credenziali, recupera un pò di figli di puttana a Creatario e chiedi chi è Nat Pugno di Ferro, o Nat il Falco. C'è gente che ancora si sta pisciando sotto dalla paura. <non si vanta, non è quello il tono. Ma snocciola solo realtà dei fatti.> Sono stato in Accademia, so cosa vuol dire rispettare un Patto. E sono pronto.
00:10 Rudra [Relitto | Fine]: Potrebbe esserci qualcosa sugli antichi. <Più una supposizione che una domanda, volta ad Alatariel in quanto unica a fornirgli spiegazioni di rimando alla sua curiosità. Chiaro che il suo concetto di "tesoro" sia ben altro rispetto a quello proiettato nelle menti altrui, altrettanto chiaro sia il fatto che si appresti a buttare anche l'altra metà di tentacolo sul fuoco, una volta raggiunto dall'altro costrutto. Gli basta un occhiata, infine, per lasciar trapelare quanto "onori" i patti: non ha bisogno di parole, pare conscio di aver dato ampia prova al Capitano della determinazione di portare a termine un compito.> Tutto, per l'ultimo desiderio di Atreides. <Ci sarebbero diversi asterischi a quel "tutto", piccole note contrattuali che si scopriranno col tempo. Ma, per ora, lui c'è. Al compagno pare lasciare l'ingrato compito di terminare il Barbecue, ricominciando a muovere -accetta sporca alla mano- verso la fiancata squarciata: riprenderà in breve i lavori di smantellamento, come al solito senza concedersi mezza sosta ma solo una camminata ancor più lenta del consueto. E' inframezzata da occhiate, sguardi dei due globi arancioni che scrutano ad uno ad uno i presenti come a "salutare" i futuri compagni di viaggio: lui continuearà la sua opera fino alle prime luci del mattino, fino all'orario del riposo obbligato.>
00:13 Alatariel [Relitto]: Non ho dubbi su questo. <risponde a Speranza, concorde in merito alla fretta della mercante di liberarsi della merce. E alla sua affermazione la osserva con attenzione per qualche attimo> Una navigatrice. <non c'è scetticismo, nella voce, anzi> Sicuramente molto utile. E sia. <acconsente, sottolineando quelle parole con un lieve cenno del capo. Poi si volta verso Nathan> Non ho bisogno di alcuna referenza, a me importa quello che dici tu. E se dici di sapere quale sia la vita di mare... beh, siamo a posto. Mentire non gioverebbe a nessuno, quindi confido bene nella tua parola. <non si mostra né impressionata né indifferente, solo molto pensierosa. Sorride nuovamente a Sigrun> A quanto pare sì, non ci lascia scelta. D'accordo. <si muove, recuperando un pezzo di legno, si china e traccia sulla sabbia qualcosa> Avremo bisogno di diverse cose. E la prima è l'essere tutti d'accordo con l'obiettivo che perseguiamo: tesori. Forse fama. Sicuramente diverse avventure... questo significa difficoltà. Tante difficoltà, da superare insieme. Fiducia <li guarda uno a uno, costrutto compreso> e abnegazione. Faremo di questo relitto il nostro luogo di ritrovo. Se avremo qualcosa da comunicarci lasceremo un foglio dentro, così che gli altri possano leggerlo. Mettiamoci un barile... o qualcosa in cui nessuno si sognerebbe di guardare. Comunichiamo così tra noi e se proprio avrete bisogno di me, sarò quasi di sicuro dai gemelli. Presto avremo la nave... Gig... <esita> ... puoi occuparti dei rifornimenti? <chiede> Con Irime, lei saprà sicuramente come fornirceli. Osserva Rudra allontanarsi per il suo compito e sembra compiaciuta dell'operosità che dimostra> Avremo a bordo due di loro: sicuramente c'è anche Tiresias. Non saremo pochi e ognuno di noi avrà le sue peculiarità. Per ora bruciamo il kraken e risistemiamo l'interno di questo relitto... tu <a Sigrun> se vuoi viverci, riposarci, ti assicureresti che ci sia sempre qualcuno. Saresti disposta?
00:21 Speranza [Relitto]: Navigatrice e veggente... non si sa mai dove sbatti la testa <sempre a puntualizzare la giovane mezzelfa, e guardando chiaramente Nathan domanda> continuiamo comunque il controllo sulla dama in bianco? <è chiaro che si fida di Fiordaliso, mentre su Sigrun, sembra che in gran parte la ignori> Sinceramente non sono interessata ne a tesori ne fama, solo che quegli anelli maledetti tornino a casa loro <fa una smorfia> Le difficoltà sono il pane quotidiano per tutti credo...piuttosto...spero di sistemare il primo faccia di serpente appena possibile, di gatte da pelare, ne ho anche sulla terra ferma <afferma sincera> Voglio le mani pulite se li incontreremo per mare <spiega>
00:26 Nathan: Assolutamente si. Dobbiamo scoprire cos'ha in testa quella.<poi guarda Speranza e le dice.> Risolveremo anche quello<e un ghigno compare sul volto dell'uomo.> Chissà forse qualcuno ha il coraggio di mangiarselo se lo buttiamo a mare.<ma è una battuta.> Fiordaliso, non sono referenze. Ma semplice realtà dei fatti. Non amo mentire, specie in frangenti del genere. Per cui ho preferito dire la mia.<e torna su Speranza, guardandola allegro.> Lo faremo. A costo di legarli con dei sassi e ancorarli al fondo marino.
00:29 Sigrun [Relitto]: <Si piega ora sulle ginocchia, poggiando i gomiti su queste per recuperare un po' di equilibrio, mentee ascolta Alatariel che sembra esser a capo dell'operazione, e scorre lo sguardo su Speranza e su Nathan anche, come se, dalla loro mimica, potesse intendere quanto siano coinvolti e quanto no. Annuisce sulla scelta del relitto, in fondo i lavori proseguiranno, e pare incessantemente data la natura della manovalanza e anche la forza di cui dispongono> Si, posso anche trasferirmi qua per un po' di tempo <alza le spalle> in fondo non è che io viva nel palazzo del principe <un sorrisetto ambiguo> cambio in meglio <alza lo sguardo> però non offendetevi, preferirei aspettare che questo delizioso aroma...< si riferisce alla puzza> si dissolva. Adattarsi mi sta bene, ma puzzare... <una smorfia evidente> tuttavia confido che in un giorno o due tutto sarà risolto, almeno a giudicare dal ritmo al quale proseguono i lavori. Va bene, sarò la custode del relitto <guarda tutti> suona bene no? <un po' di ironia, che non guasta mai e del fatto che Speranza la ignori, se n'è fatta tranquillamente una ragione, comportandosi allo stesso modo in fondo>
00:34 Alatariel [Relitto]: Veggente? <chiede, molto interessata a quell'accenno della mezzelfa> Ne conoscevo molte, all'isola da cui provengo. Potevano divinare dalle acque... <non continua, ascolta la domanda che pone a Nathan e al resto> Forse non ti interessa la fama, ma pensa a quante storie potresti trovare da raccontare. Saresti tu, in fondo, a dar fama a noi... non credi? Saresti il nostro bardo. Che canta di Templi Sommersi e di terre sconosciute. <sposta gli occhi azzurri su Nathan> A questo proposito, ragazzina, mi sembri la più indicata per cercare in libri e mappe. Ho lunga vita, sulle spalle, ma... per diversi secoli non ho saputo né leggere, né scrivere. <ammette, con leggerezza, come se non le pesasse affatto> Mi sembra ragionevole. Domani io e Tiresias laveremo con l'acqua di mare i punti dov'era il tentacolo, quando riuscirò a vedere quello che faccio. <alla domanda finale, ironica, ride per un attimo> È decisamente un buon titolo. <annuisce> Quindi siamo d'accordo. Termineremo, anche grazie a loro <e indica la forza lavoro con il capo> e puliremo il relitto, che poi sarà custodito da lei. <ora indica Sigrun> Ci sceglieremo un vessillo e prenderemo il mare, affrontando il viaggio verso il Tempio Sommerso. La prima di, si spera, un buon numero di redditizie avventure... non voglio trattenervi oltre. La notte è buia e... beh, mi auguro non sia piena di terrori. <alzata di spalle> Ci ritroveremo presto e vi farò avere mie notizie, dai gemelli o qui. Se avete domande, fatemele pure. E ragazzina... <a Speranza> se vorrai una mano a risolvere i tuoi problemi con l'uomo-serpente sappi che avrai sempre il mio aiuto. Anche se hai già qualcuno che ti protegge. <chiaro che si riferisca a Nathan>
00:43 Speranza [Relitto]: <Ascolta annuisce, memorizza> Di certo non mi faccio mancare le storie, ne in alto mare, ne in terra ferma, E provvederò a braccare Tovio finchè non sputa il rospo <dichiara convinta della riuscita di quel intento> Quanto a Lord Kaii..devo solo trovare un sostituto della maschera, in fondo quel folle mi crede a suo servizio...e...si ho ereditato il dono da mamma, ma funziona solo sul acqua salata, non su quella dolce, non ho capito perchè <ammette sconsolata> Intanto Lady Howe la sistemiamo per prima <conclude, stringendo le spalle> E' quella più a portata di mano.
00:48 Nathan: E sia <sospira, ammirando la forza di volontà dello Scricciolo.> E io sono con te. Sono qui pronto a darti manforte.<Non dice nulla, parla appena, immerso in tanti pensieri, mentre osserva ciò che accade.> Credo che anche io mi rimetterò a studiare. Ma so già cosa.<il volto diviene una maschera, mentre non parla più, chiudendo per un istante gli occhi.>
00:51 Sigrun [Relitto]: < Si alza quindi, una volta che Alatariel sembra aver deciso che è ora di levare le tende da questo relitto. E il suo olfatto gliene sarà sicuramente grata, anche perchè l'odore rischia di impregnare il cuio e la pelle dei suoi abiti, in modo indelebile adesso> Vada per quanto stabilitò <dice a tutti, chi la senta e la voglia sentire e chi no> da domani sera spero, dormirò qua < e lascia un impronta sulla sabbia più pesante di altre, per rimarcare che qua potrebbe proprio essere il luogo in cui si trovano adesso. Poi si stira appena la schiena, portando le mani ai fianchi e inarcandola, quindi indietreggia di un paio di passi, e poi torna su Alatariel un attimo> continui a non indossarli? <le chiede con un sorrisetto, le guarda le mani ma non vede abbastanza, e poi la domanda è proiettata anche al di fuori di questo momento, come a chiederle se li abbia mai provati> me lo dirai alla prossima occasione <si da un paio di pacche sul sedere per far cadere un po' di sabbia> vi privo della mia gradita compagnia <scorre lo sguardo su tutti> serena notte <e senza aggiungere altro, si avvia, lasciando il relitto e i compagni di serata> //
00:56 Alatariel [Relitto]: Ci conto. <verso Speranza, in merito al braccare il povero Tovio> Lo so. <afferma> Personalmente io non ho quel genere di dono, ma alcune delle madri lo avevano. Non ero toccata da Madre Luna, come loro. O come te. <non spiega ulteriormente quelle parole, anche se sentendo nominare Lady Howe sembra fare i suoi calcoli e arrivare a delle conclusioni, perché annuisce> Non mettetevi nei guai. <si raccomanda> Se avrete bisogno di aiuto... <e neanche termina. Si concentra su Nathan per qualche attimo, quando tace> Va bene. E io, in tutto questo, mi laverò visto che... <visto che il sangue del kraken, ammesso fosse sangue, le imbratta ancora in parte vestiti e pelle chiara. Si alza, tornando ai suoi due metri di altezza. Osserva Sigrun indietreggiare e alla sua domanda scrolla le spalle. Sembra che stia per rispondere, ma lei demandala soddisfazione di quel quesito a un prossimo incontro. Quindi annuisce> Molto bene. <conferma, battendo le mani sulle cosce per far cadere la sabbia> Vado anche io, quindi. State attenti al ritorno. <alla coppia rimasta> Vado a prendere Tiresias! <annuncia ad alta voce verso l'oscurità, evidentemente in direzione dei costrutti indaffarati. Dita che si avvicinano alla fronte e porgono saluto quindi a mezzelfa e umano, prima che si inoltri nell'oscurità della notte toccandosi il ventre appiccicoso> *... che schifo.* <si lamenta nella lingua natia, prima di essere inghiottita dalle ombre della notte>
01:01 Speranza [Relitto]: <Al ammonimento di non mettersi nei guai, Speranza risponde> Ci proviamo, sempre che sotto la tonaca non tenga le spine <allude ovviamente alla donna che rende tutti sospettosi e lanciando sguardi a Nathan, tenta di dargli un leggero schiaffetto sul viso, quasi per svegliare quel gargoile di pietra> Si, tu ti metterai a studiare anatomia, appena ci saremo spostati di qui...il mio naso ha un limite di sopportazione <afferma seria prima di sorridere accomodante> e ho anche una bottiglia di Coclus nello zaino, se hai voglia <suggerisce quasi sperando di prenderlo per la gola, se non per la lussuria>
01:09 Nathan: <Adora quella stronzetta, tant'è che allo schiaffetto cerca di prenderla in braccio per allontanarsi dal fetore della nave, arrivare a distanza di sicurezza poi rigettarla sulla sabbia morbida e finissima. E stavolta su di lei, togliersi la maglia, petto nudo, liscio e sudato, con lui che la blocca guardandola al riparo da occhi indiscreti.>
01:15 Speranza [Spiaggia]: <Ogni santa volta, è prevedibile, Speranza ridacchia, mentre viene presa in braccio come una bambola troppo cresciuta, condotta lontano, la soffio del vento, e quando la ragazzina viene posata sulla sabbia, quella si sfila lo zaino, perfettamente consapevole di ciò che sta per succedere, lo divora con gli occhi, bagnato dalla luce lunare in quella posa troppo...piacevole, gli tende le braccia al collo, e inizia a giocarci, come sempre, per ora, nessuna avrà potere di portarglielo via...>
01:19 Nathan: <e lui puntualmente diventa il suo giocattolo. Lei sa come stuzzicarlo e fargli gola. E lui si concede dandole la passione che lei vuole fino a che i due ,sfiniti, saluteranno l'alba abbracciati, stretti l'uno all'altro.>