14 maggio 2017

Sessioni di Gioco di Ruolo: Isla Calina 4 Maggio 2017

GDR: Isla Calina

POMERIGGIO
Chat: Giardini della Conoscenza

14:49 Speranza [Fontana]: <Dopo una serata sgradevole al Molo, nulla di meglio, che la pace dei Giardini, per placare l'animo della cantastorie originaria di Creatario. I lunghi capelli scuri, da quel tono tendente al rosso sono sciolti sulle spalle, andando a scontrarsi prima con il biancore della camicia, e poi con il colore decisamente più scuro di quello del crine, del cuoio del corpetto che ne esalta le voluttose forme, che sicuramente si adicono di più ad una seducente umana, che ad un elfa, ma in fondo la giovane Baldassarre non è appartiene ne ad una ne all'altra razza, con quella ciocca blu azzurra che le decora il lato sinistro del viso ovale, delicato, pallido da rimembrare una qualche dama di buona famiglia, malgrado i panni, ad esclusione del corpetto e gli stivali alti, sono di foggia chiaramente maschile e probabilmente popolana. Al lobo destro, nascosto sotto la lunga chioma che giunge sino ad altezza del seno, v'è fissato un orecchino di fattura forse elfica, a forma di foglie. Al collo ed alle mani nessun gioiello, solo in vita una cinta di cuoio con tanti strumenti appesi, un tamburello di minuti sonagli, un flauto, ed una lira. Speranza si gode il sole, accoccolata suo bordo della fontana, il capo volto verso le fronde dei grandi alberi che decorano i giardini, mentre il vento fa cantare le foglie, e la fanciulla, sotto voce si unisce a loro>

14:56 Claymore [Verso Fontana] Spaesato muove attraverso i giardini, lasciandosi guidare dal suono di una fontana che cerca di individuare muovendo a destra e sinistra il proprio capo. E' un bel giovanotto di circa un metro e novanta, dal fisico atletico, sul viso spiccano occhi di un intenso verde, il capo è adornato di una lunga chioma ondulata di un biondo impuro che tiene addomesticata in un cocchio, unico segno particolare visibile un orecchino sul lobo sinistro, un bottoncino costituito da una pietra nera lavorata. Veste di uno smanicato sul marrone, braghe nere, stivali in cuoio del medesimo colore, a tracolla regge un arco corto e una faretra colma di quindici frecce, assicurato alla cintola un pugnale di mediocre fattura. Passo dopo passo si avvicina alla fontana che adesso è ben nitida e con essa una figura femminile. Si avvicina sporgendosi verso uno dei getti d'acqua nel tentativo di trarre da bere. Non una parola per la li presente.

15:02 Speranza [Fontana]: <I Giardini della Conoscenza, sono una piccola oasi di pace ed il minimo scricchiolio, o passo nel silenzio della vita senziente, è facilmente udibile, il muoversi del umano è percepibile, tanto che la mezza dischiude gli occhi nocciola, che da certi punti luce, sono talmente luminosi da apparire dorati, si interrompe il canto sommesso e lentamente riporta in posizione eretta, il capo, giusto per osservare chi arriva, quasi divertita dal gesto che quest'ultimo fa per abbeverarsi alla fonte, per cortesia saluta> Buon pomeriggio <e prendendo in grembo la lira, inizia a tendere le corde di budello, pizzicandole debolmente, orecchio teso a sentire se vi sia una qualche stonatura>

15:07 Claymore [Fontana]: <Prova a trarre qualche sorso di quell'acqua dolce che però finisce per la maggior parte per colpire il suo viso, scuote quindi il capo con fare canino nell'intento di liberarsi di quelle gocce di troppo portando infine il suo sguardo sulla donna che lo saluta> Buon pomeriggio a voi <ricambia il saluto con fare garbato, osservandola imbracciare una lira e pizzicarne le corde facendole risuonare> Spero di non aver turbato il vostro riposo <dice con calma avendola prima notata distesa ed ora nuovamente in una posa eretta, più composta e sull'attenti.>

15:11 Speranza [Fontana]: <Sventola la mancina poco lontana dal viso> Figuratevi, non disturbate <rassicura gentilmente la mezza, o la ragazzina come la chiamano gli elfi> Non stavo riposando affatto <alza gli occhi al cielo e le vermiglie labbra si arricciano sul lato sinistro del volto in un mezzo ghigno, torna con le mani allo strumento> Mi stavo solo godendo la pace, non tutte le storie nascono in battaglia <afferma pacata, a prima vista non parrebbe manco armata, il pugnale ricurvo, da lancio è ben celato nel alto stivale destro, invisibile agli occhi di molti>

15:15 Claymore [Fontana]: <China il capo in un cenno affermativo nel momento in cui apprende di non aver recato alcun disturbo alla giovane> Capisco...<dice semplicemente quando lei lo rende partecipe della sua ricerca di pace, forse di ispirazione ed è a quel punto che torna ad abbassare lo sguardo sulla lira> Siete un cantore? <domanda possibilmente ovvia, ma la preferisce a un silenzio che potrebbe essere imbarazzante per quanto lui sia un tipo taciturno, tendenzialmente schivo ed indifferente ai più.>

15:25 Zevran [--> Fontana] <Continua l'esplorazione dell'elfo per le vie del Forte. Quest'oggi si è ritrovato quasi per caso ad affacciarsi verso quello che parrebbe un giardino ben curato. Sebbene non lo dia a vedere con quell'aria sempre paciosa e spensierata, è piuttosto curioso senza pensarci troppo -quando mai- si addentra nel giardino. Zev si presenta con abiti comodi: una camicia bianca, lasciata sbottonata e con le maniche arrotolate; un pantalone nero in tela e stivaletti morbidi. A completare il tutto una cintura in vita a cui è assicurata una spada corta di fattura elfica, sicura nel suo fodero. I lunghi capelli biondi striati d'azzurro sono lasciati sciolti oggi, eccetto due treccine che partono dalle tempie e vanno a congiungersi dietro la nuca. L'elfo del mare avanza, con lo sguardo sereno e le mani in tasca, fischiettando un motivetto di quelli tipici delle zone di porto. Si guarda intorno senza una meta precisa, semplicemente va verso il centro del giardino dove pare esserci una fontana con altra gente a chiacchierare. Non riconosce Claymore nell'immediato, ancora abbastanza distante dai due.>

15:25 Speranza [Fontana]: <Annuisce, mentre inizia a suonare note scritte già nella propria mente> Lo scricciolo Cantastorie <si presenta usando quel soprannome materno, dovuto alla sua corporatura piccola, rispetto alla statura media degli elfi> il mio nome è Speranza <aggiunge per cortesia, mentre continua a a pizzicare le corde della lira in una canzone delicata ma allegra che ben si appaia allo scrosciare dei getti nella fontana alle proprie spalle> E voi...<lo esamina in un fugace sguardo> direi un guerriero o forse un cacciatore, la scelta dei vostri panni poco si addice ad un bucaniere <afferma pacata,continuando a suonare delicatamente, sorridendo appena, e scostando con un gesto della mancina i lunghi capelli dal petto al retro delle spalle perchè non si impiglino con le medesime corde dello strumento, rivelando per pochi istanti le orecchie puntute a sottolineare la sua razza quasi, se il ciuffo azzurro non lo avesse già annunciato>
15:26 Speranza https://youtu.be/sxrVEw-E6Hs

La terra prende a tremare, con forza. Scosse sussultorie, che durano una manciata di secondi, anche se il tempo pare dilatarsi all'infinito. Un terremoto.

15:31 Claymore [Fontana]: <Sbatte più volte le palpebre quando lei si presenta a lui come Scricciolo Cantastorie, andando poi a chinare il biondo capo in sua direzione nel momento in cui gli rivela il suo reale nome> Lieto di incontrarvi Speranza, io sono Claymore <si presenta a propria volta cogliendo l'invito di lei a farlo> Un cacciatore direi... il mare non è la mia vocazione <ammette senza rivelare altro su di se. La nota scostare i suoi lunghi capelli di un castano ramato, rivelando la ciocca blu che palesa il suo sangue parzialmente elfico. Non commenta la cosa, si limita a sollevare lo sguardo al cielo quando la terra prende a tremare in modo energico> Ma cosa... <Cerca appiglio nella fontana, prova a distanziare le gambe in modo da ottenere maggiore stabilità. Non si cura minimamente di Zevran in avvicinamento.>

15:35 Zevran [Fontana]: <Si avvicina ai due e man mano che le distanze si accorciano le figure si fanno più nitide. Riconoscendo Claymore, un sorrisetto divertito inizia a curvare le labbra dell'elfo, mentre la dama con lui è un viso nuovo. Ne riconosce la natura, un po' per il ciuffo, un po' per le orecchie affusolate. La mezzelfa prende a suonare uno strumento musicale e Zevran sembra sempre più incuriosito, tant'è che accelera un minimo il passo per accorciare le distanze.> Oh, della musica, questa giornata ha trovato qualcosa di lieto... <commenta, ormai abbastanza vicino da poter essere notato e udito, mentre ancora avanza. Verso Claymore un lieve inchino come saluto, poi a Speranza, indirettamente> Spero che questa dolce cantastorie non sia stata stordita dalla vostra ormai nota parlantina, Claymore! <ironico, si volta verso l'umano. Non fa comunque in tempo ad avvicinarsi del tutto che la terra comincia a tremare. Si ferma sul posto, concentrandosi per mantenere la stabilità. Il corpo si irrigidisce e le gambe si divaricano. Accigliato, prende a guardarsi intorno> che diamine...

15:40 Speranza [Fontana]: <Speranza annuisce, soddisfatta, al nome dell'umano> Molto lieta <risponde con cortesia quando un terzo, elfo di certo per la sfumatura del crine, s'aggiunge davanti alla fonte, e lo scricciolo scuote il capo rassicurando con voce morbida, leggermente roca che sicuramente farebbe pensare più alla miglior cortigiana di Creatario, che ad una virtuosa del canto> Ma no, figuratevi...<ma la terra trema, pochi secondi ma sufficienti per far stonare la mezza che infastidita preme le corde contro le cosce e la stoffa che le ricopre, soffocando ogni vibrazione della musica, non ama ne interrompersi, ne errare un suono, da quando la musica è parte integrante della propria vita, non apprezza particolarmente di errare, anche quando l'errore è dettato da fonti esterne. L'acqua raccolta nella fontana vibra pochi secondi, poi pare diventare tutto normale> Cosa sarà successo? <domanda la giovane tendendo la mancina alla superficie dell'acqua, prima di rialzare lo sguardo sui due che le stanno vicini> La terra trema d'improvviso <pare quasi dare spiegazione alle loro imprecazioni con una tale leggerezza, che non pare del tutto presente con la mente>

15:47 Claymore [Fontana]: <Lo sguardo si porta prima sulla cantastorie a se vicina, poi sull'elfo nel momento in cui può udirne e riconoscerne la voce> Zevran... <lo saluta a propria volta non appena ha ottenuto una qualche forma di equilibrio precario o stabile che sia> La natura sembra perseguitarmi <commenta con fare ironico> Mi chiedo se debba preoccuparmi più di voi o della terra che trema <va a precisare senza abbandonare l'ironia prima usata, riportando quindi lo sguardo di un verde intenso sulla donna bardo dal sangue ibrido.> E' andata.. <commenta infine facendo spallucce per quanto avvenuto.>

C'è una strana atmosfera nell'aria, carica d'attesa, un'atmosfera da far rizzare i capelli. Ed infatti, dopo qualche istante, ecco una seconda scossa, decisamente, dannatamente più forte della precedente. Questa non solo ha maggiore intensità, ma dura anche di più. Gli alberi si scuotono, le pietre dei muri sembrano implorare, ma nulla crolla e tutto torna al silenzio. Persino gli uccelli, con calma, riniziano a cantare.

15:54 Zevran [Fontana]: <interminabili secondi e finalmente la terra smette di tremare. Prima di rilassare il corpo, attende qualche altro istante, nel caso ci siano altre scosse. Un sospiro e finalmente accorcia le distanze coi due alla fontana. A Claymore un sorrisetto, di quelli suoi sghembi ed irritanti> Stiamo facendo passi avanti, mio caro umano silente! Ora siete anche ironico! <batte tra loro le mani e le sfrega> il sorriso è prossimo, ne sono sicuro! <e dunque, volge lo sguardo verso Speranza, con l'intento di dire qualcosa ma ecco che la terra trema di nuovo. Ancora una volta Zevran si irrigidisce e stavolta deve fare appello a tutto il suo equilibrio e alla sua calma per rimanere in piedi. Istintivamente, si allunga verso la fontana, cercando appiglio in essa per aiutarsi. La scossa sembra durare di più, anche se in quelle situazioni il tempo è l'ultima cosa che si può calcolare. Si guarda intorno, osservando le strutture e la natura che vibrano con forza, pronto a scattare qualora qualche albero dovesse cadere, ma non sembra questo il caso. Dopo quegli attimi interminabili sembra tornare tutto alla normalità, ma l'elfo rimane in allerta. Impreca qualcosa in lingua elfica prima di dire a tutti e a nessuno> Che diamine ha che non va quest'isola oggi?

15:56 Speranza [Fontana]: <La mente fugge, corre ai compagni di ventura, dove saranno quei due, tre se vuole includerci anche quello scemo di Rondine, giunge una seconda scossa assai più violenta della precedente, la mezza artiglia il bordo della vasca, guarda verso l'alto agli alberi, cercando di calcolare ove essi non possano cadere sulle loro teste, poi... la scossa si placa... di nuovo> Va bene, va bene, niente lira oggi pomeriggio <brontola la mezza quasi quello fosse un brontolio per il pezzo che stava suonando, cerca di far del ironia, malgrado tutto, e per sicurezza, riappende lo strumento alla cinta che le delinea i morbidi fianchi> Ora...credo sia passata <aggiunge ascoltando il cinguettare degli uccelli che di certo sono più sensibili di lei e in risposta al elfo ammette> Sinceramente non ne ho idea, sono almeno due settimane che accadono cose insolite, o almeno lascian tracce <commenta sibillina, soffermandosi con gli occhi da cerbiatta a studiarlo con maggiore attenzione e senza alcun pudore, in quello sguardo analitico>

16:02 Claymore [Fontana]: <Scuote il capo rassegnato alle parole dell'elfo che sembra divertirsi nel punzecchiarlo, con scarsi risultati. Un sospiro e fa per sedersi sul bordo della fontana, giusto in tempo perché una seconda scossa più duratura e decisamente più violenta faccia tremare il terreno, oscillare gli alberi e vibrare la pietra con la quale è costruita l fontana. Cerca di mantenersi stabile, di non cadere all'indietro all'interno della vasca> Che diamine... <si lascia scappare letteralmente scosso dall'accaduto. Lo sguardo si alterna tra l'elfo che impreca in un idioma a lui noto e la mezzosangue che riporta quanto sa> Temo di essere giunto nel momento meno adeguato... <ammette in un brontolio constatando le stranezze insite nell'isola ed esterne ad essa.>

16:09 Zevran [Fontana]: <una mano ancora saldamente stretta sul bordo della fontana, per sicurezza, qualora arrivino altre scosse. Ma l'atmosfera sembra di nuovo farsi rilassata e perfino gli animali sembrano tornare sereni. Buon segno. Zevran torna dritto in tutta la sua altezza, sistemandosi la camicia che ancora tiene aperta e arrotola meglio le maniche.> Bene, se l'isola ha deciso che non dobbiamo morire tutti oggi, possiamo proseguire a parlare come persone civili... <commenta, con un sorrisetto stampato in viso. Finalmente ha modo di rivolgersi a Speranza, rivolgendole un inchino teatrale ed elegante> lady cantastorie, siete stata interrotta nella vostra arte troppo a lungo dai capricci della natura... Io sono Zevran Aranai, marinaio da poco giunto in questi lidi. Spero di non essere anche io fonte di disturbo in questo momento... <e alterna lo sguardo tra i due. Ascolta Claymore e annuisce, attaccandosi alla sua ultima affermazione riguardo i recenti avvenimenti> Comincio a temerlo anche io a questo punto... <e intanto le mani vengono ricacciate in tasca. Come la natura si acquieta così fa anche lui, tornando apparentemente spensierato>

16:19 Speranza [Fontana]: <Speranza sfarfalla le lunghe ciglia confusa dalla velocità di ripresa di entrambi gli uomini, e trova quasi ilare l'inchino del elfo, a cui scossa un mezzo sorrisetto> Speranza Baldassarre Dell'Alba, detta Scricciolo per servirvi ser Aranai...<risponde la mezza, ancor seduta a bordo vasca, chinando il capo in segno di saluto> Anche se forse...vi è ben più nota mia madre, L'Usignolo dell'Alba, Calliope, natia a suo tempo a Thoron...quasi quattro secoli fa...anche ella cantastorie <aggiunge per correttezza, come fa ormai con quasi tutti gli elfi che incontra, e dondola appena il capo> Allora saremo tutti scomodi, in realtà <asserisce in merito allo sbarco e scuote nuovamente il capino> Ma non preoccupatevi, ser Aranai, nessun disturbo, l'unico contrattempo direi che è l'isola stessa <aggiunge ridacchiando e nuovamente tendendo la mancina ad intingere le punte nel acqua della fontana, per portarsele sulle labbra, sovrappensiero, umettandole pensierosa prima di tornare a sorridere, lievemente imbarazzata>

16:24 Claymore [Fontana]: <Osserva Zevran che torna in piedi e che si sistema le vesti alla ricerca di nuova compostezza, lui predilige invece rimanere seduto sul bordo della fontana ascoltando le infinite chiacchiere dell'elfo e quanto ha invece da dire la giovane da poco conosciuta> Arte di famiglia quindi... <commenta istintivamente quando Speranza dona quelle informazioni all'elfo. La nota attingere dell'acqua dalla fontana, ritenendo buona l'idea fa altrettanto schiaffandosene in faccia una quantità decisamente superiore per poi scuotere il capo in modo da rimuovere quella in eccesso> Serpentoni superbi, anelli malefici, terremoti... <elenca quanto ha visto o di cui ha sentito parlare> Meera spero non ti sia fermata qui... <Mormora più per se stesso, sovrappensiero.>

16:29 Zevran [Fontana]: <si muove di qualche passo, sempre guardandosi intorno, come se si aspettasse che l'isola voglia fare la capricciosa ancora una volta, ma l'aria sembra essersi fatta effettivamente più rilassata e l'elfo alza lo sguardo verso il cielo, osservando gli uccelli che cinguettano in volo. Sospira, sorridendo, tornando con l'attenzione ai due di fronte a lui. Speranza per prima, mentre ascolta la sua presentazione. Un lieve cenno del capo, prima di rispondere> Ah, Speranza, che nome fortunato che avete, adatto alla vostra arte, aggiungerei! <ruffiano, come suo solito... aggiunge poi> Potrei aver udito quel nome, nei miei viaggi, ma ahimè l'età avanza... <commenta, ironico, massaggiandosi il collo.> E purtroppo non ho vissuto nella capitale, lady Speranza. E dunque le rivolge un altro inchino, più elegante> lieto di non essere d'impiccio! <Torna dritto quindi, scostando alcune ciocche di capelli dietro le orecchie affusolate, scoprendo meglio il tatuaggio che gli segna il lato sinistro del volto. Riporta l'attenzione su Claymore, ascoltando i suoi mormorii con curiosità.> Siete ancora alla ricerca? <domanda all'umano, sollevando un po' il mento e dondolandosi sul posto>

16:36 Speranza [Fontana]: <La mezza spalanca gli occhioni sorpresa, anche l'umano ha udito parlare degli anelli? Eppure Fiordaliso sembrava così...silenziosa a riguardo...Annuisce grave alle parole del elfo> Per quanto mi riguarda invece non ho mai messo piede nelle isole elfiche, mentre il Regno lo conosco palmo per palmo <racconta placidamente e rassicura> Suvvia, non fatevene cruccio. basta che la memoria non fugga a me ora <ribatte con un sorriso prima di volgere lo sguardo nocciola chiaro tutto su Clarymore> Il nome che mi dite m'è sconosciuto, ma è anche vero che sono sbarcata da poco temo, eppure, mi giunge una domanda, avete incontrato pure voi i naga? <diretta senza mezzi termini come suo solito> Ma vi prego, ser Arenai... nessuna lady, Speranza è più che sufficiente <le fa strano sentirsi chiamare così, anche se il suo primo amante, nelle recite da taberna, lo usa assai spesso, e si concede un respiro di sollievo, fortunatamente il marinaio pare non aver mai udito nemmeno del fu Pirata Baldassarre, titolo poi ceduto ai due figli maggiori, unitamente al galeone Alidivento>

16:42 Claymore [Fontana]: <Un lieve chinare del capo di seguito alla domanda che l'elfo gli pone in via diretta, un semplice cenno affermativo che non viene confermato da ulteriori parole essendo per lui sufficiente come risposta. Lo sguardo verde incrocia gli occhi nocciola della mezza nel momento in cui lo interroga> Giusto ieri, sembrava alla ricerca di mercenari, oltre che di guai punzecchiando un nano, il qui presente... e un vostro pari... <spiega indicando Zevran con un gesto del capo quando lo chiama in causa> Continuerò a cercare... <afferma facendo spallucce, non arrendendosi in quella ricerca che lo anima ormai da anni.>

16:50 Zevran [Fontana]: <Speranza riceve le sue attenzioni per prima. L'elfo appare ai due così spensierato da sembrare immune a qualsivoglia problema della vita. il sorriso si fa più aperto, mostrando anche i denti> bene, Speranza sia... <commenta, sempre piuttosto gentile nei modi> E se mai doveste far ritorno, vi consiglio di farvi un giro per le isole... Io vengo da Laimar e lì v'assicuro che non ci si annoia mai! <conclude con una risatina appena sbuffata. Dunque lascia che sia CLaymore a rispondere riguardo al Naga, aggiungendo solo in seguito> Voi ne avete incontrati altri? Creature interessanti, questi Naga... mi auguro di non doverci venire alle armi... sono piuttosto grossi! <inclina il capo da un lato, inarcando un sopracciglio. Dunque si volta verso Claymore, facendosi vagamente più serio, amichevole quanto basta> Vi auguro di trovare al più presto una pista da seguire, mio buon taciturno... <le mani vengono tolte dalle tasche, così da mettersi a braccia conserte, raddrizzando il busto>

16:57 Speranza [Fontana]: <La fanciulla ascolta, memorizza, l'ultima scossa di terremoto pare ormai un lontano ricordo> Mi spiace per voi <ammette in merito al incontro con i naga> Anche se in teoria hanno stretto un trattato di pace con il governo del isola, non ha senso che cerchi mercenari e guerrieri, sono a sufficienza pericolosi di loro <storce le labbra> Ahimè ne ho avuto sgradito scontro per via della musica, il suono del canto come quello del flauto ne ferisce le orecchie, e li fa particolarmente arrabbiare, ma....c'è un modo per scacciarli in qualche modo, ma si consiglia in particolare agli elfi di proteggersi le orecchie <sfila il flauto dalla cintura, e mostra la posizione delle dita senza suonare> la nota più alta, personalmente l'ho usato contro uno strano mercante naga nel quartiere dei mercati...è fuggito via in un battibaleno <afferma soddisfatta, ponendosi in grembo lo strumento e per il momento non accennando a suonare> Anche se personalmente in quanto femmina credo di aver trovato un'altra arma di distrazione, anche se quella mi impone di finirci direttamente tra le spire <ammette ammiccando e sistemando con delicatezza il corpetto di cuoio che costringe il petto prominente, probabile eredità della natura umana>

17:02 Claymore [Fontana]: <Ascolta le parole che Zevran spende in merito alla propria missione e china nuovamente il capo in un cenno di ringraziamento> Vi ringrazio <dice semplicemente per poi traslare ogni sua attenzione su Speranza che racconta del suo spiacevole incontro e di come sia riuscita a sfuggire alle spire della creatura serpentesca> Farò in modo di avere anche un flauto nella mia faretra <commenta con ironia, senza malizia alcuna> Anche perché a meno che la Naga non sia femmina, dubito di poter usare il vostro secondo metodo... <ammette tingendo di ironia le proprie parole per una seconda volta> Sempre che ne esistano di femmine <aggiunge senza neanche provare ad immaginare come queste potrebbero essere.>

17:09 Zevran [Fontana]: <Ascolta ciò che la mezzelfa sa dirgli di più sui Naga, ma quando la vede prendere il flauto e "metterlo in allerta" si porta le mani alle orecchie, con una smorfia in viso, come a volersi preparare ad un suono acuto, per lui estremamente fastidioso. Ma Speranza mima soltanto l'atto di suonare senza farlo effettivamente e, dopo qualche istante di attesa ancora pronto a difendere i propri timpani, si rilassa di nuovo, ridacchiando> Me ne procurerei anche io uno, se non fosse un'arma a doppio taglio... <e poi, quando lei si sistema il corpetto, ci cade l'occhio date le forme prosperose. un sorrisetto malizioso, ritornando però sul viso della donna> Beh, Speranza... quando si ha un'arsenale del genere sarebbe un delitto non sfruttarlo quando torna utile! <e sbuffa un'altra risatina mentre si sgranchisce il collo con un sonoro scricchiolio di giunture. Dunque, verso Claymore, con un'altra risata, e un'espressione teatralmente inorridita> Se sono "belle" quanto gli esemplari maschili, mi auguro che non esistano! <riguardo i Naga> Magari sono più affabili...

17:17 Speranza [Fontana]: <Buono è riuscita a rilassare l'atmosfera ancora un briciolo tesa dai postumi del terremoto, abbassa gli occhi, sorride> Che io sappia, esistono sia maschi che femmine, a meno che non facciano come l'ippocampo <e scoppia a ridere coprendosi con le dita della destra, le morbide labbra> Addirittura un'arsenale? In verità la prima volta non ha funzionato, ieri sera, credo che Kaii avesse un poco bevuto, altero com'è che non dovevo nemmeno toccarlo, al primo sfortunato incontro <stringe le spalle, e rinfodera anche il flauto di legno, per poi issarsi in piedi, ma anche in piedi è molto più bassa di entrambi, e sorride cordiale> Beh, credo che se usaste dei tappi di cera, il suono vi sarebbe meno sgradito <suggerisce con l'aria di chi ne sa lunga> Ma ora vogliate perdonarmi, meglio che vada a controllare i miei compagni di ventura, dopo questo terremoto, non si sa mai...se volete...in genere suono alla taverna dei Gemelli Floath <aggiunge cortese facendo invito di unirsi ad una delle serate>

17:23 Claymore [Fontana]: <Scuote il capo nel momento in cui nota l'elfo puntare il suo sguardo dritto tra le grazie della giovane mezzosangue, segno di diniego e rassegnazione che si estende al commento che egli fa in modo così diretto ed esplicito. Nota però che la giovane non sembra scomporsi in alcun modo per quel commento anzi sembra prenderla a ridere raccontando qualche dettaglio del suo incontro col Naga> Forse non subiscono il fascino al pari di noi... <ipotizza includendo in quel noi le varie razze antropomorfe, pure o ibride che siano. La osserva sollevarsi e china il biondo capo in un cenno di saluto come lei prende congedo> Lieto di avervi incontrata e penso che potremo ritrovarci <ammette senza rivelare che lui abbia momentaneamente alloggio nella locanda da lei citata. La segue allontanarsi con lo sguardo per poi tornare su Zevran senza dir nulla.>

17:30 Zevran [Fontana]: <al primo commento di Speranza sulla natura dei Naga, rabbrividisce, scoppiando a ridere> per carità toglietemi queste immagini dalla mente! <dunque l'ascolta, sorridendo sempre malizioso.> Evidentemente, non apprezzano allo stesso modo in cui appreziamo noi... ma devo dire, fossi in voi preferireri non essere nei desideri di creature del genere! <fa spallucce, scostandosi una ciocca di capelli e portandola dietro l'orecchio destro. Dunque quando si congeda, le rivolge un inchino teatrale, rispondendole.> Al prossimo incontro dunque, Speranza! Se suonate alla Taverna, mi troverete lì pronto ad udire le vostre storie! <e dunque la seguirebbe con lo sguardo finchè visibile nei giardini, quando si avvierà. Torna su Claymore, nel frattempo, sorridendo divertito.> è strano sentirvi parlare con ironia ma non vedervi sorridere mai! provateci ogni tanto! Alla vita bisogna ridere in faccia, o si rischia di venire risucchiati a fondo da ciò che ti riserva senza possibilità di riemergere... <un piccolo, piccolissimo accenno della sua filosofia di vita..>

17:33 Speranza [Fontana]: Era solo il desiderio di non venir divorata che mi ha spinta a quel passo <ammette la cantastorie andando in difensiva, prima di sorridere con un certo rossore sulle gote agli ultimi complimenti> Ci conto <è l'ultima affermazione rivolta a Zevran, prima di voltare i tacchi e muovere in direzione della zona sud della città>

17:36 Claymore [Fontana]: <Lo sguardo va su Zev nel momento in cui gli si rivolge facendo riferimento all'ironia da lui adoperata unitamente all'assenza di un sorriso> Alla luce di quanto accaduto oggi... <prende a dire con un riferimento implicito alle due scosse di terremoto> Non temete le conseguenze che un mio sorriso potrebbe avere su quest'isola? <domanda fingendosi serio, solo lo sguardo furbo lascia intuire che non lo sia realmente, non del tutto almeno. Un gran sospiro> Se siete in cerca di avventure ho incontrato una donna, una certa Daralis, si è presentata come una studiosa <spiega con fare calmo> Aveva accennato di avventure e possibili ricchezze a Gerda, la nana mercante... <lo informa ancora> Credo sia una via più percorribile che quella del biscione... <conclude facendo spallucce.>


SERA
Chat: Taverna dei Gemelli Floath

22:07 Arya [Esterno] Tutto il giorno è stata impegnata a radunare le macerie causate dalle forti scosse di terremoto e ora stanza, sporca e sudata si ritrova a percorrere le vie del Forte in direzione della Taverna. I lunghi capelli neri ricadono sciolti sul viso abbronzato dai lineamenti morbidi e femminili, alcuni ciuffi ribelli aderiscono sulle tempie per via di uno strato sottile di sudore che va a perlare la fronte. Semplice e comodo il vestiario che va a coprire il corpo composto da un paio di pantaloni scuri arrotolati fin a metà polpaccio e una camicia decisamente qualche taglia in più del dovuto che ricade dritta fino a coprir le natiche. Questa, cosi come il restante del vestiario, è sporco di polvere e di sangue, il candido tessuto è macchiato in più punti e chiazza di sangue ormai imbrunita spicca più di tutti nel centro lasciandosi qualche strascico qua e la. L'insegna della taverna le scatena un lieve sorriso soddisfatto mentre con la destra fa per aprir la porta ignorando gli occhi di chi l'osserva.

22:09 Speranza [Bancone]: <Dopo, il terremoto di quel pomeriggio, la Taverna, solida come una roccia, sta ancora in piedi ad accogliere i propri avventori, mentre Speranza, che non ha ancora cambiato i panni, restando in pantaloni di cotone, stivali alti da donna, camicia bianca e corpetto di cuoio bruno, sorseggia seduta al bancone, nella Speranza di rivedere qualcuno dei suoi compagni d'avventura, con la notizia che stiano tutti bene. I lunghi capelli sono sciolti sulle spalle, e raggiungono circa l'altezza del seno per lunghezza, sul lato sinistro del viso spicca, tra la criniera castano mogano, un lungo ciuffo blu-azzurro, simbolo del suo retaggio elfico, mischiato con sangue umano, dato che le orecchie a punta son ben celate sotto il lungo e mosso crine. Alla vita ha una cinta da cui pendono diversi strumenti, un tamburello di piccoli sonagli, un flauto intagliato e una lira, oltre che la borsetta che contiene il portamonete ed altri strumenti del mestiere...quello del cantastorie. Seduta al bancone, la mezza tiene d'occhio la porta d'ingresso, in attesa di un viso amico.>

22:19 Arya: <Fa quindi il suo ingresso la giovane lasciando che la pesante porta si ri chiuda alle sue spalle privando l'esterno della sua presenza. Per quanto silenziosa la donna è tutt'altro che aggraziata e le occhiate grossolane e la posizione autoritaria che mostra una volta entrata ne è il chiaro esempio. Lenta quindi ciondola verso il bancone, gli occhi sembrano prendere in rassegna tutti e nessuno finendo poi sul oste suo unico obiettivo > Un boccale di Grog.. < Commenta > Dei migliori.. < Aggiunge con un leggero sorrisetto. Il petto si appoggia al bancone, il braccio destro è appoggiato alla sua superficie appiccicosa mentre le dita iniziano a tamburellare. Intanto lo sguardo vaga ancora una volta fino a soffermarsi sulla figura di Speranza a due sgabelli di distanza non di più. un lieve cenno del capo e un mezzo sorriso verso la donna nulla di più per ora. >

22:27 Speranza [Bancone]: <Una dama vestita di panni sporchi, segnati di sangue fa il suo ingresso, a crescere sulle navi impari a conoscerle certe macchie che di certo non sono di qualche succo, ma la donna, malgrado il passo ciondolante, sembra stare bene> Buona sera <saluta per cortesia, senza però mettere mano agli strumenti, quasi per rispetto, d'altronde è ancora abbastanza presto, c'è tempo per tenere allegri gli avventori del locale>

22:49 Speranza [Bancone]: <Appoggiata contro il bancone gli occhi fissi sulla porta, dove diamine è Nathan quando serve...per sapere se sta bene ovviamente. La nuova arrivata le fa verso dopo poco> Uh? <mugugna prima di volgersi alla giovane> si, dama, sono miei... sono una cantastorie <afferma placidamente mentre uno dei gemelli commenta qualcosa e lei arrossisce> Si, ormai sto diventando abbastanza nota in città, a forza di suonare qui in taverna <ammette imbarazzata, ripetendo le parole del uomo>

22:53 Arya [Bancone]: <Gli occhi, di un bel verde non dissimile da quello che si apprezza nella giungla in pieno giorno, sono sono piantati sulla donna > Ah, voi siete quella cantastorie.. < Mormora annuendo pacata > Si vocifera che siete l'anima della festa nelle vie del Forte < Commenta tra un sorso e l'altro > Dunque, volete deliziarmi con una storia? < Domanda incuriosita appoggiando anche l'altra natica sullo sgabello cosi da assumere una posizione più comoda > E' da molto che non sento una strumento suonare.. Vorreste suonarlo per me? < Domanda ancora appoggiando questa volta il boccale di lato lasciando gli occhi puntellati su di lei. >

23:01 Speranza: <Speranza ci pensa un poco su, poche ore prima, mentre stava accordando la lira, si è scatenato il terremoto, non vorrebbe scatenarne un secondo, ma poi riflettendoci, quella cosa non ha senso> va bene <accorda dolcemente, sganciando la lira dalla cintura per poi tenderne delicatamente le corde, ed iniziando a suonare note dal sapore, sicuramente antico, mentre schiocca muta la lingua sul palato ed ingoia saliva prima di intonare un canto trobadorico> Luuucente steeella, che il mio cor desfaii...Con nuovo guardo che move d'amore Aci pietà de quel che per ti timore

23:01 Speranza https://youtu.be/QrKDShPMgcw?t=31s

23:07 Arya: < Quando la donna acconsente a suon per lei un bel sorriso soddisfatto si illumina sul viso. Le corde vengono tese e ogni gesto viene osservato con cura concedendosi come unica distrazione il gesto meccanico della destra che avida porta il boccale alla bocca per disinfettare la gola. Le note lente risuonano nel locale che si zittisce e quando le parole di Speranza escono dalla sua bocca le orecchie sono tutte tese per lei. La lascia fare quindi anche se l'espressione soddisfatta sul viso sparisce pian piano lasciando un viso apparentemente apatico >

23:16 Speranza [Bancone]: I ati toi dolce prometon salute A chi se spechia nello to bel viso E bei ochi toi ladri e l'vago riso Furan mia vita per la lor vertute <è un canto lento, ben diverso dalle ballate movimentate che fa di solito, ma in fondo, dopo tutti gli scombussolamenti del pomeriggio >Merci mostrando de le mie ferute Ma poi pur provo che lo to valore Cum crudeltate struce lo mio core <alcune note strimpellate, e la canzone si conclude con pochi applausi, effettivamente è un comune piuttosto aulico e poetico, ma Speranza non si aspettava in ogni caso, un qualche ritorno di apprezzamento>

23:25 Arya [Bancone]: < < Ascolta ancora in silenzio le note lente rimbombare nella stanza, fa per aprire bocca ma poco dopo la serra costringendosi al silenzio. Inizia quindi a muoversi, ad accavallare una gamba, poi l'altra ed infine torna esattamente nella posizione di partenza con entrambe le gambe appollaiate sul, la schiena dritta e la destra che abbandona il bancone per sorreggere più a lungo il boccale sulle labbra permettendo di prendere una maggiore sorsata del liquore. La musica sembra andar verso un'altrettanta lenta fine e ciò che ne rimane sono pochi applausi > Non è una canzone che ci si aspetterebbe da una Taverna.. < Commenta inclinando appena il capo di lato e a seguire il sopracciglio destro > E'.. < la mano sinistra si muove davanti a se come per ricercar le giuste parole> Una lagna < Si arrende ma subito aggiunge > La gente vuole allegria, la gente vuole venire qui per pensare che il mondo non faccia schifo.. < Spiega> Che i morti di oggi domani toneranno a camminare per strada se cosi decideranno.. < Ultima bevendo un altra lunga sorsata prima di sbattere senza troppo giudizio il boccale sul bancone > Suvvia, sono certa che non era il vostro pezzo migliore.. < Fa una breve pausa ricercando un nome che sembra scivolarli via > Come è che avete detto che vi chiamate? < Domanda senza troppi giri di parole, rude come solo un vecchio di mare può essere >

23:31 Speranza [Bancone]: <Quando hai tatto per la gente, ma la gente finisce per rispondere male, con il suo caratterino Speranza è meglio non stuzzicarla> Speranza Baldassarre, terzogenita del Pirata Baldassarre del Regno di Creatario <è la risposta secca, non perde tempo in chiacchiere, sul fatto che sua madre, cantastorie a sua volta sia L'Usignolo dell'Alba, mentre la figlia a sua volta è chiamata lo Scricciolo, non dice altre parole passando alla canzone successiva, il cavaliere cortese, quella sporca che ha cantato per il membro delle pantere nere> Da lungi giunse un cavaliere cortese, che razzolava lussurioso per i campi; si accorse di una bella fanciulla, mentre ella stava sopraggiungendo per la via. Ella cantava Downe a downe, hey downe derry Ed ella cantava Downe a downe, hey downe derry

23:31 Speranza https://youtu.be/Ifg2NKf1Kh4

23:40 Arya [Bancone]: < Quando la giovane si presenta semplicemente lei china appena il capo > Arya < Risponde mostrando quel gesto cortese che tuttavia fatto da lei risulta forse un pò meccanico e forzato visto quanto impacciato > Dunque Speranza.. < Ripete quel nome mentre le prime note iniziano a vibrare nel locale > Donami la Speranza che domani sarà un giorno migliore di questo.. < Sembra quasi una sfida la sua mentre l'osserva stuzzicare le corde dello strumento. Un nuovo gesto meccanico e un altra consistente sorsata di Grog scivola giù nel esofago trovando accoglienza nello stomaco ora riscaldato e in buona parte pieno di alcool >

23:48 Speranza [Bancone]: Ma quando giunsero alla dimora paterna, ella corse in fretta oltre portone e chiuse fuori il cavaliere. Ed ella cantava Downe a downe, hey downe derry Ed ella cantava Downe a downe, hey downe derry “Mi avevate fuori nei campi, tra il grano e l’avena dove avreste potuto prendermi secondo la vostra volontà, perchè in verità Messere, non vi avrei detto di no.” Disse la bella dalla finestra Ed ella cantava Downe a downe, hey downe derry Ed ella cantava Downe a downe, hey downe derry “Mi avevate anche in mezzo alla brughiera tra i giuchi maturi, dove avreste potuto prendermi secondo la vostra volontà, ma non avete avuto il coraggio di stendermi a terra” Ed ella cantava Downe a downe, hey downe derry Ed ella cantava Downe a downe, hey downe derry Egli sguainò la spada arrugginita e la pulì sulla manica e disse “La maledizione di Jove scenda su questo cuore che crede ad ogni donna”. Ed ella cantava Downe a downe, hey downe derry Ed ella cantava Downe a downe, hey downe derry Quando hai la tua compagna a un miglio o due dalla città, non risparmiare le sue gaie vesti, ma stendi il suo corpo a terra” Ed ella cantava Downe a downe, hey downe derry Ed ella cantava Downe a downe, hey downe derry <anche se la ritmica non è molto più veloce di quella di prima, la canzone è sicuramente satirica dato che parla di una donna che inganna l'uomo che la desidera, promettendogli tesori ed un morbido letto dove possederla ma lo frega chiudendolo fuori. Gli avventori che non è la prima volta che la sentono rispetto al ultima si uniscono al coro del ritornello ridacchiando nella consapevolezza del cavaliere cortese da ascoltare la bugia della donna. Ma di fatto questa sera Speranza non è particolarmente in vena di saltare a ballare sul bancone o sui tavoli, sono numerose le occhiate che lancia al ingresso, ignorando in gran parte le richieste della dama nessuna canzone, in effetti parla di un domani, ma solo di un passato di storie.>

23:58 Arya [Bancone--> Ingresso]: < Ascolta la seconda canzone che sembra suscitare l'interesse di un pubblico maggiore e dunque le labbra si tendono in un sorriso. Il boccale in un ultimo gesto viene ultimato e la destra può finalmente riporlo per l'ultima volta sul bancone lasciandolo risuonare con un secco tonfo > La cosa divertente è questi uomini ridono e cantano ma sarà il loro destino < E se la ride di gusto la giovane arricciando il nasino. Si da un contegno poco dopo e l'ennesima occhiata di Speranza verso l'ingresso la fa staccare dal bancone > Sembra che tu voglia fuggire da queste mura o forse vedervi accedere qualcheduno.. < Il capo viene alzato mentre le natiche scivolano dallo sgabello lasciando nuovamente che i piedi tocchino il terreno > Se volete fuggire scappate se siete in attesa.. < Alza leggermente le spalle > Probabilmente non verrà..l'ora è tarda ormai. < Fatalista accenna un lieve sorriso > Andatelo a cercare < Mugugna poi allontanandosi di un sol passo dallo sgabello > L'isola dopo tutto non è cosi grande e nessun stolto oserebbe metter piede nella giungla quando la notte cala. < Annuncia e poco dopo alza la sinistra > Lieta serata Speranza e.. < Accenna un nuovo inchino con la testa questa volta più misurato > buona fortuna..< Con far lento e ciondolante dunque si dirige verso l'uscita congedandosi>

00:04 Speranza [Bancone]: E' il loro destino, ma è anche qualcosa che succede spesso, è da stolti prendersela, meglio riderci su <commenta filosofica la mezza ed annuisce grave al affermazione della giovane> Non credo tarderà, dorme qui....<commenta pensierosa, prima di augurare> Buona notte dama Arya

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