01 maggio 2017

Sessioni di Gioco di Ruolo: Isla Calina 27 Aprile 2017

GDR: Isla Calina
Chat: Quartiere dei Mercati
Modalità: Quest (interviene il fato a gestire i giochi)

Serata senza luna, quella odierna, ma le stelle brillano, alte nel cielo notturno, splendenti, senza una nubo ad impedirne la visuale. C'è caldo, la tipica afa dell'Isola, mitigata leggermente dalla lieve brezza che soffia da sud, portando con se l'odore dell'oceano, salato, unico. Il quartiere, nonostante l'ora tarda, manifesta ancora vita, dato che molte bancarelle sono ancora aperte, e molti mercanti approfittano per gli ultima affari dei clienti ancora presenti. Una su tutte attira l'attenzione, una specie di carretto posizionato un poco defliato, sul ciglio della strada. Attira l'attenzione perchè non ha merce esposta, ma solo teli e stoffe che coprono il banco, nascondendo alla vista quello che v'è sotto. Dietro il bancone, una figura avvolta in una specie di tunica, che la copre interamente, lasciando scoperti solo gli occhi, comunque non visibili per via delle ombre.


21:53 Alatariel [Bancarelle] Sta passeggiando per i mercati. Si nota, l'elfa, per via dell'altezza: quasi due metri per una stangona dagli arti sottili e dai fianchi stretti, lunghi capelli scuri legati dietro il capo in una coda alta, che hanno riflessi azzurri ogni volta che una luce li colpisce, pelle chiara ma non bruciata dal sole in nessuna sua parte e dei segni bianchi che nell'oscurità emergono con ancor più insolenza sull'incarnato. Orecchie a punta rese ben visibili dalla capigliatura, camicia bianca aperta sul davanti praticamente fino all'ombelico, la collana nera posa al centro e sulla fasciatura che con evidenza contiene il seno non troppo pronunciato. La cinta ai fianchi regge ben due armi: sciabola al fianco destro, spada corta a battere contro l'esterno della coscia sinistra. Un foglio fa capolino dal bordo dei pantaloni intorno alla vita, mentre una bussola penzola inerte legata a un laccetto assicurato sempre alla cinta. Sbircia tra le bancarelle sospirando appena di quando in quando: la pelle è lievemente lucida, per via del calore, e il respiro non del tutto regolare. Si trova nei pressi del carretto che tanto sembra attrarre interesse e si avvicina, lentamente, studiando la situazione in silenzio, orecchi e occhi ben aperti.

21:57 Sigrun [Bancarelle]: <Lo sguardo chiaro della ragazza tatuata osserva le stelle, scorrendo tra esse, come se in queste cercasse e potesse trovare le sue risposte. Quella che doveva essere una nuova vita per lei, una seconda occasione, si sta rivelando giorno dopo giorno più in salita. Ha incontrato alcune persone da quando è qua, e non tutte normali. Ha capito che ci sono pericoli, e che non potrà permettersi di stare tranquilla. Ha mentito a se stessa, quando aveva detto che per un po' non avrebbe messo piede in città, scegliendo la promiscuità della periferia o il lento andir vieni delle onde sulla spiaggia, eccola infatti qua, a passeggiar in una zona dove si vende di tutto, e anche a quest'ora pare. Rifiuta con un cenno del capo l'offerta di un mercante che le propone alcune collane che espone sul proprio avambraccio, accelerando quindi i suoi passi, giusto per toglierselo dai piedi, e ritrovandosi così sul ciglio della strada. Le basterebbe attraversarla per raggiungere quel carretto un po' più sfigato degli altri, anche se proprio per questo oggetto di interesse altrui, lei infatti quasi non lo calcola, per potenziali acquisti, ma si ritrova, quasi inconsapevolmente a fermarsi nei paraggi>

21:58 Speranza [Strada] Un altra notte senza luna, la volta celeste illuminata solo dalle stelle. Una serata che anche solo per svago, è meglio non muoversi da soli... O almeno i più assennati farebbero così... ma la serata, ha sorpreso lo scricciolo dal piumaggio leonino, all'ombra degli alberi del giardino della conoscenza, così la chiamavano la madre e i fratellastri maggiori, scricciolo. Un passerotto minuto, agile, curioso e dalla voce armoniosa, come Speranza era sin da piccola. Ed è da quel giardino che giunge la mezzelfa vestita di panni maschili salvo il corpetto di cuoio a scopo meramente difensivo, dato che il pugnale non è nemmeno in vista, infilato in uno degli alti stivali. Le orecchie a punta oggi decorate con un orecchino a tema silvano, sono ben nascoste sotto i capelli castano mogano, e gli occhi nocciola ancora curiosano tra le bancarelle aperte dove le superfici lucide, giocano con il movimento degli astri.

Sigrun e Alatariel, avvicinandosi, potrebbero percepire un odore intenso, pungente. Spezie esotiche, mescolate a robuste dosi di acqua e rose. Un profumo si forte, ma che sembra celare in se qualcosa di stonato, qualcosa di sbagliato, come se nascondesse una nota di marciume, di putridume, appena percettibile, sotto la superficie. Ma avvicinandosi, non è dalle merciascoste che l'aroma proviene, bensì dalla figura imbacuccata. Figura che viste le due, solleva un braccio, la mano nascosta dalla lunga manica, indicando davanti a se il bancone.

22:07 Alatariel [Banco] Arriccia il naso nel sentire quell'odore di marcio, o forse quello pungente delle spezie, difficile a dirsi. I pollici sono infilati all'interno dell'orlo dei pantaloni, insieme a quel foglio piegato; muove un ulteriore passo di avvicinamento, dopo aver rivolto un'occhiata veloce a Sigrun non molto distante e con lei chiunque sia abbastanza vicino. Tiene il capo leggermente chino sia per vedere l'umana che per guardare il banco, che percorre con gli occhi azzurri e molto chiari. Schiocca la lingua appena, poi la mano sinistra va a posarsi con un gesto quasi distratto sull'impugnatura della sciabola, che non toglie però dal suo supporto, mentre la destra va a cercare di afferrare quel telo e sollevarlo, almeno in parte, per scoprire cosa ci sia al di sotto, senza chiedere ulteriori permessi o conferme. Un gesto aggraziato come tutti quelli che compie, in virtù di razza; di Speranza non sembra neanche essersi accorta, essendo alle prese con la mercante dall'aria misteriosa.

22:09 Sigrun [Banco]: < I suoi abiti di tessuto ne contengono veramente poco, indossa un corpetto in pelle, una sorta di armatura, che lascia visibili le spalle e il collo, tatuati con i disegni e i colori delle onde del mare, così come questi stessi disegni si ripetono sul suo volto. Anche le gambe sono scoperte, alla vita un gonnellino che altro non è che un drappo di cuoio che, grazie ad una cintura, lascia due baveri uno sul davanti e l'altro sul dietro, e sotto il bavero posteriore è celato il pugnale. Forse a stonare un po' ci sono degli stivali forti, robusti con le protezioni. Continua a soffermarsi sulla bancarella dei tessuti, quando alle sue narici arriva un odore, dapprima piacevole, poi con un retrogusto indecifrabile, che la porta a corrucciare la fronta e a dipingere sulle labbra un espressione perplessa, soprattutto quando si accorge che c'è una punta di marciume. Un motivo in più per fermarsi, e una nuova domanda da porsi, mentre nel suo visus appare la figura intunicata che indica le proprie merci. Rifiutare potrebbe essere cosa poco gradita, in fondo non conosce appieno le usanze locali, pertanto sceglie di attraversare la strada e avvicinarsi. L'alta elfa che la supera in altezza di quasi tutta la testa, la nota, ma al momento non è altro che una delle figure che popolano il mercato e le bancarelle>

22:12 Daralis [Mercato]: <Indossa un abito bianco di gorless, la gonna è lunga e arriva fino alle caviglie e ai piedi un paio di scarpette da dama, sulle spalle un manto nero tanto quanto il velo sottile che porta sul capo, tessuto tanto leggero da essere smosso dalla leggera brezza, tra le braccia mantiene una coppia di libri sottili e piccoli grandi meno di un piatto, accanto a lei un piccolo bambino ben vestito, un po' paffuto e in salute> Bene Arther, domani riprenderemo con un ripasso sui riti dei Loa, ricordati di completare la pergamena prima di mezzodì <alza lo sguardo verso un chiosco poco distante dove un uomo panciuto e vestito sfarzosamente aspetta> Orsù va da tuo padre! <Lo esorta con un dolce sorriso materno, il bambino la guarda con un'espressione adorante prima di correre in direzione del genitore, la tutrice fa un leggero inchino osservando il mercante> Lieta serata Messer Fornival <la donna si volta in direzione delle bancarelle e si avvia sommariamente in direzione di queste cercando con lo sguardo di vedere se qualcosa possa attrarre la propria attenzione>

22:12 Speranza [Strada]: <Alla cintura solo pochi strumenti, la lira e il flauto, dopo la disavventura con il naga sulla spiaggia, ha deciso di portarsi il tamburello di sonagli appresso solo quando suona nelle case private o in taverna> mh,mh,mh <mormora una mormora delle note a labbra strette, seguendo la sua via, prima di intravvedere lontano dama Alatariel, verso la quale leva la destra in segno di saluto avvicinandosi a passo allegro nomando> Fiordaliso! <L'elfa le ha chiesto di evitare di darle della dama e la mezza ha imparato ad eseguire la richiesta, ma ristretta alle mura di Nuovo Forte, è felice di vederla>

Per uno di quei strani casi, il banchetto che tanto aveva suscitato l'interesse degli ultimi avventori del mercato, ora viene bellamente ignorato dai più, dopo che varie figure femminili vi si sono avvicinante. Sigrun attraversa la strada, e una volta al banchetto, potrà sentire lo sguardo della figura nascosta su di se, come se la studiasse, con una tale intensità da mettere i brividi. Ora che sono tutte vicine, gli occhi del mercante si mostrano. Due occhi dai tagli a mandorla, dal colore strano, una sfumatura rossiccia, che pare brillare alla luce dei lumi posti per illuminare la merce. Merce che Alatariel scopre, con un gesto deciso. Il bancone viene dunque liberato, e su di esso sostano, distanziati con cura gli uni dagli altri, tre anelli. Solo tre semplici anelli, in quello che sembra essere oro. Il mercante li indica, e nel gesto, nel movimento, include anche Speranza e Daralis, appena arrivate. Nel muovere il braccio, l'odore di pesce marcio si fa più intenso. Mormora anche qualcosa, ma la voce è così bassa da risultare impossibile dire cosa.

22:21 Alatariel [Banco] <Daralis è una persona tra le altre, ma il richiamo di Speranza che pronuncia il proprio nomignolo la fa voltare con il capo senza che le spalle seguano il movimento> ... sera ragazzina. <ricambia, con un sorriso accennato, ma convinto> Lieta di vedere che sei ancora tutta intera... <sincera a sua volta in quell'esternazione; quando ha scoperto il banco ciò che le si presentano davanti sono tre anelli. Monili che la portano a sollevare un sopracciglio, in un moto di piena perplessità. Arriccia il naso di nuovo a quella zaffata che assume un'aroma ancora più definito: pesce marcio. Piega le labbra come se avesse appena ingoiato mezzo limone, prima di concentrarsi sugli anelli. Ma fa mezzo passo di lato, quasi facesse posto per Speranza appena arrivata> ... che cos'avrebbero di tanto speciale questi anelli? <domanda diretta verso la donna, le cui parole risultano incomprensibili persino per le sue orecchie a punta dall'udito sovrumano> E parla più forte: non riesco a capire quello che dici. <il tono, per quanto sbrigativo, non è aggressivo né ostile. Nonostante le armi in bella vista, non sembrerebbe un'attaccabrighe o un tipo particolarmente pericoloso, l'elfa>

22:26 Sigrun [Banco]: <Si guarda intorno, stupendosi che alcune tra le persone che prima curiosavano questo strano banchetto ora si siano defilate. Attribuisce questa scelta all'odore, che non sembra scemare, in quel contrasto tra piacevole e marcio, che ancora non riesce a definire. Osserva gli occhi che a sua volta la osservano, fessurizzando i propri celesti, chiarissimi, in contrasto con quelli rossicci che riflettono la luce dei lumi e che la puntano, donandole una sensazione poco piacevole, brividi, non una novità di questi giorni. Sta di fatto che la ragazza tatuata si stringe nelle proprie braccia, guardandosi intorno un secondo. Poi cerca per un attimo lo sguardo di Alatariel, che non conosce, alzando il capo, ma la sua attenzione è immediatamente rapita dal gesto deciso che libera il bancone. L'odore che si sprigiona in questo momento la fa indietreggiare di un passo, così vede Speranza, che aveva sentito esibirsi nella locanda qualche giorno prima. Un cenno del capo veloce, prima di portare gli occhi a tracciare le figure degli anelli, riscoprendo il suo recente passato da ladra. Le parole non le ha capite, ma qualcun'altra chiede spiegazioni. Di Daralis non si è avveduta al momento. >

22:31 Daralis [Mercato]: <Sta camminando osservando l'ambiente prima di vedere quei tre anelli e quel gesto d'invito, Alatariel fa posto a Speranza, lei manda un'occhiata ad entrambe> Lieta serata, cos'abbiamo qui'? <Domanda con un tono cortese per quanto il contenuto di quell'uscita sia deliziosamente colloquiale ma sostenuto e non invadente, lei non è invadente, lo si vede dalla postura immobile, non cerca nemmeno di avvicinarsi in direzione degli anelli, semplicemente rimane a soppesare quell'odore di pesce marcio che non sembra turbarla per niente all'inizio ma quando sente quel mormorio e l'odore che esponenzialmente si fa più forte lo sguardo della donna muta leggermente mentre osserva la sagoma imbacuccata, CERCHERA' di compiere solo due piccoli passi di lato in modo da, qualora dovesse riuscire nell'atto, avvicinarsi un po' al mercante come per esaminarlo, l'odore nauseabondo le perfora le narici, eppure respira a pieni polmoni e lo sguardo par in cerca della fonte di quel putrido profumo.>

22:36 Speranza [Bancarella]: <Speranza sorride giungendo in direzione della bancarella ed annuisce alle parole del elfa> Si, per ora si <alla luce delle stelle si mettono a sfavillare alla vista, i tre anelli, indicati dalla figura ammantata, mente un forte lezzo di pesce marcio si fa strada. Anche senza essere un pirata, Speranza ha passato qualche anno sulla Alidivento con Wilson, il primo degli eredi del primo pirata Baldassarre, e quel odore lo ha sentito spesso, specie in cambusa, dalla finestra dove il cuoco gettava gli scarti inutilizzabili del pescato> ugh <commenta la mezza disgustata dal percepire di nuovo quel odore dopo anni, ritraendosi qualche passo suggerendo> Temo che oltre alla mostra delle vostre belle mercanzie, vi sarebbe necessario un bagno, messere <diretta, sincera fino al midollo, tanto da poter quasi sembrare scortese, poi nota Sigrun, di cui ricambia il cenno del capo ribattezzandola> Mare dipinto <anche se presa dai fatti propri, i convenevoli della ladra con il rettore in merito ai suoi tatuaggi, li ha sentiti bene, mentre della terza donna, vestita in strano modo, in bianco ed in nero, beh.. la nota ma l'è totalmente estranea quindi si lascia sfuggire solo un cortese> sera

Ora che le quattro donne sono vicine al banchetto, sembra quasi che tutto il resto svanisca, e non è tanto una mera impressione, dato che, se si guardassero attorno, potrebbero notare che in effetti la zona sembra essere stata avvolta da una coltre di tenebre fitte, come se tutte le altre bancarelle avessero spento i lumi. Una tenebra che non lascia nemmero arrivare suoni. Una specie di guscio, o forse il mercato ora è vuoto, non è facile capirlo. Le uniche fonte di luce sono le candele di quello strano banchetto. Gli anelli hanno un qualcosa che attira lo sguardo, è innegabile, come se possedessero un fascino unico, nonostante l'aspetto tanto semplice. Alla domanda di Alatariel la figura incappucciata reagisce fermandosi. Osserva l'elfa di mare, e improvvisamente inizia a parlare. Ha una voce strana, femminile si direbbe, anche se l'accento non è mai stato sentito da nessuno su quell'isola. Parla strascicando le parole, come se non fosse la propria lingua madre, come se avesse difficoltà ad esprimersi [VENGONO DA TEMPIO. DA TEMPIO SOMMERSO] Parla, ma la cosa strana, per chi prestasse particolare attenzione, è che la voce non sembrerebbe giungere da dove ci si aspetterebbe che la figura abbia la bocca, benchè nascosta, ma da più in basso, verso il petto. Daralis, annusando a pieni polmoni l'odore del mercante, si sentirà preda di capogiri, come se fosse troppo per un essere umano. Le parole di Speranza invece non sembrano incrinare l'atteggiamento della figura nascosta, dato che ad essa non replica. Si limita a fissarla, gli occhi screziati di rosso che non sembrano chiudersi mai. Uno sguardo che potrebbe metterla a disagio. Intanto, Sigrun, sentirà farsi strada nella mente un pensiero, un pensiero che non le appartiene. PRENDIMI. Ecco cosa dice quel pensiero. PRENDIMI. E inizia quando fissa l'anello di destra.

22:44 Alatariel [Banco]: <segue con la coda dell'occhio l'indietreggiare di Sigrun, mentre fa scivolare via dalla sciabola le dita che vi aveva poggiato. Alla domanda che arriva da Daralis allunga un'occhiata in sua direzione e la squadra per un attimo, senza malizia o cattiveria. Muove un cenno del capo in sua direzione> È quello che sto cercando di capire... a quanto pare tre anelli per quattro fanciulle. <lieve ironia, quasi escludesse qualcuna delle presente dalla categoria, senza precisare chi. Segue i movimenti della nuova arrivata che va avvicinandosi al mercante almeno fino a quando non abbassa il capo verso Speranza che reagisce com'è ovvio all'odore emanato dalla figura nascosta. Raddrizza però la schiena e serra la mascella nel momento in cui tutto ciò che c'è intorno a loro viene avvolto dall'ombra, eppure non sembra intimorita, solo molto attenta. Fissa lo sguardo verso la mercante che parla, abbassandolo solo per un attimo sotto il presunto spazio dove si trova il suo collo, prima di tornare verso i suoi occhi> Dal tempio sommerso. <ripete, passando poi la lingua sul labbro inferiore, con aria valutativa> E quanto... <il fascino degli anelli non la lascia indifferente, sebbene collana a parte non faccia attualmente sfoggio di altri monili> ... vorresti per ognuno di questi? <domanda> O cosa? <precisa, poco dopo>

22:50 Sigrun [Banco]: <Uno sguardo anche alla nuova giunta, di bianco vestita, la osserva un attimo, prima di rivolgerle un cenno del capo, accompagnato dalle dita della sua mano destra che si sfiorano la fronte e poi si allungano leggermente verso di lei, in un modo di salutare tipico della piccola cittadina da cui proviene. Alza poi un sopracciglio quando sente il modo in cui Speranza l'appella, ma il suo volto e la sua espressione non mostrano ostilità alcuna, in fondo è vero, sul suo corpo sono dipinte le onde del mare. Sebbene non noti la coltre di tenebre alle sue spalle, poichè si trova con il ventre praticamente contro il bancone, la sensazione che il mondo sia in questo istante limitato a quel banco, alle quattro donne e alla pittoresca commerciante, si fa strada in lei. Ascolta le parole della mercante avvolta dalla tunica, e le comprende pure, ma si ritrova a guardare un attimo il suo petto per l'appunto, da dove ha l'impressione che la voce sia giunta, ma, nel distoglier lo sguardo, incontra l'anello di destra, che cattura oltremodo la sua attenzione, più di quanto dovrebbe sicuramente, tanto che si ritrova a fissarlo proprio, e mentre le parole di Alatariel le giungono poco distinte, quasi casuali, la tentazione di afferrare quell'anello supera tutti i propositi che si era fatta di non rubare più, una volta lasciata casa sua, e da esperta qual'è finge di cadere. Ovviamente rimane in piedi, perchè volutamente cerca l'appoggio sulla spalla di chi le è vicino (Alathariel) con la mano destra ben aperta, ma sarà la mancina che CERCHERA' di far sparire l'anello, avendo attirato l'attenzione su di sè ma sull'altra mano, e magari aver distolto gli sguardi dal banco e dalle sue merci...>

22:58 Daralis [Mercato]: <Il capogiro le arriva ed è sufficentemente forte da non farle ritentare quella bella inalata, gli manda un'occhiata e sembra masochisticamente di volerlo rifare, non che abbia prodotto un suono con quella sniffata, quello è un naso a patatina di tutto rispetto, alle parole di Alatariel batte un paio di volte le ciglia scure> Tre per... quattro dame? < alza le sopracciglia> Oh, no, no mie signore, sono soltanto un'umile studiosa e tutrice, la mia devozione va alla sapienza e ai Loa, non desidero attrarre gli sguardi di nessuno indossando monili di ogni sorta... <Un tiepido sorriso mentre abbassa lo sguardo> Prendeteli pure voi... un gioiello non distrarrà nessuno dalla beltà che già possedete <caldo e gentile il tono mentre lo sguardo ricade sul figuro quando sembra notare che quella voce non giunge dal viso ma dal petto> Messere avete una ragnatela qui... <istintivamente CERCHERA' di, usufruendo dei due libri di emulare uno strofinio con l'angolo della copertina sulla spalla dell'individuo prima di, cercando di non attirare troppo l'attenzione SPINGERE appena usando il taglio della parte superiore dei due piccoli tomi, la spinta qualora dovesse andare a segno sarebbe leggera, nemmeno con un bastoncino stia cercando di toccare una cacca>

22:59 Speranza [Bancarella]: <Il tempio? Il tempio sommerso? La luce cala, o almeno sembra calare in quella notte senza luna, la mezzelfa sfarfalla le ciglia perplessa, leggermente agitata, si guarda attorno, anche il suono del vento, della brezza notturna sembra attutito e la voce della figura, stona, quasi quanto l'odore di pesce, o forse stona il fatto che non dia segno di essersela presa, in ironia od ira. La cantastorie non capisce e mentre Fiordaliso chiede il costo, la Baldassarre domanda> Quale tempio sommerso? <sarà che l'incontro con il naga Kaii l'ha resa sospettosa di quanto riguarda il mare e le sue creature, o le numerose nozioni apprese negli ultimi giorni...inspira a fondo cercando di indietreggiare di qualche passo, storce le labbra e deglutisce a vuoto fissando quegli occhi rossi prima di commentare chiaramente> Mi fa paura <anche il naga aveva gli occhi rossi, solo che quello era decisamente più grosso>

Man mano che il tempo passa, le tenebre si fanno più vicine, più opprimenti, come se la luce delle candele si indebolisse sempre di più. Se anche avesse notato il gesto di Sigrun, non lo da a vedere, se non con un lieve gracidio che ricorda molto vagamente una risata, o per lo meno, una sua strana forma disgustosa. [UNA NON INTERESSATA. UNA GIA' RAPITA. DUE ANELLI PER DUE DAME] Dice, ad Alatariel, fissandola negli occhi. Quando Daralis cerca di toccare la figura, accade qualcosa. L'angolo del libro incontra la figura, ma ne riceve una scarica, come di energia, tanto intensa da provocare dolore fisico all'umana incauta. Una scarica che parte dalla punta delle dita della mano, e risale su, per il braccio, fino alla spalla, al capo. [PAURA O INTERESSE?] Chiede a Speranza. Sposta le mani, e spariscono dietro il banco. Riappare una clessidra, che viene posata. [UN GIRO DI CLESSIDRA PER LA SCELTA. UN ANELLO PER UN DOBLONE] Che ci sia qualcosa sotto è palese, chiaro come il sole a mezzogiorno. Ma la sabbia della clessidra corre, e il mercante fissa Alatariel e Speranza. Sigrun, una volta preso l'anello, proverà una sensazione di caldo, pace e benessere.

23:11 Alatariel [Banco]: <alle parole di Daralis accenna un tiepido interesse per il suo professarsi studiosa, la studia di nuovo per qualche attimo con più attenzione, che vira alla diffidenza al complimento successivo in merito alla bellezza. In tutto questo non dice niente: non commenta e non ribatte, anche se la parola "Loa" snocciolata con tanta naturalezza sembra averla turbata appena. Neanche il tempo di distogliere l'attenzione dagli anelli per dedicarsi a Daralis che la mano di Sigrun le arriva alla spalla e la costringe a voltarsi in sua direzione; osserva all'altezza del viso, in effetti, con un'occhiata vagamente interrogativa, ma quando torna a guardare il banco uno degli anelli è bello che sparito. Si acciglia visibilmente> Ehi, ma che... <nel frattempo Speranza se ne esce con quell'ultima esternazione, che la distoglie dalla sparizione> Sta tranquilla. <mormora verso di lei, con più sicurezza di quanta non ne dimostri la mezzosangue, che ricambia lo sguardo della creatura sostenendolo, per quanto possa essere innaturale. Alle parole della mercante l'elfa non ha molte esitazioni e infila la mano in tasca, prendendo due dobloni che posa sul banco, spingendoli con la superficie con due dita. Tuttavia non accenna ancora a toccare nessuno dei due anelli> Dov'è finito il terzo? <domanda a mezza bocca, denti stretti, verso Sigrun. Non ha il tono di chi la stia incolpando, tuttavia>

23:15 Sigrun [Banco]: < E' assorta nei suoi pensieri, anzi, in quel pensiero fisso che, più che un pensiero è stato per lei un richiamo al quale non è stata capace di resistere. Ed ecco perchè le parole delle altre donne presenti li, con lei, non sortiscono alcuna reazione, sebbene ne abbia percepito il suono e anche in parte il significato. Si ritrova l'anello nella mano sinistra, sembra che il suo colpo di mano sia riuscito, e quel gracidio che pare una risata, non lo collega in alcun modo al suo gesto appena compiuto. Quello che sa, e quello che realmente le importa, è che non prova rimorso per quanto ha fatto, nè per aver disatteso il voto di non rubare più, dedicato alla memoria dei suoi compari impiccati per esser stati beccati. Anzi, non solo. In contrasto alle tenebre che nota farsi opprimenti, la sua reazione sembra esser di calore, e anche di benessere in un certo senso, tanto che, sulle sue labbra compare un sorriso a metà tra l'etereo e l'ebete. Sospira per il caldo che aumenta, e se indossasse qualcosa di più certamente se ne disferebbe, ma compie solo il gesto di allentare un po' il corpetto di cuoio che indossa e, nel mentre, non è casuale che l'anello sottratto scivoli in una delle coppe. Giungono in questo momento le parole di Alathariel che la ragazza tatuata osserva, sempre con quell'espressione un po' beata recente, rispondendole con voce suadente e molto cadenzata> Non ne ho idea <e le mostra i palmi delle mani ben aperti adesso, insieme a un sorriso ambiguo>

23:19 Daralis [Banco]: <Ha il tempo di toccare la sagoma che riceve quella scarica elettrica, le dita abbandonano i libri che tonfano sul pavimento, emette un gemito strozzato e immediatamente porta la mano destra ad afferrarsi il braccio sinistro all'altezza del gomito, cade sul posto finendo di sedere sui propri talloni, poi si stringe il braccio accasciandosi di lato> Ah... gh... Str... stregoneria! Che... che dolore! Aiuto! <inizia con quella voce rauca e dal tono sofferente> Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Guardie! Aggressione! Mi sento svenire! <A tono ALTO richiede l'aiuto delle forze dell'ordine prima di stringere i denti e reggersi il braccio, fissa con un'espressione spaventata verso il figuro imbacuccato, insomma una donna visibilmente di tutto rispetto e dal fare elegante che appare in sofferenza>

23:21 Speranza [Bancarella]: N-ne uno ne l'altro <risponde balbettando la cantastorie, deglutisce a vuoto> Esperienza...<l'esperienza con la congrega delle streghe, le alchimiste legate alla madre di suo fratello Cosimo, la strega Pandora, in grado di creare illusioni con essenze legate nei gioielli, orecchini, ciondoli, chiude gli occhi, mentre sente tintinnare i dobloni di Alatariel sul banco per i due anelli rimasti> Ogni anello, è una prigione, come negli sposi, Fiordaliso <ammonisce, con la testa che le inizia a girare, mentre riapre gli occhi, l'odore di pesce marcio le da la nausea> e un simbolo molto antico, un patto, una promessa <leva la mancina a coprirsi le labbra, inspira a fondo, cerca di indietreggiare in quel guscio d'ombra, ha bisogno del vento sulle gote che diventano gradualmente più rosse, ma ancora trattiene la cena sullo stomaco, o almeno così si vuole imporre, ed anche l'agitarsi di Daralis, sicuramente non migliora la situazione>

Le urla di Daralis, che in una situazione normale avrebbero attirato l'attenzione delle Pantere Corazzate, o anche di malintenzionati, sembrano venire assorbite dal muro di tenebre, come se non potessero oltrepassarlo. Ma nonostanter questo, mettono in agitazione la figura de mercante, che ora si guarda attorn, come se temesse l'arrivo di qualcuno. O qualcosa. [ULTIMA OCCASIONE] Indicando i due anelli, concentrandosi su Alatariel. I due anelli superstiti sembrano brillare, come se volessero mettersi in mostra, come se invitassero le astanti a coglierli [ULTIMA OCCASIONE] Ripete, ancora, e con la destra, ora visibile, raccoglie la clessidra, riponendola. Una mano squamata, verde. Ancorasi guarda attorno, e sembra persino preoccupata, quella figura, ma dalle tenebre. [VELOCI, VELOCI] Incita..

23:29 Alatariel [Banco]: <Sigrun le mostra le mani libere e l'elfa non fa ulteriori domande, mentre valuta la reazione delle varie donne. In particolare Daralis che si accascia in quella maniera urlando alla stregoneria e invocando l'aiuto delle guardie la porta a irrigidirsi e toccare di nuovo con la mano l'arma, solo che stavolta la toglie dal fianco e la porta a puntare contro il terreno. Non minaccia la mercante in alcun modo, ma sembra pronta a reagire> Dietro di me, dunque, signore. <invita le altre, prestando orecchio alle parole di Speranza. Sul volto di nuovo mezzo sorriso> Non temo la gabbia, ragazzina. <le assicura, lasciando i due dobloni sul bancone. Sembra quella che ha meno problemi col fetore emanato dalla creatura, per qualche motivo, per quanto sia chiaro che non le faccia piacere. La mano libera va dunque a cercare di raccogliere entrambi gli anelli rimasti nel palmo, stringendo la mano a pugno nell'afferrarli e sottrarli così al contatto con il ripiano di legno. Non si guarda intorno a lei, nonostante l'apparente preoccupazione della mercante dalla mano squamata, continua a fissare lei, con la sinistra che regge l'arma, parallela alla gamba, il piatto verso la coscia>

23:33 Sigrun [Banco]: < Subito dopo aver risposto a Alathariel sente le parole di Daralis, il riferimento alla stregoneria, per un attimo la rende interdetta, Sigrun non è molto religiosa, ma è molto supertiziosa, e alza le sopracciglia. Solo la sensazione di benessere che prova insieme al calore che sembra diffondersi nel suo corpo le impedisce di aver una reazione un po' più veemente> Ma suvvia, quale stregoneria, non c'è bisogno delle guardie, venite mia cara <le dice> poggiatevi a me <pace e benessere, e vuole anche un po' di bene a tutti Sigrun, tanto che la sua voce è estremamente dolce adesso. E poi guarda Speranza> ma quale prigione cosa dite? <ride persino la ladra, finendo per guardare poi il o la mercante che sia e darle inconsapevolmente manforte> guardate questi anelli come brillano, come possono essere una prigione, prendeteli <dice all'elfa e alla mezzelfa> una nota di preziosità per voi <forse doveva fare la commerciante> diteglielo anche voi <si rivolge direttamente alla mercante, notando solo ora la mano squamata che, nello stato in cui si trova, la fa solo tacere, non spaventare come dovrebbe, anche se nel dubbio accoglie l'invito di Alatariel ponendosi dietro questa >

23:42 Daralis [Banco]: <Rimane lì seduta con le gambe di lato, l'espressione spaventata mentre guarda la sagoma, non sente eppure nessuno sferragliare di corazze, nessuna fiaccola e niente forconi, lo sguardo ambrato infatti per una frazione di secondo con fare serpentesco si sposta verso la zona da cui sembrava aspettarsi rinforzi, solo allora sembra collegare quella tenebra a qualcosa> Voi! <verso Alatariel> Badate... questa mercante deve essere una vile fattucca! <sventola la mano verso la mercante> Fate qualcosa! <Quando sigrun si avvicina in quel modo lei la guarda mandandole un'espressione piena di Speranza> Oh, grazie, finalmente qualcuno si preoccupa, le gambe non mi reggono, devo essermi fatta male <piagnucola> E' una strega ve lo dico io! Bruciatela! Dov'è un inquisitore quando serve? Vergine a terra, Vergine a terra! <ci riprova a chiamare le forze dell'ordine mentre porge le mani verso Sigrun come a dirle "prendimi in braccio brutta sguattera">

23:44 Speranza [Bancarella]: <Dietro l'elfa di due metri? Non ci vuole molto vista la propria altezza, insomma Speranza non se lo fa dire due volte, mentre Sigrun accompagna Daralis in difesa, e inghiottendo aria a vuoto, cerca di sfilare in fretta il flauto dalla cinta, occhi rossi, zampe squamate, se fosse un naga, solo più piccolo>è una metafora <è la risposta alla umana tatuata> attente alle orecchie <suggerisce, riempiendo i polmoni di più aria possibile per suonare una nota acuta, la più acuta possibile, se Kaii soffriva nel sentirlo suonare normalmente, come avrebbe reagito il mercante squamato ad un simile fischio prolungato? Eventualmente avrebbe solo richiamato l'attenzione dei passanti tutto sommato>

23:44 Speranza usa Flauto : Flauto in legno intarsiato, perfetto per esprimere le proprie musiche e le proprie gioie in qualunque momento e luogo, grazie anche alle sue dimensioni ridotte che permettono al musicante di portarlo con se ovunque con praticità.

Alatariel riese nel suo intento, anche perchè, in effetti, nessuno glielo impedisce. Raccoglie i due anelli, e il mercante raccoglie i due dobloni, segno che il patto è stato stretto. Non si preoccupa di dar manforte a Sigrun, non si preoccupa di Daralis che invoca le guardie. E non si preoccupa nemmeno di Speranza, sottovalutandola. Quando infatti questa estrae il flauto, e inizia a suonarlo, scatena una reazione alquanto notevole nel mercante. Caccia un urlo, acuto, si porta le mani alle orecchie, e da le spalle ai presenti. Scappa, ma non corre. Nonostante le vesti, si nota che non ha gambe, ma qualcosa che striscia, come una lunga coda. Scappa, infilandosi in un vicolo, e quando si è allontanato, tutto sembra tornare alla normalità. Luce, suoni, tutto. Tanto che accorrono anche delle guardie, allertate, ma che appaiono piuttosto confuse dalla situazione, dato che si trovano davanti solo delle donne, e un banchetto vuoto. Sigrun intanto sentirà una voce nella testa, un [GRAZIE], e poi più nulla, anche l'effetto dell'anello inizia a scemare, ma non del tutto. Una delle Pantere cercherà di aiutare Daralis a rialzarsi, mentre le altre si allontanano, perplesse.

23:55 Alatariel [Bancarella]: <Sigrun cerca, per qualche motivo, di appianare gli animi. La sente persino ridere, ma non si volta, limitandosi a prendere atto di ciò che avviene nei pressi del suo campo visivo: l'umana tatuata si prodiga per aiutare Daralis, che nel frattempo inveisce verso la strega reclamando l'Inquisizione. Non sembra far molto caso neanche a tutto questo. Eppure si cruccia quando sente la raccomandazione di Speranza, che in effetti va a suonare una nota acuta che la porta a un gemito di dolore e all'abbassare il capo a denti stretti, mano destra stretta a pugno che regge i due anelli. La mercante scappa strisciando via e lei sbuffa ancora. Nel frattempo tutto torna quasi alla normalità: le Pantere accorrono e lei mette via la sciabola, ancora intontita da quel suono emesso dal flauto, ma si defila a sua volta allontanandosi dalla figura di Daralis> *Accidenti.* <sbotta in elfico, andando a infilarsi gli anelli all'interno della camicia, per nasconderli a quanto pare> Leviamoci da qui. <propone a Speranza in un bisbiglio che si dimostra più forte del previsto per ovvi motivi>

23:58 Sigrun [Banco]: Venite <dice a Daralis, è talmente ben disposta verso il mondo intero che la ragazza vestita di bianco potrebbe anche chiamarla sgualdrina e le sorriderebbe ugualmente, scuote il capo> ma quale strega, suvvia, cosa dite? <replica pure lei aiutando Daralis ad alzarsi per quando lei glielo permetta alzando le sopracciglia quando sente che lei si appella come vergine. Poi si passa il polsino sulla fronte accaldata, facendosi quindi aria con la stessa mano> le orecchie? <chiede poi a Speranza, svampita e ancora molto ben disposta, ma poi comprende, quando sente l'acuto del flauto e vede la reazione del mercante che si defila, fuggendo via, prima dell'arrivo delle Pantere. Non sa se è l'arrivo di queste o altro o il suono del flauto di Speranza che le ha letteralmente sturato le orecchie, ma sia il caldo che quella sensazione di benessere tendono ad affievolirsi un po', infatti ora si sente come se si fosse in un certo senso privata di quell'aura di bontà, assumendo un espressione perplessa. Sospira un paio di volte, prima di sentire quella voce nella sua testa, voce che la stupisce, tanto è vero che guarda Daralis, dapprima convinta che sia stata lei a ringraziarla, ma poi no, scuote il capo e agita una mano davanti alle proprie labbra come scacciasse una mosca. Si muove di lato, lasciando il campo libero alle pantere, ma intanto, probabilmente sotto gli occhi di Alatariel, si tocca il corpetto di cuoio, all'altezza del seno sinistro, dove, dovrebbe trovarsi ancora il bottino, e le sue labbra si allungano leggermente in un sorrisetto, sorrisetto che permane mentre indietreggia di qualche passo, come sentisse ora il bisogno di ammirare la refurtiva, per cui è stata pure ringraziata, da chi non sa...>

00:05 Daralis [Banco]: <Stringe i denti alla fischiata di Speranza e la guarda per un attimo in maniera torva prima di essere aiutata un po' da tutti a rialzarsi, da Sigrun, dal Panterone e persino da Alatariel, ovviamente poggia i propri artigli sulla fullplate> E' stato terribile vi dico, terribile! <guarda Alatariel> Era una strega vi dico, mi ha mandato una scossa! Come... non so descriverlo...! <si sventola con la mano il viso> Sono... troppo agitata! <guarda verso il Panterone> Ser, è andata di là, dovete credermi, lavoro per Furnival il mercante come tutrice, stregoneria vi dico! <alla fine si volge verso la zona del bancone portando una mano al petto mentre l'altra poggia al banco come se fosse profondamente scossa, dando le spalle a tutti però lo sguardo ambrato cerca di esaminare quella postazione cercando di raccogliere quante più informazioni e indizi possibili>

00:06 Speranza: <Il fischio acuto fa fuggire il mercante, o la mercante, dipende, ma a quanto pare... deduzione corretta, quando la cappa si scioglie e la luce delle stelle riprende a brillare, come il vento a danzarle sulle gote arrossate, Speranza esulta in silenzio, sussurrando a Fiordaliso solo una parola> Naga <e ripone lo strumento soddisfatta, prima di annuire a sua volta alla richiesta di allontanarsi da quel luogo, ed in fretta, pure, già il capo delle pantere, non le sta simpatico da qualche sera prima, non osa immaginare come possano essere i suoi uomini! Anche se in effetti li ha già visti al opera a colpi di randellate, alla festa sulla spiaggia, quindi meglio levare le tende ed in fretta

00:13 Alatariel [Mercati]: <lei a differenza di Sigrun non dice niente. Una volta assestati gli anelli ritrae la mano e fa finta di niente, notando un gesto piuttosto simile da parte dell'umana tatuata che sembra farle nascere qualche sospetto; non approfondisce in ogni caso, commenta> ... è chiaro che quella... qualsiasi cosa fosse volesse liberarsi di questi tre gingilli. E ora mi sono beccata io la rogna. <curiosamente la cosa non sembra preoccuparla, ma renderla pensierosa sì. Sigrun indietreggia, l'elfa non fa niente per fermarla. Adocchia di nuovo Daralis invece> Aye, possibile. <la asseconda, poco interessata a quanto pare alla veridicità o meno di quell'accusa di stregoneria. Daralis dà altri indizi su se stessa ma lei fa un passo indietro. Ne approfitta per cercare di agguantare Speranza> Via da qui. <reitera, anche se la mezzelfa non sembra incline a farselo ripetere due volte. Daralis sta già attirando tutta l'attenzione possibile e lei a quel punto va a defilarsi con molta grazia dal posto, senza al momento toccare quanto ha comprato. Scambia un paio di occhiate con Speranza> Allora forse il tuo amico sa cosa sia il Tempio Sommerso. Mi è venuta un'idea... <accenna un sorriso che non promette granché di buono, in realtà, mentre si allontana dalla bancarella. Non lo fa in fretta e furia, mantiene un passo normale, come se nulla fosse successo>

00:17 Sigrun: <Per quanto la riguarda, soffermarsi ancora li, in quel posto, potrebbe essere controproducente, oggi è stata una giornata fruttuosa in tutti i sensi, anche se ha inesorabilmente scoperto che non si libererà molto in fretta da quella che è la sua natura furtiva. E se ne accorge soprattutto quando vede le Pantere, e ascolta le parole di Daralis, che denuncia la mercante di stregoneria. Non collega quest'ultima ad un Naga, per due motivi, uno perchè ne ha solo visto le mani, due perchè quello in cui si è imbattuta è molto più grosso, così da farle credere che ne esistano solo di tali dimensioni. Continua ad indietreggiare, con un espressione ambigua, come se volesse far sapere a chi la stesse guardando che non è successo niente, un atteggiamento neutro utile, in presenza di guardie, così come è opportuno non dileguarsi troppo in fretta, in modo da non destare alcun sospetto > Salute a tutte <dice poi alle ragazze, prima di voltarsi e allontanarsi con discreta calma, da quel posto, ancora con dei lievi fumi di quelle sensazioni che ha da quando ha fregato l'anello>

00:26 Daralis: E' per questo che pago le tasse!? <Sarà l'ultima cosa che sentiranno le varie fanciulle che si allontaneranno dalla zona, il panterone rimane lì> Vi prego lasciatemi, ho solo bisogno di... riprendere fiato, andate pure! <una volta che sarà rimasta sola si volgerà in direzione dove son sparite un po' tutte le figure astanti, solo nel momento in cui anche Sigrun sarà sparita cambierà TOTALMENTE espressione, quella maschera di paura cesserà come se mai ce ne fosse stata una, farà una lunghissima inspirazione portandosi la mano alla fronte e sistemandosi i capelli, farà crollare il braccio al fianco e riaprirà lentamente le palpebre lasciando che le ambre si posino oltre il bancone. Preme le labbra tra loro notando qualcosa, si china e posa la mano nel punto dove si trovava il mercante, trova una traccia che percorre la direzione intrapresa dalla creatura> hm... un grande serpente... <Riprenderà i propri libretti e silenziosamente prenderà a avviarsi in direzione di quel solco lasciato dalla creatura>

00:23 Speranza Se Speranza fosse a casa, a Creatario, saprebbe dove andare a far esaminare quegli anelli, ma ora, la mezza scuote il capo, l'unica persona che potrebbe sapere qualcosa, a Nuovo Forte potrebbe essere il rettore, anche se la ragazzina s'impietrisce al accenno del suo amico, che probabilmente non è il nano che pensa lei, e con un gesto del capo mima che ne parleranno con più tardi, magari nel chiasso della taverna dove pochi potranno origliare,

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