28 aprile 2017

Sessioni di Gioco di Ruolo: Isla Calina 24 Aprile 2017

Gioco di Ruolo: Isla Calina

Chat: Giardini della Conoscenza

14:28 Speranza Un vestito azzurro, leggero delicato come il suo nome, brezza lieve, alla cintura una borsa e appesi alle cinghie alcuni strumenti, una lira, un tamburello di sonagli, e tra le mani un flauto di legno intagliato, nella pace e calma dei giardini della conoscenza, là dove sono poche le genti a farne visita, e di certo alla ricerca di solitudine, la mezzelfa sta in ascolto del vento che danza tra le foglie degli alberi, i lunghi capelli castani dal riflesso rosso, raccolti, lasciando nudo il collo diafano, accoccolata di fianco alla fontana, persa nella sua musica. C'è quasi un apparenza di nobiltà in quei gesti e quel aspetto, che raramente mostra, rivelando le orecchie puntute. Suona la più piccola erede del Pirata Baldassarre, in risposta alla voce di madre natura.
14:30Speranza usa Flauto : Flauto in legno intarsiato, perfetto per esprimere le proprie musiche e le proprie gioie in qualunque momento e luogo, grazie anche alle sue dimensioni ridotte che permettono al musicante di portarlo con se ovunque con praticità.
14:34 Nathan passeggia tra le fioriere e gli alberi del giardino , in silenzio, godendosi la calura dell'estate. Stivali, pantaloni e una camicia bianca a coprirne il corpo statuario. I lunghi capelli neri scivolano sulle spalle, chioma leonina che percorre l'ampio torace rigato da cicatrici seminascoste dal tessuto dell'indumento superiore. Percorre i giardini, quando la musica di Speranza attira la sua attenzione. E lì si dirige, incuriosito.
14:43 Speranza [Fontana]: <Non sempre i bardi suonano per guadagnare, o come la fanciulla preferisce chiamarli...Cantastorie, ancora, la ragazzina dal crine leonino e gli occhi nocciola, dal taglio felino, ripensa al incontro della sera prima con il mezzelfo si fa chiamare il Rosso, che le ha chiesto se lo facesse per soldi, no, come sua madre, la famosa Lio dell'Alba, la musica è parte di se stessa, essenziale componente anche nei giorni di tempesta, musica suonata con gli strumenti, con la voce, o anche solo con i colpi di tacco sul ponte della Alidivento, il galeone di suo padre poi passato al primo figlio che l'ha persa al gioco dei dadi truccati con il fratello minore, non mancano mai storie, sul Pirata Baldassarre, l'amante della strega Pandora, madre appunto del secondo figlio. Ma sono storie, del regno...un regno lontano troppi mesi da Isla Calina, ove ora la fanciulla, è da pochi giorni sbarcata con le sue storie. Per il momento, presa a suonare ad occhi chiusi, non si avvede per nulla dell'avvicinarsi di Nathan>
14:50 Nathan: <si ferma, rapito dalla musica della donna, mano destra che si porta sotto il mento. Ha lasciato il soprabito in cambusa, faceva caldo. E adesso si ferma ad ascoltare. Chiude gli occhi, si lascia coccolare da quelle note, che delicate accarezzano le sue orecchie. Le mani dietro la schiena, che poi si spostano sotto il mento, ad assaporare il tappeto di suoni che vengono dalla mezza. E aspetterà che lei termini per farle un applauso, leggero e non invadente.>
14:58 Speranza [Fontana]: <Quanto fiato hanno gli uccellini per continuare a cinguettare nel vento? Al momento sicuramente più di Speranza, che finisce per interrompere lentamente quella melodia, allontana il flauto dalle vermiglie labbra, e sospira a fondo, sempre ad occhi chiusi, ma è l'applauso del uomo, che la sorprende, troppo presa dalla musica nemmeno se n'è accorta del suo arrivo. Spalanca gli occhioni da cerbiatta, cercando l'origine del suono ed incontrando nel suo campo visivo l'alto uomo dai capelli neri come la notte, un flebile rossore, avampa sulle gote fino a risalire la punta delle orecchie, mentre lei lasciando cadere in grembo il flauto si affretta a sciogliere la coda alta con cui trattiene il crine balbettando, mentre nasconde le orecchie bollenti di imbarazzo> S-scusate, non vi avevo udito arrivare <e nervosamente pulisce l'imboccatura del flauto in un lembo del vestito, per poi riporlo insieme agli altri strumenti alla cintura che decora l'abito quasi come un pugno nel occhio come contrasto tra pelle e cuoio a confronto della stoffa leggiadra dell'abito della fanciulla>
15:09 Nathan: Scusatemi voi, non era mia intenzione disturbarvi. Ma il piacere di buona musica mi ha portato qui. <La guarda il giovane, un sorriso benevolo, e le chiede> dove avete imparato? Mi ricordate un mio amico. Aveva i capelli del vostro stesso colore, e sapeva suonare il suo liuto come se fosse vivo. E anche voi non sapete il fatto vostro. Ah scusate. Mi chiamo Nathan, molto lieto.<e un mezzo inchino porge alla fanciulla, sistemandosi un lembo della camicia a coprire una cicatrice.>
15:16 Speranza [Fontana]: <Gli occhi liquidi della fanciulla, ripercorrono il volto del uomo, stringe i denti, abbassa gli occhi, quando questi inizia a decantare le abilità del suo amico, dopo un debole> Vi ringrazio <deglutisce piano, a vuoto, in evidente imbarazzo, prima di rialzare gli occhi sul uomo che si presenta> Speranza Baldassarre dell'Alba, al vostro servizio messer Nathan > dice presentandosi tendendo con la mancina un lembo della gonna del abito ed chinando il capo una volta, ad imitazione di una computa riverenza che avrebbe fatto in piedi, in altra situazione> E...è stata mia madre ad insegnarmi a suonare, a diventare una cantastorie come lei, e danzatrice, quando il caso lo richiede <Ammette allontanando lo sguardo dal uomo, verso le piante fiorite del giardino, quasi quel idea di danza le fosse sgradita, o semplicemente con il timore che con la definizione di danzatrice, si fraintenda il ruolo, sospira, Speranza, intascando il nastro con cui poco prima teneva raccolti i capelli, mentre il vento ne scompiglia docilmente le onde mogano del crine.>
15:27 Nathan: Ha fatto veramente un ottimo lavoro. Vi ha insegnato delle arti che a questo mondo purtroppo non sono più insegnate. O se lo sono sono state talmente imbarbarite da non considerarsi più tali. < Non c'è traccia di ironia nel tono della sua voce, solo una semplice constatazione.> Credo di avervi visto alla spiaggia l'altra sera, o sbaglio?< domanda, flessuoso, i capelli che si spostano agli zefiri di vento che soffiano leggeri tra le fronde, muvoendo come ali di farfalla le punte del colletto della camicia.> Mio padre mi ha insegnato a suonare, ma al momento non ho trovato strumenti adatti in questi luoghi. A meno che non me lo costruisca da solo.
15:37 Speranza [Fontana]: <La ragazza mugugna qualcosa in assenso, anche se sono dieci anni che viaggia per le corti del regno di Creatario senza la presenza della mano, tutti quei complimenti la stanno mettendo in evidente imbarazzo, ad occhi bassi tende la destra, verso l'acqua della fontana per accarezzarla delicatamente con la punta delle dita> Si, la Lega mi aveva assunta per suonare alla festa...se intendete, alla sera del banchetto alla spiaggia bianca... Altrimenti...invero non ci sono più tornata su quel luogo, sin ora...ho preferito esplorare la città <ammette addentandosi piano il labbro inferiore delle labbra, per succhiarlo qualche secondo assorta nei suoi pensieri> La natura, fa musica, da se... non è difficile, trovare il legno, o l'argilla, per costruirsi propri strumenti <ammette alludendo ad una certa manualità in merito> Anche una conchiglia, può diventare musica <ed involontariamente sorride, accarezzando il pelo dell'acqua, presa da qualche ricordo.>
15:54 Nathan: Avete ragione<replica, sedendosi a fianco alla ragazza con molta nonchalance,>ma per ora non ho visto cavalli da cui prendere materiale per le mie corde.< appoggia le braccia indietro, le mani sul terreno, e la osserva, gli occhi verdi che la squadrano con pudore, per evitare di metterla in imbarazzo.> L'altra sera. Che caos. E io che mi sono trovato a fare da guardia del corpo ad uno del Circolo. <sorride, scuotendo la testa. Poi riprende.> Come mai siete qui?
16:10 Speranza: <La ragazza ascolta perplessa le parole del uomo> Cavalli? Volete fare delle corde con il crine? Che io sappia le corde degli strumenti sono fatte con i budelli ovini o bovini a scelta..il crine serve solo per l'archetto dei violini <Dice confusa, tornando a guardarlo con gli occhioni da cerbiatta, e poi sorride> Nave spettrale a parte potrei dire che la serata è stata quasi divertente <arriccia la punta del naso prima di aggiungere> Sarà che non ho bevuto manco un goccio perché avrei dovuto cantare, quindi quello che favella il governatore nelle bacheche a mio parere non torna..sono rimasta lì abbastanza rispetto agli ospiti <ammette sincera annuendo poi al racconto del uomo, e riportando le mani in grembo, giocando sulle unghie dichiara> Volevo arrivare là dove nemmeno i miei fratelli erano arrivati... veleggiano sempre intorno al Regno, ma il Creatario l'ho visitato in lungo e in largo, ma per cantare nuove storie, bisogna viverle <ammette sibillina fissando l'aria davanti a se con sguardo di sfida>
16:31 Nathan: Non suono da un pezzo, per cui non ricordo i materiali. Ma forse ricominciando ricordi riaffioreranno.<tace l'uomo, riflettendo.> non sono convinto nemmeno io di ciò che succede, per questo sato indagando per conto mio. Anche se a dire al verità non ho trovato nulla se non un nome...Salazar. E non lo conosco.
16:45 Speranza: <La fanciulla ridacchia e lo guarda meglio> Suvvia, non siete così vecchio da avere una cattiva memoria... Penso <aggiunge reclinando il viso verso la spalla destra in ascolto, prima di mormorare> Uhm...sono tanti coloro che indagano, voi...Ser Tovio, il Rettore del Circolo Scientifico e Geografico, strani bucanieri..<stiracchia le braccia verso l'alto> Ne ho sentite di tutti i colori negli ultimi giorni, ma inizio già ad avere i miei contatti...Avete indagato sulla nave o che cosa? Ammetto che la cosa che più mi affascina era quella figura nel fuoco, in tutte le ballate che conosco, le navi fantasma, sono presagio di sventura, ma le fiamme danzanti...sono interessanti <commenta suadente, la voce della fanciulla, non è particolarmente acuta, è calda, lievemente roca, dolce, si, ma armoniosa soprattutto quando canta, ma non è questo il momento> Senz'altro, con il vostro permesso, vedrò di appuntarmi tal nome, se è legato a tutto ciò, meglio che stia in guardia... in fondo sono un testimone, seppur involontario <Ammette facendo cadere le braccia e scuotendo leggermente le spalle in un tintinnio delle campanelle d'argento del tamburello>
16:59 Nathan: Fatelo non ho problemi a darvelo. Lo troverete anche nelle pubbliche bacheche<si rialza> ora devo andare. E' il mio turno in cambusa. Spero di riverdevi in giro. Nel caso, fate il mio nome in taverna, tranne che a quel beota di elfo che risponde al nome di Rondine. O credo si chiami Athradir...<si pulisce i pantaloni e fa un inchino alla mezza.> E' stato un piacere milady. Magari chissá la prossima volta potrei accompagnarvi.< un sorriso coperto dalla lunga criniera nera e poi via verso il molo.>
17:06 Speranza: <A sentir parlare di Rondine, la mezza ridacchia> Temo sia ormai un po' tardi, in merito al elfo, l'ho conosciuto proprio alla festa, portandolo via dalle randellate delle pantere <aspira un po' di aria tra i denti, ottenendo un fischio stridulo> Mi sono guadagnata il titolo di Rompina, per avergli impedito di perdere qualche altro dente <Sospira ed annuisce, alzandosi a sua volta> Il piacere è tutto mio, Ser Nathan <risponde cordiale tendendo la mano destra in segno di saluto, un saluto sicuramente molto poco femminile, ma la fanciulla non pare preoccuparsi> Ed alla prossima, anche se dubito che riuscirete a cantare la lingua del mio popolo <rassicura allegramente, prima di incamminarsi fuori dal giardino diretta forse al tempio, in ogni caso se lui accetti o meno di stringerle la mano>
17:12 Nathan: <stringe la mano della fanciulla, inchinandosi però al suo cospetto. E salutandola con un> forse cantare no, ma suonare chissá.

Chat: Lago Minore
21:27 Alatariel [Pressi Lago]: <percorre lo stesso tragitto fatto la notte precedente; gli abiti non sono cambiati: pantaloni aderenti sulle lunghe gambe dell'alta elfa, camicia bianca aperta sul davanti che lascia vedere il gioiello brunito, tre lune che posano sotto il collo, contro lo sterno e poco sopra l'ombelico, scoperto. La fascia centrale del ventre è completamente scoperta e lascia intravedere altri segni bianchi a parte quelli che contraddistinguono il volto. Si muove nella vegetazione in modo abbastanza silenzioso, per quanto questo possa essere vanificato dal costrutto che le procede alle spalle. Dalla cintura pendono il cappello appeso con un legaccio, una bussola tenuta allo stesso modo, mentre un foglio spiegazzato e piegato emerge dall'orlo anteriore dei pantaloni. Afferra i rami e si spinge in avanti di quando in quando. Lunghi capelli scuri lasciati sciolti sollevati e trattenuti da una fascia di tessuto cvhe cinge il capo> Ci siamo quasi. <annuncia a Tiresias, diretta al posto in cui Athradir aveva stabilito un falò il giorno precedente. La sciabola al fianco che batte contro la coscia a ogni movimento>

21:33 Tiresias [Pressi Kago] Si fa strada attraverso la vegetazione, calpestando arbusti e radici senza timore. È difficile stabilire se facciano più rumore i suoi passi che impattano sul terreno o gli schiocchi del legno che si spezza e delle foglie lacerate. Segue Alatariel come sempre: da come procede indisturbato si potrebbe pensare che stia attraversando con lei le strade del Forte. I rami sbattono a più riprese contro le placche metalliche che costituiscono la sua pelle. Il tomi non teme graffi e le spalle non arretrano quando colpite, né il capo si scosta nonostante i rintocchi sordi contro il cranio. Gli occhi rossi scandagliano le tenebre intorno a lui senza temerle, riuscendo anzi a penetrarle con facilità. Non che abbia particolare bisogno di vedere dove va: il suo unico riferimento è la donna, tutto il resto è secondario. Lei gli parla, lui annuisce con uno scatto meccanico, il cigolio facilmente udibile dlal'elfa nel resto della cacofonia prodotta dal costrutto.

21:35 Athradir [Pressi Lago] <In effetti il marinaio si trova nello stesso posto in cui Alatariel l'ha lasciato la sera prima. Sebbene il fuoco scoppietti e ci sia la carne messa a cuocere, dell'elfo al momento non c'è alcuna traccia. Ha comunque lasciato quanto necessario a disposizione, persino dei finti calici di terra cotta al fuoco. Che sia uno scherno o un tentativo di sembrare veramente ospitale, non è dato da sapere. Ma di certo, non appena i due dovessero essere davvero vicini al punto dove il fuoco crepita, sentirebbero una specie di canzone, una di quelle da bettola, che parla di quanto sia effettivamente godereccio espellere liquidi. E non è detto che sia proprio quello che l'elfo sta facendo....>

21:41 Alatariel [Pressi Falò]: <non ha bisogno di cercare Tiresias con lo sguardo, lo sente muoversi e le basta il suono dei rametti che si spezzano. Una volta giunta nei pressi dello spiazzo, alla mancanza dell'elfo tende le orecchie e raddrizza la schiena, il respiro veloce per via del tragitto. Si guarda intorno e sgancia con un movimento veloce la sciabola dal fianco. Non si mostra in ogni caso allarmata, anche perché nel sentire quella canzone si volta nella direzione da cui proviene. Un'espressione che solleva le labbra in un mezzo sorriso e un cenno del capo in avanti a Tiresias. La sciabola viene conficcata nel terreno molle prima di procedere di qualche passo in direzione del fuoco, adocchiando i dettagli di quanto lasciato in giro> Poggiala lì. <suggerisce al costrutto, forse riferendosi alla gabbia che porta con sé. Anzi, quasi sicuramente. Lei cerca di identificare con precisione la posizione di Athradir, scrutando tra le fronde. La pelle dell'elfa è sudata e il bagliore delle fiamme la rende più lucente del solito>

21:41 Nathan [Pressi Lago] è lì vicino. Guarda l'elfo appena schifato, guardandosi attorno, come fosse in attesa di qualcosa. Al fianco, assieme al pugnale, una frusta lunga, che sta lì ferma arrotolata su di un fianco. Soprabito blu, cicatrici in vista. E non fiata, guardando il fuoco, scuotendo la testa. Nella destra un pezzo di carne tenuta per l'osso. Forse pappagallo, forse chissà che animale sia.

21:45 Kaii [Pressi Lago] Il muoversi in un lento strisciare che non fa udire nemmeno i movimenti del suo corpo essendo mantenuto, molto basso a far da capo, sforza tutto il peso sulla flessibile spina dorsale, muovendosi sinuoso come un serpente sa fare. La coda non emette rumore se così si può dire, un lento strisciare proprio per non spaventare la preda, prima che con un colpo secco si sente quello che è un guaito di coniglio tenuto fra i denti dopo un deciso e netto attacco di quelle zanne. Indosso ha solo una camicia bianca e la mantella viene usata come una sorta di fusciacca o larga gonna. Gli occhi rossi del naga studiano la situazione il fuoco zampilla anche meglio davanti a quegli occhi che percepiscono il calore, intanto però, la bocca si dipinge di sangue, prima che la mascella si allarghi di più e ingoi la sua preda per una lenta digestione. Oltre i vestiti, ha solo un pugnale grezzo e un vecchio martello appeso a quella cintura improvvisata.

21:50 Tiresias [Pressi Kago] <Improvvisamente non ci sono più rami a cozzare contro la massiccia mole del costrutto: i suoi passi rimbombano nella radura dove arde il fuoco. Diverse chiazze verdi si stagliano sul grigio opaco del metallo, resti dell'attacco fallito dei vegetali. Nessun vestito, nessun ornamento, solo giunture esposte e scanalature nel tomi. I lineamenti del viso sono spigolosi e abbozzati: non ha un naso e la bocca è una linea irregolare che gli dona un'espressione eternamente imbronciata, unita alla linea fissa delle sopracciglia temprate. Cigola una seconda volta quando riceve quell'indicazione, alla quale compie un paio di passi in più, avvicinandosi alle fiamme e scaricando la gabbia che portava sotto il braccio sinistro, ancora ammaccata. I ciocchi scoppiettanti non riescono comunque a lambire le sbarre di metallo malridotte. Raddrizza poi la schiena rigida e si volta completamente verso l'elfa. Il suo profilo, illuminato dal fuoco alla sua sinistra risulta ancora più imponente.> Cosa facciamo qui in questo momento? <Domanda in lingua comune.>

21:51 Athradir: <Deve di certo aver terminato. Perché quando il frastuono dei movimenti di Tiresias concede un po' più di udito, si può sentire chiaramente un>Aaaaah<di soddisfazione>Ne avevo un litro, cazzo<ammette, a se stesso, per iniziare a muoversi dopo aver richiuso tutto il circo nel tendone. Si muove con lentezza, non solo per non far rumore, ma perché sta cercando di capire se qualche getto malandrino s'è "posato" sul pantalone. Intanto tutto l'armamento è sistemato vicino al suo "giaciglio", lontano dal fuoco di qualche paio di passi. Ha usato delle foglie di palma per celare i suoi averi. Quindi si dirige verso la Radura, nuovamente. Sollevato. Lo stridore di Tiresias non gli passa nemmeno inosservato >Sono arrivati tutti, pare<ammette, gongolando>

21:55 Speranza [Pressi Cascata]: <La prima notte di luna nuova, è sbarcata da pochi giorni, eppure zaino in spalla, la piccola mezzelfa dalla criniera mogano, s'è già addentrata nel entroterra del isola, a caccia, dato il falcetto che tiene tra le dita di particolari erbe e boccioli, che ha imparato a conoscere, per curare la bella voce per il canto. Ed alcune, tipo la mentha acquatica, vive appunto vicino a piccoli laghi o stagni. Sulla mappa che ha acquistato allo sbarco, più che lo stagno della quiete, è lampante la presenza del lago minore a nord del grande fiume che attraversa l'isola, per la sua conformazione, è l'ideale per le piante che va cercando. I lunghi capelli mossi sono raccolti sulla sommità del capo a lasciare nudi orecchie e collo, è una mezzelfa, anche senza il ciuffo azzurro che le segna la tempia sinistra, quelle orecchie puntute sono inequivocabili.>...<mormora sottovoce un mantra in mezzelfico, mentre si muove in direzione della cascata, totalmente ignara di cosa stia accadendo lì vicino>

21:55 Alatariel [Pressi Falò]: <il suono del fuoco che crapita, la canzone oscena di Athradir, il masticare di Nathan: troppi suoni perché le orecchie a punta possano davvero cogliere il rumore di Kaii che striscia nei pressi. Solleva i lunghi capelli scuri dai riflessi azzurri e li raccoglie per bene dietro il capo, infilandoli in quella fasciatura di tessuto che prima li teneva solo lontani dal viso. Fatto ciò inizia a slacciare la cintura, con movimenti lenti e precisi. Rivolge un mezzo sorriso a Nathan, il tutto mentre si libera anche della cintura e di ciò che vi appeso facendola semplicemente cadere a terra. Solo in quel momento si volta verso Tiresias che la interpella> Iniziamo a guardarci intorno. Ora gli animali sono calmi, domani voleranno da tutte le parti. E io, inoltre, voglio proprio farmi un bagno nel lago. Spero che tu non voglia seguirmi anche lì. <in direzione del costrutto, senza ironia in realtà. Indirizza un'occhiata sbrigativa ad Athrandir> *... ma prima di questo, Rondine, dobbiamo discutere di una cosa.* <annuncia, senza assumere un tono grave, in elfico marino. Non sembra preoccuparsi di escludere i presenti con tanta facilità, donando per il momento più attenzione al proprio simile, che agli altri due>

21:58 Kaii: <Continua a strisciare silenzioso per la zona, solo qualche sibilo guardando verso il fuoco con quegli occhi rossi che vedono sprazzi di calore e focalizzano troppe persone in un solo luogo, non può far altro che allontanarsi silenziosamente e dileguarsi nella natura>

22:03 Nathan [Pressi Lago] <scuote la testa, quando quella specie di figlio dei fiori sta facendo i suoi bisogni.> Avete finito con le piogge dorate? Siete il peggiore della vostra razza. <fino a quando Alatariel non fa la sua comparsa seguita dall'uomo di latta. Il giovane finisce di mangiare, con dell'acqua si pulisce le mani e si sistema il giaccone. Indossa un paio di mezzi guanti, e quando l'elfa si rivolge al parirazza, in maniera scherzosa si rivolge al costrutto.> Beato te che non si sa nemmeno di cosa sei fatto Stagnino. Se li capisci tanto meglio.

22:06 Tiresias [Pressi Lago]: <Ci sono altri intorno a loro, eppure il costrutto non pare prestare particolare attenzione a Nathan vicino al fuoco o alla canzone esplicita dell'elfo. Di creature che strisciano silenziose nel buio non si avvede. Si piazza lì e smette di muoversi, tornando ad apparire come una statua fuori posto se non fosse per gli occhi rossi, mobili e luminescenti, due sfere che ruotano in profonde orbite di metallo.> Sono dove saranno alla luce del sole. In alto. <Solleva lentamente il capo come potesse davvero vederli addormentati sulle fronde al limitare del cerchio di alberi. Poi torna sull'elfa, come sempre.> Non vedo impedimenti. <Asserisce con la massima serietà di un cumulo di metallo animato, riferendosi alla possibilità di seguirla nel lago. La pelle sporca e coperta da una patina impolverata del costrutto potrebbe averne bisogno, ma non sembra questo il suo fine.> Tomi. Sono fatto di tomi. <Alla fine le parole di Nathan lo portano a parlare con l'umano, sebbene non si volti verso di lui per fornire quell'informazione, rimanendo immobile.>
22:08 Athradir [Pressi Lago]: <In effetti sbuca alle spalle di quello che dovrebbe essere il Campo della Missione. Nell'esatto momento in cui Tiresias fa la sua domanda. Come la sera scorsa, è a petto nudo, tatuaggio dell'Aquila sul petto in bella vista. Privo di stivali. Secco, ma con una muscolatura armoniosa e pieno di cicatrici come i suoi compagni di viaggio>Mio rottamico amico, siamo qui per discutere la prossima ona da battere domattina<ammette, con un sorriso smagliante, privo di un incisivo>Poi ognuno se ne può tornare da dove è venuto. A me sto posto piace un casino<annuisce, guardandosi intorno. Le parole di Alatariel, in elfico, lo raggiungono>*Cosa c'è di più importante che vederti fare il bagno nel lago?* domanda, ridendosela rapidamente. Osserva Nathan>Spero di aver scelto la carne giusta, ragazzo. Odio che la mia compagnia debba mangiare roba di malavoglia<gli fa cenno con la testa alla carne che cuoce>Oh, mi spezzi il cuore, ragazzo.<finge di disperarsi, portando entrambe le mani al petto>Ed io che pensavo di voler solo essere amato<un attore, pessimo ma pur sempre attore. Quindi>Ricordate, tutti, che ci sono in gioco cinquanta dobloni. Non vorrei sembrarvi rompipalle, ma son soldi<puntualizza, mentre si porta a visione di tutti, nel cono di luce del falò>Quindi finiamola di fare nodi alle vele e cerchiamo di essere propositivi<batte le mani tra loro, strofinandole. Quindi>Se voi foste un uccello arrapato, dove volereste? E non fate allusioni strane. Sono serio<ammette fessurizzando le palpebre>
22:09 Speranza [Pressi Cascata]: <Speranza affronta la foresta a mani nude, nel buio quasi totale della notte senza luna, forse ha ragione Athradir a chiamarla ragazzina, ma quando i Baldassarre sono testardi...sono testardi. La mezza nella penombra dei giochi di luce della cascata, individua una pianta che pare corrispondere a ciò che cerca> trovata! <esulta in lingua comune mentre allunga le dita della mano mancina a strappare una foglia, e strofinandola tra le dita ne annusa l'odore, piccante ma delicato della menta acquatica> Uh, uh... mi ci farò una bella scorta <canticchia chinandosi a raccogliere le cime del alto stelo, per poi lavarle direttamente nel acqua del lago, vicino alla cascata, inginocchiandosi sulla riva>
22:13 Alatariel [Pressi Falò]: <si abbassa, toccando con il ginocchio il terreno. Inizia a togliere gli stivali, lentamente; uno sguardo di divertito ammonimento a quella sua domanda retorica> *Oggi ho incontrato il Rettore Arris insieme a Tiresias.* <il nome del costrutto, chiaramente, si può desumere anche senza conoscere la lingua che i due parlano> *Ha accettato di affidarci un altro incarico, quaranta dobloni a testa per scendere nella spiaggia dov'è successo tutto il casino del banchetto a cui, deduco da quello che scrivi, hai partecipato.* <si alza nuovamente, scalza> *Altri venti se succede qualcosa di interessante nella perlustrazione. Quindi, incrociando le dita che piova qualche cosa dal cielo, sarebbero sessanta dobloni a testa per una passeggiata in spiaggia. Per tutti e quattro.* <nel dire questo per un attimo guarda Nathan e il costrutto a turno, prima di tornare su Athrandir> *Io e Tiresias possiamo anche andare senza di te, ma... pensaci bene. E decidi quanto vuoi fidarti dell'umano. Finché segue te... io non farò obiezioni.* <conclude, dopo la tirata tutta in elfico marino. Alla domanda riguardo al volatile tace, anche perché come un cane da caccia si ferma immediatamente a guardare un punto verso le cascate. Si cruccia> C'è qualcosa che non va. <afferma, guardando nella direzione in cui si trova Speranza> Vado a vedere. <dichiara, avvicinandosi a recuperare la sua sciabola>
22:22 Nathan [Pressi Lago]: che imbecille <dice, spatasciandosi la destra sul volto.> Ma non avete tutti i torti. Uno, dormono creature del genere? Due, quante ne troveremmo? E tre...dove va?<indica Alatariel, ma anch'egli estrae la frusta dalla cintura, e la stringe nella sinistra, portandola a terra come un serpente in movimento.>
22:30 Athradir [Pressi Lago]: <Alatariel prende a parlare in elfico marino. E da come reagisce l'elfo di sicuro è roba succulenta, poiché annuisce più volte e si lecca le labbra>*Ti sei data da fare, vedo. E nel migliore dei modi. E so anche come poter fare a recuperare sessanta dobloni senza pregare i Loa di mandarci una catastrofe sulla capoccia*<ammette, accarezzandosi le labbra con il polpastrello dell'indice della mano destra>*Pensa, tu addirittura ci andresti senza di me. Sei la solita donna<scuote il capo, fingendo delusione>*E di certo, non posso permetterti di intascarti più soldi di me*<la prende come una sfida, ovviamente>*Col ragazzo, non c'è problema. Se ha fiuto per i soldi facili, ci seguirà senza battere ciglio<ammicca alla parirazza, per poi osservarla andare all'erta. E subentra la lingua comune>Non tardare che ti si fredda il cosciotto<l'ammonisce, ironico, per poi osservare Nathan>Dimmi, ragazzo.<e non fa in tempo a continuare che pure Nathan si mette all'erta e pronto all'azione. Alza gli occhi al cielo>Mio Loa. Se non fosse che vi ho promesso soldi da questa missione, vi lascerei in pasto alle zanzare<sospira, osservando Tiresias>Tu? Non ti metti in posa, estrai che ne so, una lama da qualche pezzo di metallo e ti trasformi, boh, in un cazzabubbolo pericolosissimo?<si stringe nelle spalle>Non sapete godervi proprio l'attimo eh?<domanda a tutti e a nessuno. Quando ascolta il ragionamento di Tiresias, s'illumina>Ora capisco perché ti porta dietro. Sei il mio eroe, Lamina<Lo cghiama come gli viene>E se non fossi così<una pausa>strano, t'abbraccerei pure!<sembra quasi saltellare, ma solo perché il costrutto fa tremare il terreno>
22:31 Speranza [Pressi Cascata]: Lá na mara Lá na mara nó rabharta Guth na dtonnta a leanadh Guth na dtonnta a leanfad ó Lá na mara nó lom trá Lá na mara nó rabharta Lá an ghainimh, lom trá Lá an ghainimh <Totalmente ignara sia del falò che della elfa che le giunge incontro Speranza, continua a lavare le sue foglie fresche, e seduta sulla riva, cava dallo zaino un barattolo di miele dorato, il profumo dolce le fa arricciare la punta del naso, mentre dopo aver asciugato in un lembo del vestito gli steli inizia a staccare una ad una le foglie dallo stelo per intingerle nel miele, mettendole praticamente in infusione nel barattolo del miele> Lascia il campo e lascia il fuoco E trova la fiamma del tuo desiderio Punta il tuo cuore su questa riva lontana E canta il tuo sogno, per me, ancora una volta <canta la sua ballata senza strumenti, ma sarà facile per Athradir riconoscerla, avendo udito quelle stesse parole qualche giorno prima, mentre la mezza continua pacifica il suo lavoro, il falcetto posato sul erba alla sua destra e il piccolo pugnale sottile, tenuto nascosto in uno degli stivali>
22:34 Alatariel [Pressi Cascata]: *Io non lascio indietro la mia gente. Ma sei sveglio ragazzino, no? Dimostralo e stai al mio passo.* <provoca Athrandir. Sfila la lama dal terreno, impugnando la sciabola con la mano sinistra, e la pulisce con la destra dal terriccio accumulato. Gli occhi azzurri rimangono in direzione della cascata mentre procede camminando in modo ancora più silenzioso e cauto di prima, grazie all'assenza degli stivali. Si muove nell'ombra della notte senza luna, ma comunque carica di stelle, cercando di eludere il più possibile la luce che arriva dall'alto. Al contempo tenta di mettere a fuoco il punto in cui si trova Speranza, cercando di avvalersi dei propri sensi superiori a quelli degli umani nonostante le condizioni avverse per entrambi. Solleva la mano libera a palmo aperto, in un cenno verso Tiresias che la sta seguendo, come fa sempre. Sembra volersi avvicinare ulteriormente fino alla posizione in cui si trova la mezzosangue, la punta dell'arma che indica il terreno, i passi che si susseguono lenti, inesorabili, come il suo avvicinamento a Speranza. E la lama a quel punto si solleva in direzione del collo della mezzosangue, senza poterlo davvero toccare data la distanza di diversi passi che le separa, idealmente la linea tracciata dall'arma, tuttavia, giungerebbe proprio lì> Chi sei? <scnadisce in lingua comune, in tono melodico, né amichevole né ostile>
Si sente all'improvviso, nei pressi del Lago minore, una sottile e argentea risatina.
22:44 Nathan <scuote la testa alle parole dell'elfo, ma non fa più caso a quel tizio, intento a seguire Alatariel, più veloce del costrutto. E quella domanda che fa su quella figura china a raccogliere qualcosa, figura che non riconosce subito. E dietro l'elfa srotola la frusta, pronta all'uso.>
22:46 Tiresias [Pressi Cascata]: <Quando l'elfa solleva la mano con il palmo aperto, lui si ferma immediatamente, facendo un ultimo movimento per portare la gamba destra parallela all'altra. Solleva invece il braccio sinistro, indicando la figura in lontananza con il dito centrale degli unici tre che possiede, la mano più simile a una morsa che a quella di un umanoide: al buio riesce a vedere perfettamente Speranza, senza l'ausilio delle stelle o della luna assente. Quando Alatariel solleva l'arma proprio gli occhi rossi del costrutto risplendono con più intensità per un istante, accendendosi come due tizzoni, solo per poi smorzarsi subito dopo. Abbassa l'arto metallico, stendendolo rigidamente lungo il fianco: lui è più distante dalle due femmine e dell'umano che è andato a superarlo nel tragitto. Al di fuori dalla loro presentazione parla piuttosto ad Athradir, sebbene osservi sempre la propria protetta, alzando ulteriormente il volume della voce bassa e raschiante.> Non ho armi come voi intendete, se è questo il senso delle tue parole. <Spiega serio. Effettivamente non si intravedono scomparti di alcun tipo sul corpo massiccio del costrutto, anche se i suoi pugni sembrano già abbastanza pericolosi di loro. La bocca senza labbra è ancora aperta e sembra quindi che voglia aggiungere altro, la la risatina che risuona intorno a loro lo porta a chiudere di colpo la mandibola e a scandagliare la zona sistematicamente, con piccoli scatti del capo.>
22:49 Athradir [Pressi Lago]: <A differenza di tutti, lui invece non fa altro che incrociare le gambe e poi farsi cadere sul terreno, sedendosi>Quando avete finito di combattere il vostro nemico canterino, fatemi un fischio<sospira, dando prova, così di aver colto anche lui la voce di Speranza, ma non muovendosi affatto. Anzi, va a raccogliere un pezzo di cosciotto, posto vicino al fuoco e a mangiarlo. E con la bocca piena, aggiunge>Mi è venuta anche sete<fa spallucce, aggiungendo>che strano eh<a bassa voce. Mentre si allunga a recuperare la botte di Rum, piccola, da viaggio, sente pure una risata cristallina>Ecco, ora mi avete pure suggestionato. Sento le voci anche io<sospira, andando a portare a termine la sua azione. Tiresias risponde e pure lui ribatte>Beh, sarebbe anche ora che te le facessi. Secondo me, se ti fondessimo che ne so, qualche lama, un paio di asce e un paio di lance, saresti un bel vedere<ammette, sorridendogli sornione>
22:52 Speranza [Pressi Cascata]: <Chiude appena in tempo il barattolo, infilandolo nello zaino, quando, nel buio ode una lama fendere l'aria ancor prima che il bagliore delle stelle, la mostri, pericolosamente vicina> Ma che...<rimane seduta a terra, non è a suo favore la situazione, ragiona in fretta la piccola elfa per non dilungarsi troppo nella spiegazione di chi diavolo sia> Una cantastorie <risponde, prima che dal lago inizi ad echeggiare una risata che fa spalancare gli occhioni da cerbiatta della piccola Baldassarre, lasciandola a labbra dischiuse, prima di tornare a vedere nel buio chi brandisce la sciabola, e chi gli si mostra dietro, ma per quanto ci possa vedere meglio, riconoscere l'umano incontrato nel pomeriggio, è dura> stavo cercando piante per la mia medicina <dice in fretta accennando al falcetto ai suoi piedi e agli steli recisi di netto>
22:54 Alatariel [Pressi Cascata]: <dietro di sé percepisce i passi di Nathan e quelli di Tiresias, ma lo sguardo rimane fisso sulla figura di Speranza, ammantata dalle ombre della notte di novilunio. Quando una risatina risuona nei pressi del lago lei piega di poco il capo, rivolgendo alle acque una sbirciata con la coda dell'occhio, ma non perde di vista la mezzelfa che tiene sotto mira. Ignora la voce di Athrandir, perché è impossibile che non lo senta, ma non si volta né ribatte in alcun modo, dedicando a Speranza tutta la propria attenzione. L'elfa del mare è alta, molto alta, praticamente sfiora i due metri, sterno e ombelico scoperti per via della camicia aperta e pantaloni scuri aderenti alle lunghe gambe. Non indossa altro, se non il panno che raccoglie i capelli dietro il capo. Diverse cicatrici disseminate sulla pelle chiara, sottili e poco appariscenti> Di notte. <puntualizza alle spiegazioni di Speranza> Di notte ci sono i mostri, dovresti saperlo... <ma ritrae il braccio, abbassando la lama> Vieni con noi. <non sembra una semplice richiesta mentre si scosta di lato, lasciando libera la via verso il falò> Che cos'è? <chiede a Nathan e Tiresias, infine>
La singola risata sembra sdoppiarsi, cerchi concentrici appaiono sul lago, dal centro verso la sponda, in direzione del falò. I piccoli cerchi concentrici scompaiono dal lago, e assieme a loro anche le risatine.
23:01 Nathan: ma che<e si blocca quando riconosce la figura che sta raccogliendo le erbe> Speranza.<le fa un inchino.>Che ci fate di notte da sola in posti come queste? Sarete anche una cantrice, ma dovreste stare attenta. <Poi però le risate che lo bloccano. Srotola la frusta. E ad Alatariel replica.>Non lo son ma sembra che in questa foresta non siamo soli. <Lascia sfilare l'arma a terra e chiude gli occhi, a raccogliere i sensi. Respira, e tende le orecchie a sentire da dove provengono i suoni. Le braccia porta al petto e la testa reclina, in ascolto.>
23:05 Tiresias [Pressi Falò]: <Gli occhi rossi non distinguono figure ma colgono un movimento sul pelo dell'acqua: il costrutto osserva per qualche istante i cerchi concentrici in lontananza, prima di tornare in maniera apparentemente frettolosa su Alatariel e l'altra femmina alla quale ingiunge di seguirli. Si scosta a sua volta, compiendo un passo all'indietro senza più frapporsi tra loro e il falò. Dietro di lui la vegetazione calpestata sembra quasi tracciare un vero sentiero fino alla radura.> Non riesco a individuare la fonte del suono. <Afferma con una nota quasi colpevole alla volta di Alatariel quando lei glielo domanda, apprestandosi a seguirla alla volta dell'alone di luce, eppure aspettando che l'elfa lo superi prima di starle dietro, chiudendo idealmente la fila.> Sicuramente non siamo soli. Non lo siamo mai stati. <Non suona allarmato, eppure continua a indagare sulla via del ritorno.>
23:08 Athradir [Pressi Lago]: <la risata si sdoppia, ma non riesce a vedere i cerchi che si formano sul lago. Ma solo quel singolo fenomeno, già inizia a farlo divenire più guardingo>Smettetela di fare gli idioti. Che lo so che sei tu, Fiordaliso<in Comune, non si sa perché, la chiama a quel modo. E' rimasto al Campo, lui, senza nemmeno prendersi la briga di preoccuparsi.>Speriamo che quel tizio non ci abbia mandato qui per qualche altro strano motivo<mormora, leggermente infastidito. Fatto sta che prende la botte e inizia a bere dal tappo creato apposta per far scivolare il liquido. E scivola dritto nella sua gola. Resta così, silenzioso, per un bel po' di tempo, dovendosi ingollare un bel po' di Rum. Quando finisce, sospira, alzando gli occhi al cielo>Siete così allegri stasera, da far uscire un Kraken persino da quel laghetto<indica lo specchio d'acqua con la testa>Più vi alterate, più sentirete voci, ruggiti, pernacchie<la butta lì, come se niente fosse>Vi prendete troppo sul serio<sospira ancora>
23:12 Speranza [Pressi Cascata]: La prima notte di luna nuova, quando le gemme risplendono <mormora sibillina la ragazza abbassando lo sguardo alla prima domanda dell'elfa, ovvio che intenda gemme arboree ma potrebbe essere fraintesa, poi ode le risa, sia del lago, che quelle di Nathan, mentre si rialza ed appende il falcetto alla cintura, e lo zaino in spalla, l'umano le parla> disastro in gonnella è il mio secondo nome, Ser Nathan <commenta mettendosi in spalla lo zaino, e grattandosi la tempia sinistra> anche se ora non ricordo l'epiteto giusto che usavano quando ero piccola <blatera a vuoto, rilassando un poco i nervi, stranamente felice di rivederlo, forse perchè l'elfa è così alta che lui è più a portata di occhi ed al seguito, ode le chiacchere di Rondine e borbotta a capo chino> Forse avrei dovuto lasciare che lo pestassero, alla festa <e tornando con gli occhi su Nathan domanda> Mandato?
23:15 Alatariel [Pressi Cascata]: <Nathan pronuncia un nome e questo la porta a guardare nuovamente Speranza> Mh. <l'unico commento che produce è un suono, emesso con scarsa convinzione. Anche lei ascolta, ma non ha bisogno di tutta la concentrazione dell'umano per risalire all'origine delle risatine, cosa che la spinge a guardare in acqua. Coglie l'ultimo di quei cerchi concentrici prima che svanisca nel nulla, insieme a quel suono e annuisce alle parole di Tiresias> Allora sarà meglio stare uniti. <commenta in direzione dell'umano, riguardo il non essere soli. Si volta e inizia a procedere in direzione del falò, dando seguito al proprio proposito. La sciabola viene tenuta bassa, in direzione del terreno, sfiorando la vegetazione a terra mentre cammina senza eccessiva fretta e con la dovuta attenzione. Coglie la spiegazione di Speranza e le rivolge un'occhiata, senza dire niente. Una volta nelle vicinanze del fuoco inquadra Athrandir con lo sguardo> *Considerando che tu invece non sembri prendere niente sul serio, qualcuno dovrà farlo per te.* <in elfico, chiaramente. Nel sentire il commento finale di Speranza tuttavia annuisce> Non so di che parli, ma sono sicura che sarebbe stato molto meglio.
All'improvviso il pelo dell'acqua si increspa, l'erba si piega assieme alla vegetazione. Dal lago appare, come dal nulla, una folata di vento, che investe chiunque si trovi nel luogo. Chiunque abbia un peso inferiore ai 100 kg sarà costretto ad indietreggiare di un metro e mezzo. Capelli e abiti si alzeranno ed il fuoco, all'improvviso, si spegne. Le due risatine riappaiono, sostando sopra a lì dove vi erano le fiamme.
23:20 Nathan: ci mancavano gli uragani adesso!!!<e il ragazzone nonostante tutto viene sbalzato indietro di un metro e mezzo, ma con un elegante movimento poggia il pugno destro a terra, piegandosi appena sulle ginocchia.> Cos'è stato?<domanda, guardandosi attorno, il vento che ha spento la luce del falò suo punto di riferimento.
23:25 Tiresias [Pressi Falò]: <Tornano tutti nei pressi del falò, tranne Athradir che non si era mai allontanato. L'invito di Alatariel viene come sempre colto alla lettera e senza esitazioni, tanto che il costrutto accorcia l'abituale distanza che lascia tra sé e l'elfa, procedendo ora a circa tre passi dietro di lei.> Io non sono alterato, Rondine. <Afferma con la massima sobrietà che può esprimere un essere inorganico.> Non ci sono Kraken. Ma risate sì. <E prima che possa aggiungere altro, quella folta innaturale che li investe tutti quanti. Per quanto violenta, non riesce a spingere il costrutto, i cui piedi rimangono ben piantati nel terreno, umidi della vegetazione calpestata nel corso della serata. Non ha nemmeno palpebre da sbattere: gli occhi rossi corrono subito alla figura dell'elfa davanti a lui. Cerca di sollevare il braccio sinistro, aprendolo verso l'esterno e preparandosi ad accogliere il corpo di lei sospinto all'indietro nell'incavo del gomito di metallo, piegando l'articolazione.>
23:26 Athradir [Pressi Lago]: <Sta per rispondere ad Alatariel, quando la folata di vento lo fa cadere in terra. lui ch'era seduto>ma che cazz<e stavolta si. Prova a muoversi velocemente, sfruttando dapprima tutti e quattro gli arti, poi solo quelli inferiori, per correre al suo giaciglio e recuperare, per lo meno, buona parte del suo armamento. Cosa che gli viene leggermente difficoltosa quando il fuoco si spegne>Cazzo, cazzo cazzo cazzo<rapida sequenza di improperi, mentre cerca di trovare le foglie di palma dove, sotto, ha nascosto le sue cose>Almeno la sciabola, almeno quella<ammette, quindi sente nuovamente le risatine, vicinissime. Alle sue spalle>Quando ridono cercano sangue, quando ridono cercano sangue<ripete, rapidamente, continuando a cercare la sciabola. Gli viene per le mani unos tivale corazzato>Bene, iniziamo con questo almeno>E cerca di indossarlo il più rapidamente possibile>Non ti voltare, non ti voltare, non ti voltare<continua, a dirlo più a se stesso>Ma dai! Dimmi qualcosa che non so<risponde a Tiresias. E' chiaramente nel panico, non tanto per le risate che sente, quanto per la mancanza di armi e protezioni>
23:30 Speranza [Pressi Lago]: Parlavo di Rond...<dice la mezza cercando di rispondere al elfa, ma viene interrotta da un intenso vento che la spinge lontana dal acqua, piega le ginocchia, leva le braccia piegate davanti al viso, per non venire letteralmente sbalzata via dal vento, ma effettivamente indietreggia di parecchio, di un bel po' di cubiti sicuramente, effettivamente del gruppo è la più piccola e leggera> Ma cosa diavolo sono? <Domanda al buio cercando, al chiarore delle stelle le sagome di chi l'accompagnava poco prima>
23:31 Alatariel [Pressi Falò]: <la folata di vento ha il discutibile merito di aprire del tutto la camicia non tenuta ferma da nulla, che lascia vedere praticamente tutto quello che c'è al di sotto quando le viene quasi tolta di dosso; fortunatamente il fuoco si spegne e tutti sono indaffarati, il che la porta in secondo piano. Nel frattempo l'elfa viene sbalzata all'indietro e, quel che è peggio, è che finisce a sbattere contro il braccio di Tiresias. L'impatto non è piacevole e l'elfa è costretta a stringere i denti nel trattenere un gemito di dolore, mentre la fascia che teneva i capelli cede e la lunga chioma scura inizia ad agitarsi nel vento in modo disordinato, frustando l'aria con le ciocche nere striate d'azzurro> ... non è niente, eh? <alza la voce stentata per indirizzare quella domanda tagliente verso Athrandir. Se con una mano, la sinistra, stringe con forza la sciabola, la destra va ad ancorarsi a una delle piastre di tomi di Tiresias> Folletti o altre irritanti creature del genere. Stanno giocando con noi. <risponde a Nathan, senza nascondere il proprio fastidio per la faccenda. Non sembra intimorita quanto Athrandir, solo molto seccata> Che cosa vedi? <chiede infine al costrutto>
Le risatine scompaiono per tutti, tranne che per Nathan, che le percepirà come un sussurro nelle orecchie. Con non poche difficoltà Athradir riesce a recuperare il suo equipaggiamento. Speranza verrà bagnata dall'acqua del Lago Minore a causa della folata di vento. Alatariel invece troverà un saldo quanto scomodo appoggio in Tiresias.
23:38 Nathan: mer<e quelle risatine continuano ad entrare nelle sue orecchie.>Adesso basta.<e al buio chiude gli occhi, stringendo la frusta, senza dire altro. Allarga le gambe, portando tutto il peso sulla sinistra, e col braccuo destro disegna con la frusta un cerchio attorno a sè, facendo schioccare l'arma, che risuona nella notte. Un paio di volte schiocca la lunga frusta, abbastanza udibile, e la fa muovere come un lungo serpente.>
23:43 Tiresias [Pressi Falò]: <L'elfa viene sbattuta contro il braccio pronto a frenare l'impeto di lei: un impatto brusco, appena percepito dal costrutto, che tuttavia guarda con molta attenzione il punto in cui le carni di Alatariel hanno toccato il metallo. La camicia si è ritirata dalla parte anteriore, ma lui non presta la minima attenzione alle grazie della femmina. Poi la sente parlare e le spalle si rilassano leggermente, unico modo per accorgersi della tensione in lui dissipata. Lentamente la mano cala, lasciando comunque che l'altra abbia sia il tempo che lo spazio di discostarsi come più le aggrada.> Prego, umano. Evita reazioni violente. Non aiuteranno nessuno. <Solleva il capo verso Nathan e ora è lui che redarguisce con serietà, per quanto non suoni brusco nonostante la voce roca e stridente. Poi annuisce un'unica volta ad Alatariel e continua cercare in silenzio, non ostacolato dal calare delle tenebre sulla radura.>
23:45 Athradir [Pressi Lago]: <Continua a ravanare tra le foglie di palma, iniziando, finalmente a trovare, man mano, la sua roba. Compare il secondo stivale, la camiciola bianca, la frusta, il busto in cuoio e infine la sciabola>Zitta! Zitta!<contro Alatariel, ovviamente. Infila nervosamente lo stivale, poi la camiciola alla bene e meglio>Giocassero altrove e non rompessero a degli onesti avventurieri<ringhia, mentre fa sbucare la testa dal colletto della camicia. Cerca anche di infilarsi il busto di cuoio, con parecchia difficoltà>Se pensano che levo le tende, possono anche scordarselo<sgrufola, ancora una volta, mentre ha qualche problema nell'infilare il braccio destro nell'armatura di cuoio>E dai cazzo<tra i denti, mentre lo schiocco di frusta di Nathan lo mette maggiormente in allarme>Ehi! Che succede?<domanda a voce alta, mentre finalmente è riuscito ad infilarsi la protezione -l'armatura, malpensanti-. Ma quando le risatine finiscono, non sembra calmarsi>Dannazione, dannazione.<e solo alla fine di tutto, va ad impugnare saldamente la sciabola>Pronto!<e si volta, solo ora>
23:48 Speranza [Pressi Lago]: <Acqua da tutte le parti, bagnata da capo a piedi, gli abiti le si appiccicano addosso mostrando anche quello che era meglio non far vedere> Oh, porca paletta, oh porca paletta! <impreca la mezza saltellando sul posto mentre l'acqua le scorre sulla pelle, fin dentro i pantaloni.> brrr! <brontola> prima di recepire l'informazione dell'elfa, e a differenza degli altri avventurieri, cerca di sganciare dalla cinghia il flauto, da bambina la madre le ha insegnato una ninna nanna che le leggende dicono plachino le creature della terra come i folletti>
23:50 Alatariel [Pressi Lago]: <rimane addossata a Tiresias fino a quando non ha ripreso per bene l'equilibrio, a quel punto risistema la camicia alla meglio possibile, coprendo quanto era stato scoperto. Deve passare la stessa mano sotto la chioma scura, scostandola dal volto per poterci vedere di nuovo qualcosa a sua volta; il respiro è veloce, poco regolare, si guarda intorno alla ricerca> *Non possiamo passare la notte qui.* <argomenta in elfico, indubbiamente verso Athrandir. Si volta nel sentire la frusta di Nathan schioccare> ... che stai facendo? <gli chiede, perplessa. Lei le risate non le sente più, del resto> Ragazzina, vieni qui. <si rivolge a Speranza, ora> Tiresias ti terrà al sicuro. <un cenno verso il costrutto, da cui si allontana con cautela, evidentemente pronta al prossimo tiro mancino. Muove un passo nel discostarsi dal colosso di tomi, per avvicinarsi invece ad Athrandir alle prese con il suo equipaggiamento. Quando lui esclama di essere pronto, lei aggrotta le sopracciglia> *Ma che bravo. E te la sei infilata tutta da solo? Non preoccuparti, comunque: se fossero dei nemici saremmo solo già tutti morti, probabilmente. Tu per primo.* <non lo sta punzecchiando, stavolta. Ha il suono di un vero e proprio rimprovero mentre si guarda intorno> Riaccendiamo il fuoco, è l'unica Speranza che abbiamo di vederli. <suggerisce ad Athrandir>
La frusta di Nathan incontra l'aria e nient'altro, le risate però proseguono. Dal lago giungono altre piccole folate di vento, capaci di smuovere solo gli abiti, i capelli, e la vegetazione. Anche per Nathan le risate svaniscono all'improvviso, non appena le risate svaniscono l'aria diventa umida, più umida di quanto già solitamente possa essere. Gocce d'acqua, grandi quanto noci di cocco, si condensano sopra al falò, cadendo e bagnando tutta la legna ancora tiepida. Successivamente l'aria torna normale.
23:57 Nathan: Non ho bisogno delle tue raccomandazioni Piombino <dice alla volta del costrutto. <Non muove la frusta per attaccare, ma ne fa un cerchio a protezione, la sua, nel buio.> Sgranchisco le dita milady, che faccio? Mi tengo pronto ad ogni evenienza.<Le parole sono fredde, gelide, come se fosse calato l'inverno. E zitto, a raccoglier la frusta,e a raccogliera, quasi meglio di non avere armi. POi....>hanno smesso.
00:02 Tiresias [Pressi Falò]: <Continua tenacemente a scandagliare la zona circostante, muovendo il capo ingombrante in piccoli scatti da un capo all'altro a coprire tutta la larghezza della radura, sostando in particolare sul falò, l'ultimo punto dal quale sono provenute quelle risate. Ed è proprio lì che vanno a cadere quelle sfere di liquido, atterrando con uno scroscio sulla legna ancora fumante. Rimane a osservare immobile, come se si aspettasse altro. Ma le parole di Alatariel lo scuotono.> Io proteggo la Risvegliatrice. E chiunque lei mi dica di proteggere. <Le rimane vicino, spostando al tempo stesso lo sguardo degli occhi rossi, che agli altri risulteranno come due tizzoni rossi nel buio: piuttosto facile trovarlo, anche se non ci fosse quella voce cavernosa da seguire. Inquadra la figura di Speranza, scorrendo senza inesistenti pudori sulle vesti bagnate dall'acqua che rivelano il corpo della mezzelfa.> Non era una raccomandazione, umano. Niente violenza. E niente fuoco. <Aggiunge mentre ancora è su di lei con lo sguardo. Irremovibile.>
00:03 Athradir [Pressi Lago]: <Alatariel non l'aiuta di certo a calmarsi.Tant'è che>*Io non vado da nessuna parte. Ho sbagliato a credere che fosse un luogo pacifico. Starò vigile, ma quell'uccello dev'essere catturato*<tanta diligenza dimostra, quasi fosse davvero un guerriero di Incrollabile Valore>*Si, si risparmiati la predica per dopo, mammina*<gioca sull'anzianità, stavolta, sebbene non suoni proprio come una battuta, quindi torna a parlare in Lingua Comune>Dovrei avere l'acciarino nel borsellino<ammette, aggiungendo, ma c'è qualcosa che non quadra. Si sente appiccicaticcio, quando l'umidità aumenta. E diventa così alta da condensarsi e farsi simile a pioggia. Che cade sulla legna>Qui qualcuno non ci vuole<mormora,prendendo poi un respiro profondo>E se non stiamo qui, non prenderemo mai quell'uccello. E senza quell'uccello, niente cinquanta dobloni.<alla fine, quella è la sua preoccupazione>Vedremo chi la vince<e vestito a quel modo, si pianta nuovamente a terra, sedendosi a gambe incrociate, braccia conserte e la sciabiola saldamente nella mano destra, lama puntata in alto, che poggia nell'incavo del gomito sinistro>Che facciano quel che vogliono, io posso stare sveglio anche fino all'alba<lo dice tra i denti, incarognitissimo>
00:07 Speranza [Pressi Lago]: <L'elfa ordina alla mezza di avvicinarsi al costrutto, una strana creatura di metallo, che poco prima ha protetto la stangona, rabbrividendo la ragazza si stringe addosso gli spallacci dello zaino di cuoio e suo malgrado si avvicina a Tiresias poco prima che piova a dirotto sulla loro testa> E che cavolo, sbotta la ragazza, mentre cerca alla memoria le parole di quella dannata ninna nanna, ha poco tempo per suonare, è più veloce cantare la ninna nanna del mare> Idir ann is idir as Idir thuaidh is idir theas Idir thiar is idir thoir Idir am is idir áit Casann sí dhom Amhrán na farraige Suaimhneach nó ciúin Ag cuardú go damanta Mo ghrá<gli altri straparlano di qualche volatile che vogliono acchiappare, ma se non placano l'ira dei folletti non potranno far nulla, dopo quella strofa in lingua natia, la ripete in comune, sperando che le creature in un modo o nel altro la comprendano, quella benedetta ninna nanna> Fra qui ed il momento, Fra nord e sud Tra Est ed Ovest Tra il tempo ed il luogo Dalla conchiglia la canzone del mare. Nulle sono la quiete e la calma Nella continua ricerca del amore piccolo mio <in fondo, non è un avventuriero, è solo una voce nel vento>
00:08 Alatariel [Pressi Lago]: <sente le spiegazioni di Nathan e quelle due ultime parole che la spingono ad annuire una sola volta. Quando le grosse, enormi gocce d'acqua cadono sulla legna tiepida spegnendola del tutto e bagnandola, l'elfa rilassa le spalle ed emette un sospiro> D'accordo. <mormora, abbassando l'arma> Vogliono solo giocare. È inutile allarmarsi. <conclude, con convinzione, andando ad agganciare la sciabola alla cintura, fianco destro. Si volta a osservare Athrandir che si siede per terra e contrae il volto in un'espressione scettica, ma non dice niente verso di lui. Perché improvvisamente> Che cosa volete? <alza la voce, non parlando di certo ai suoi compagni di viaggio in questo momento. Sembra rivolgersi al vento che ancora anima i suoi lunghi capelli scuri, che si rigonfiano e agitano mollemente nella notte> Giocheremo con voi, se vi farete vedere. <promette, in tono calmo, non più seccato come prima> Non vogliamo farvi del male. E scommetto che neanche voi volete farne a noi. <la voce suona sicura mentre lo dice, sempre con i sensi all'erta, nel tentativo di cogliere qualsiasi segno rivelatore della presenza delle creature> Io mi chiamo Fiordaliso e vengo dalle terre oltre il mare. E voi? <Speranza inizia a cantare e lei certo non la ostacola, ma non sembra badare molto alla sua voce, al momento>
Null'altro accade, e la notte potrebbe proseguire serena.
00:20 Nathan: Abbiamo finito coi giochi. <Termina così, il ragazzone, che ripone la frusta, senza dire altro. E a voce media alta se ne esce con un> possiamo accamparci qui. Io vado a fare il primo Turno di guardia. Sempre si rimane insieme.Signori, buonanotte.< e si lancia nella foresta.
00:23 Tiresias [Pressi Lago]: <Si piazza esattamente a metà tra Alatariel e Speranza che nel frattempo si è avvicinata, muovendo un paio di pesanti passi per guadagnare la posizione. Le braccia sono sollevate, le mani dalle tre tozze dita strette a pugno con le falangi di metallo che si toccano: un coscienzioso guardiano, che tuttavia non ha motivo di intervenire. Gli unici rumori sono prodotti proprio dai componenti dell'improvvisata spedizione e la loro imprevista ospite: chi si presenta, chi canta. Lui rimane fermo ad osservare, in silenzio fino a quando sembra davvero sicuro che non succeda altro nell'immediato.> Gli approcci tentati sono inefficaci. <Afferma alla fine, la voce appena più tenue del normale. Gira di scatto il capo, come se si aspettasse di essere interrotto. Ma ancora nulla.> Nessun danno riportato. <Nathan nel frattempo si muove oltre e il costrutto lo ascolta.> In caso la Risvegliatrice voglia rimanere in questo luogo, niente fuoco. Nè armi. All'alba accompagnerò lei e la Rondine alla ricerca del volatile. Hai altre direttive? <Domanda direttamente all'elfa.>
00:25 Athradir [Pressi Lago]: <Ascolta la canzone di Speranza, le parole di Nathan, quelle di Tiresias e le domande al vento di Alatariel. Ma lui non si smuove da quella posizione, fermo come una statua di granito. E' talmente incavolato che si può vedere come la vena del collo inizi ad assumere proporzioni difficilmente immaginabili. Respira a fondo ed espira con il naso rumorosamente, come fosse un toro. In elfico, aggiunge>*Oh, si lei non vuole farvi del male. ma fosse per me*<e non continua, mentre osserva per quel che gli è possibile la sagoma di Alatariel accanto a lui e poi cercare quella degli altri>Se volete tornarvene a Nuovo Forte, andate pure. Io resto qui.<è deciso e al contempo seccato da quella manifestazione che sembra aver smesso di palesarsi>Potranno spegnermi il fuoco mille volte. Io lo accenderò mille e una<dichiara, a tutti e a nessuno>Il fuoco s'accende. La carne va asciugata e cotta di nuovo. Sai com'è, noi mangiamo<A Tiresias indirizza le ultime parole, piccato come pochi.>
00:28 Speranza [Pressi Lago]: <L'elfa dai capelli neri, le rivolge la parola, ma a scanso di equivoci, se la ninna nanna, dovesse funzionare, ad occhi chiusi prosegue prima in mezzelfico> Idir gaoth is idir tonn Idir tuilleadh is idir gann Casann sí dhom Amhrán na Farraige Suaimhneach nó ciúin Ag cuardú go damanta Idir cósta, idir cléibh Idir mé is idir mé féin Tá mé i dtiúin <e poi in comune> Tra i venti e le onde Tra le sabbie e la riva Dalla conchiglia la canzone del mare Nulle sono la quiete e la calma Nella continua ricerca del amore Tra le pietre e la tempesta. Tra la fede e il mare io sono in armonia. <attende qualche secondo in ascolto del vento e finalmente sospira riponendo negli scomparti della cintura il flauto, prima di riaprire gli occhi nocciola dal taglio felino sulla dama davanti a se, dato che il costrutto di fatto non le presta particolare attenzione, e finalmente risponde al elfa> Lieta di conoscervi, Dama Fiordaliso, il mio nome è Speranza, e vengo dal Regno di Creatario, sono sbarcata solo pochi giorni fa <e volgendo l'attenzione alle parole del costrutto e poi di Athradir ammette> Temo che per una volta seguirei l'idea di Rondine, solo perchè ho non voglio ammalarmi <aggiunge sincera, mentre con la mancina cerca di strizzare l'acqua dalle maniche del vestito da viaggiatore>
00:31 Alatariel [Sponda Lago]: <nulla risponde alle domande di Alatariel, che a quel punto annuisce tra sé. Inquadra la figura di Speranza, che forse è riuscita nel suo intento; scosta di nuovo i capelli scuri e assume un'espressione riflessiva> Potrebbero tornare. Ma sembrano essersi placati... devono essersi divertiti abbastanza, almeno per il momento. Ma ora sappiamo che non sarà così facile e che quei dobloni ce li saremo ampiamente guadagnati. <la cosa non la turba, a giudicare dall'espressione distesa; lo sguardo azzurro si posa nuovamente su Speranza, in seguito> Non sono una dama, Speranza. <le assicura, senza che il tono suoni come un rimbrotto.> Ti asciugherai presto: fa caldo qui. Dubito che persino una magrolina come te si ammalerebbe. <lei è sottile, ma ben salda nella corporatura. Dopo qualche attimo aggiunge> Tuttavia, ragazzina, se vuoi tornare in città sarà meglio che ti avvii adesso, prima che decidano di comparire di nuovo. E se uno di loro vuole accompagnarti... <chiaro che intenda Nathan e Athradir. Alzata di spalle, a disinteressarsi della cosa. In realtà l'umano si avvia a fare la guardia e lei non lo ferma, anzi si riavvicina al limitare del lago, osservandone la superficie> Se anche la nostra preda fosse stata qui, l'avranno sicuramente fatta volare via. Prima dell'alba non troveremo un bel niente a cui dare la caccia, qui intorno. <ascolta le conclusioni tratte dal costrutto e le obiezioni dell'elfo. Alla fine> È saggio. <conferma le parole del costrutto> Forse il fuoco li turba, meglio tenerlo spento. Nessun'altra direttiva, puoi riposare dove sei, così all'alba sarai di nuovo vigile. Riposa, Tiresias. <termina, senza guardarlo> *Raggiungimi.* <questo ad Athrandir, a bassa voce, certa evidentemente che la sentirà comunque>
00:38 Tiresias [Pressi Lago]: <Lascia che gli altri gli rispondano, le parole che si infrangono sul metallo che lo riveste. Dal canto suo serra la mandibola e rimane in silenzio, l'espressione arcigna eternamente scolpita in quelle fattezze di tomi che non mutano. Alla fine il discorso di Alatariel gli stappa un cenno di assenso, un lento cigolio che si sente nel buio quando il costrutto china il capo.> Voi accendete il fuoco. Il fuoco viene spento. La Rondine può continuare, se non ha altro nutrimento oltre la carne da cuocere. Lontano dalla Risvegliatrice. <Precisa. Poi guarda proprio lei, reclinando appena il capo dopo aver ricevuto quella concessione.> La situazione è ancora incerta, Risvegliatrice. Non è il momento per me di riposare. <E rimane lì, accanto a lei.>
00:42 Athradir [Pressi Lago]: <tante le parole che si susseguono, e che non sembrano minimamente sfiorarlo. Le obiezioni di Tiresias alla fine lo fanno sbottare in un>Fate come vi pare<sibilato, tra i denti, nervoso ancora per la piega della serata. La frase sussurrata di Alatariel non sembra destare molto in lui>*Puoi dirmi quel che devi anche qui.*<ribatte, acido, per poi osservare Speranza>Non è il posto migliore per una suonatrice. Ma se devi restare, mettiti al riparo tra gli alberi e fai attenzione a qualsiasi cosa si muova<le dona alcuni consigli, mentre i suoi occhi azzurri sono puntati dritti verso la zona dove ci sarebbe il lago>Ho detto e ripeto, che da qui non mi muovo<dichiara, infine, deciso>
00:47 Speranza [Pressi Lago]: Ogni donna è una dama, Fiordaliso <risponde per toni la fanciulla alla risposta del elfa, e guardandosi attorno riflette in fretta, non sa se la ninna nanna ha funzionato o se semplicemente si siano divertiti abbastanza> Se non sono di troppo disturbo, resterei, non so cosa li abbia placati, ma se forse, è stata la ninna nanna degli spiriti, la canzone del mare, voglio aiutarvi, con la luce del sole, sarà sicuramente più facile tornare <conclude prima di guardare gli occhi della Rondine> Sarò anche una suonatrice, ma non ho solo visitato tutte le corti e case nobiliari del regno, ho avuto libero accesso alle loro biblioteche e le loro conoscenze <afferma convinta la ragazza, accettando quindi di muoversi verso gli alberi ed appena uno è a portata di mano, lo inizia a scalare, come una piccola scimmia, costruendosi in qualche modo un giaciglio tra i rami>
00:48 Alatariel [Pressi Lago]: Sì, d'accordo. <sbrigativa alle parole di Speranza, praticamente rispondendo a tutto il suo discorso così. Nel momento in cui il costrutto contesta la sua richiesta, l'elfa del mare si volta solo con il capo e una lieve torsione del busto verso di lui> La situazione rimarrà incerta fino a che non ci muoveremo da qui, Tiresias. È così che funziona il mondo dei mortali, lontano dai tuoi calcoli precisi... ma prima o poi, lo sappiamo tutti e due, crollerai e allora nulla potrà destarti dal tuo sonno. E se non vuoi che aspetti quel momento per poi farmi cercare in ogni angolo dell'isola, te lo chiedo di nuovo: riposa, Tiresias. E non vorrei doverlo ripetere una terza volta perché sai benissimo che non lo farò. <conclude, fissandolo con una certa serietà, che a lui destina praticamente sempre, forse per la sua impermeabilità all'ironia. A quel punto però si volta totalmente a guardare in direzione di Athradir> *Va bene: parliamo.* <risponde, con decisione> *Parliamo di cosa vedrebbe Canesciolto se arrivasse qui all'improvviso: un bambino che fa i capricci solo perché qualcun altro è venuto a giocare dove voleva invece giocare lui. E dimmi... è questo che ha cresciuto?* <provoca Athrandir, in maniera molto diversa da come fa di solito> *Un moccioso che pianta il broncio non appena arriva un minimo ostacolo o imprevisto. Ora ti dico come andranno le cose... se non porti il tuo culo qui ce lo trascino io, e non sarà così piacevole come puoi immaginarlo. Ora: dimmi di nuovo che non ti muovi. Io non aspetto altro.* <nello sguardo dell'elfa c'è una luce di totale determinazione>
00:57 Tiresias [Pressi Lago]: <Fronteggia l'elfa, sebbene questa gli dia solo il fianco: nonostante lei sia molto alta, seconda solo a lui in statura, i loro occhi sono comunque separati da una considerevole distanza. Senza contare la stazza del costrutto, ingombrante anche in orizzontale. Il silenzio, unito al suo eterno cipiglio, sembra che equivalga a un contrasto con le parole di Alatariel. Le sfere rosse si illuminano per alcuni lunghi istanti.> Prendo la Rondine in parola. <E sfruttando quell'espressione degli uomini, pronunciata questa volta senza aprire la bocca, all'improvviso stende le braccia lungo i fianchi, apre le dita tozze e divarica appena le gambe, trovando una posizione stabile sul posto. Perché è proprio in quel punto che si spegne. I tizzoni rossi si affievoliscono fino a sopirsi del tutto e la sua figura rimane lì, a torreggiare sui due elfi che conversano, posizionata tra loro e il lago.>
00:59 Athradir [Pressi Lago]: <Respira a fondo, sente il battibecco tra Tiresias e Alatariel e osserva Speranza andare verso gli alberi>Questo non ti rende una combattente<Replica, seguendone la sagoma fin quando non si perde tra le fronde. Ma le parole in elfico della Parirazza, lo fanno voltare. Lentamente. Rompe la sua posa, per alzarsi, piano, in piedi. Afferra meglio la Sciabola, agguantandola, però al contrario. Non replica alle parole di Alatariel, ma le si avvicina. Fin quando non è ad un braccio da lei. Solo in quel momento, con un gesto simile a quello di volerla attaccare, le pianta la sciabola in mezzo ai piedi, a una spanna di distanza>*Non azzardarti mai a parlarmi in questo modo, Alatariel. Mai*<è una voce bassa, roca, gorgogliante>*E non credere che ti stia minacciando perché sei femmina. Saresti un avversario comunque degno*<continua, senza guardarla, il suo profilo sinistro poco distante da quello destro di lei>*Ti ho raccontato una storia, non usarla contro di me. Perché non conosci ciò di cui stai parlando*<e così, chiosa semplicemente con>*Parla*<attendendo, ora che le è vicino, qualsiasi reazione della parirazza. Tiresias, infine lo tira in ballo e>La mia parola è sacra per me, Pezzo di latta<non c'è offesa, solo uno dei tanti nomignoli che dona al costrutto>





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