Chat: Taverna dei gemelli Floach
14:59 Tovio Brugo Arrius
[Bancone]: < Il boccale batte sul bancone, mentre il nano si passa
con poca raffinatezza il braccio sulle labbra, asciugandosi i baffi
dalla bianca schiuma> E poi dicono che la birra fà male. Voglio
dire... c'è niente di meglio? < Una fragorosa risata esce dalle
sue labbra, mentre la mano ora picchia accanto al boccale, facendolo
tremolare, vuoto, andando quindi a concludere> Ad ogni modo, dopo
ieri sera ci voleva proprio... oh si... < scuote leggermente il
capo, lasciando che la folta barba ispida sfreghi sulla sua veste>
Lo giuro.
15:08 Speranza: <Panni
dal taglio anonimo, ad esclusione degli alti stivali femminei e il
corpetto di cuoio che le cinge in busto sopra la camicia di cotone
chiaro, forse meno femminile della sera prima, ma a crine sciolto,
zaino in spalla e lira sotto braccio, Speranza fa così il suo
ingresso alla taberna, la sua passeggiata nella città straniera l'ha
condotta alle dichiarazioni del governatore, ma mentre attraversa la
soglia la mezzelfa brontola> Fumi del gorg, ieri sera non avevo
proprio bevuto <Gli occhi nocciola dal taglio felino, sondano la
sala che non manca d'affatto di clienti, deve capire dove sia la
gilda dei mercanti, per restituire la paga di quella serata andata
storta, i Baldassarre, i suoi fratellastri, in realtà, sono pirati,
ma gentiluomini sin da principio ed ella non è da meno.> Salute
<dichiara cordiale, attraversata la sala fino al bancone, non
avvedendosi particolarmente del nano lì vicino.>
15:13 Tovio Brugo Arrius
[Bancone]: < la battuta dell'oste provoca ilarità nel vecchio
nano, ma la scaccia quasi, agitando il proprio capo ed estraendo un
paio di monete che ben presto posa sul bancone, la paga della birra>
vi siete perso una gran serata... e se sono io a dirvelo... <
sbuffa, e già sembra pronto a saltar giù dal proprio sgabello, ma è
la visione della giovane Speranza che lo blocca su quello sgabello,
rimanendo in bilico sul bordo per qualche istante> Voi! <Esclama,
andando poi a volgere il proprio sguardo verso l'Oste, ormai lontano
da lui. Sbuffa, ma si ricompone sullo sgabello, sistemando meglio al
fianco il proprio borsone> Sbaglio o voi siete la musicante di
ieri sera? < E lo sguardo scivola sulla donna, andando ad
osservare il suo strumento prima di rialzare il naso verso il volto
della giovane>O sbaglio?
15:20 Speranza: <Una voce
acuta ed al contempo profonda, la interrompe ancor prima che la
giovane mezzelfa si possa rivolgere al oste per dimandare, forse
informazioni. La cantastorie si guarda intorno con gesti misurati,
prima d'incrociare gli occhi scuri del nano> Non errate messere, o
almeno, non so se ve ne fossero altri, alla festa...<dondola un
poco il capo guardando verso l'alto qualche istante pensosa, prima di
tornare a fissare il nano> Posso esservi utile in qualche cosa?
<domanda cortese, mettendosi a sedere su uno sgabello libero,
posando la lira in grembo, e lo zaino tra le caviglie>
15:28 Tovio Brugo Arrius
[Bancone]: Qualche menestrello.. <borbotta, agitando la propria
mano in aria per qualche istante prima di continuare> La Lega ed
il Governatore non han badato troppo a spese. Direi che tutto quel
fuoco e fiamme ne sono una degna conferma no? < Le narici fremono,
si gonfiano, ed un vigoroso sbuffo d'aria vien lasciato scappare
dalle narici, mentre la mano destra liscia la barba> In realtà
si... < lascia che una lunga pausa, meditativa, intercorra per
lungo tempo tra le proprie parole, forse scegliendone la forma
migliore> Ditemi... ieri sera per caso... l'avete vista quella
bizzarra nave?
15:37 Speranza [Bancone]:
<Speranza ascolta attenta, le labbra strette in un espressione
seria> Invero, le fiamme temo che non fossero state calcolate
nella spesa <ammette con un mezzo ghigno, prima di rabbuiarsi alla
domanda sulla nave ed annuire> Al contrario di ciò che favellano
le bacheche, iersera non avevo ancora toccato alcol, ed in verità,
di cose simili nelle ballate apprese nei miei viaggi, in lungo ed in
largo presso il Regno di Creatario, ne avevo lette e sentito, ma mai
credevo di averne la sfortunata visione...anche se ammetto che
l'improvvisa sparizione giunta a riva, mi suona...curiosa <ammette
rivelando la propria origine, dalla terra ferma.> Ma credevo
fossero solo leggende <aggiunge artigliando il manico della lira,
quasi a soffocare qualche emozione ignota>
15:44 Tovio Brugo Arrius
[Bancone]: mmm.. < lascia unicamente sfuggire dalle proprie
labbra, mentre ascolta le parole della mezza. La mano che ancor gli
accarezza la barba non dà tregua, quasi gli fosse necessaria per
valutare le sue parole, lasciando che i propri occhi si socchiudano
leggermente mentre affina il proprio pensiero> Quindi quella nave
c'è realmente stata... < lento, lentissimo a parlare, tanto
lavora la propria mente quanto poche sono le parole che concede per
lunghi secondi> Ed è scomparsa innanzi alla spiaggia? <ripete,
aggiungendo> Così.. come ha toccato terra? < vuole dettagli, e
non lo nasconde certo>
15:48 Sigrun [Ingresso]: <
Nonostante il caldo, la figura della ladra del mare è coperta da una
sorta di mantello, niente di che, indumento semplice, logoro, che la
cela fino alle ginocchia. Non ha un cappuccio, pertanto sul volto
visibili i disegni del mare, impossibile sapere se siano tatuati o
trucco, quelle onde blu che le attraversano il viso. Sotto so
intravedono abiti in cuoio e pelle, nessun tessuto, gambe e braccia
scoperte, se non fosse per qualche laccetto di cuoio che orna le
prime, intrecciato, così che ricordi che in catene avrebbe potuto
esserci. Entra nella taverna al seguito di un altro viandante, che le
tiene pure la porta aperta, ma è evidente che non siano insieme,
dato che, una volta oltrepassato l'uscio, ognuno andrà per la
propria strada, quella di Sigrun sembra portarla al bancone...>
15:52 Speranza [Bancone]:
<Speranza scuote il capo> non ero particolarmente attenta nel
momento in cui è scomparsa, quindi non so dirvi se la prua ha
raggiunto effettivamente la spiaggia, o semplicemente si è fermata
sulle acque davanti al bagnasciuga, dato che in quel momento mi ero
avvicinata alla dama che ha dapprima minacciato quello che credo
fosse uno dei vostri sciamani, e poi ne ha raccolto la maschera di
osso, ammetto che ero molto più interessata al fuoco, che alla nave
<stringe le spalle> A quanto ne so le navi fantasma
difficilmente vengono avvistate dove l'acqua non è fonda...ed in
ogni caso, vengono considerate segno di sventura <rabbrividisce un
poco> ed ammetto che mi ha fatto gelare il sangue, vederla da così
vicino <e leva la mancina per massaggiarsi il braccio destro,
quasi avesse freddo e volesse scaldarsi, gli occhi nocciola che non
si scollano nemmeno un secondo da quelli neri del nano.>
16:02 Tovio Brugo Arrius
[Bancone]: Oh no no no! <Esclama, lasciandosi finalmente andare la
barba, solo per poter sollevare la propria manona verso il volto di
Speranza, come a volerne fermare le parole> Io non ho nulla a che
fare con gli Sciamani, per la barba degli Dei! < la mano si piega,
andando a portarsi sul bancone dove picchietta più volte il proprio
indice, un tozzo ditone fin troppo ben curato per essere quello di un
nano> Tutte le loro magie, e le strane cose che combinano. Non mi
convincono, no di certo. Sono bambini che giocano con cose che non
possono realmente comprendere. Guardate che macello che han
combinato. Tutto a fuoco! < In un istante il suo fervore un pò si
quieta> Certo.. quantomeno ho potuto far lavorare qualche
scansafatiche in Ospedale ma... < Le narici fremono e sbuffano
ancora, aggiungendo> Una maschera avete detto? < il folto
sopracciglio si solleva leggermente> Forse sarebbe da andare a
rompergli le scatole infondo.... < Lo sguardo si sofferma sulla
sua figura, andando a commentare> mmmm... ed andare a controllare
la spiaggia... < borbotta.Lo sguardo vaga distratto lungo la
stanza, come a valutar qualcosa, ma probabilmente attratto dagli
insoliti disegni sul corpo di Sigrun, il capo inizia a seguirla,
senza ancor aggiunger parola, almeno per ora.>
16:06 Sigrun [Bancone]: <
Ha lo sguardo fiero, azzurro molto chiaro, ai limiti
dell'inespressività, e, allo stesso tempo questo è attento, tipico
di chi è abituata a guardarsi intorno, ad osservare, e ad ascoltare.
Apre leggermente il mantellino che la copre, mostrando che i segno
blu, che raffigurano onde stilizzate, compaiono su grande parte del
suo corpo, non solo sul viso e intorno agli occhi. Il rumore dei suoi
passi è regolare, calmo, privo di fretta, mentre cauta si avvicina
al bancone, mirando chi si trova in quei paraggi, senza che dalle sue
labbra o dal suo volto si denoti qualsiasi emozione, pare una
maschera. Avvicinandosi al bancone, lo sguardo si volge verso il nano
e la fanciulla che con lui parla, ma non è il momento di
intromettersi nella conversazione, anche alla luce del fatto che non
le giungono che poche e indistinte parole cui non sa dare un senso.
Si limita a raggiungere il bancone, fino a che i suoi gomiti non
possano essere poggiati a questo, taciturna, lasciando le formalità
ad un cenno del capo, fatto a metà tra i due, che valga per
entrambi>
16:14 Speranza [Bancone]:
<Speranza al fervore del nano arrossisce> Perdonate, non
intendevo vostri inteso come vostri personali, ma da come vi
comportate, avevo forse erroneamente dedotto che foste isolano
<spiega intimidita> da noi sono più sacerdoti che
sciamani..oppure streghe <ammette storcendo le labbra al pensiero
di una delle donne di scienza e potere, identificata con quel nome,
madre di uno dei suoi fratelli maggiori> Ho perduto di vista la
dama della maschera quando il fuoco è esploso, ma favellava
qualcosa, come...di un faro, di andare verso un faro o qualcosa del
genere, ma poi, la calca temo l'abbia trascinata via... <Stringe
le spalle, ed intercettando con la coda del occhio il saluto della
donna umana, risponde in un breve> Salute <Prima di tornare ad
osservare il nano> Se volete...potrei darvi una mano...quanto
accaduto nella notte mi ha reso più curiosa che mai, odio le domande
senza risposta <Asserisce seria, chinandosi un poco per recuperare
lo zaino trattenuto tra le caviglie.>
16:24 Tovio Brugo Arrius
[Bancone]: < Il cenno del capo di Sigrun par finalmente riportarlo
alla locanda con la mente, andando a sbattere un paio di volte le
palpebre prima di borbottare qualcosa a denti stretti> Salve! <
Ecco che un primo inchino, muove, forse il gesto più educato che ha
compiuto nella giornata in effetti, tanto che alle parole di Speranza
si appresta a dire> Si... Si no, Si! In effetti ho mancato
completamente le presentazioni. < un colpo di tosse, fittizio,
celato da una mano che a malapena evita di insozzare la giovane
innanzi a lei> Tovio Brugo Arrius, Rettore del Circolo Scientifico
e Geografico. Molto lieto. < E mentre il capo si china, ma senza
usar la cortesia di scendere dalla sedia, lascia che il proprio
sguardo si rivolga ad entrambe le donne, soffermandosi su Sigrun
ancora una volta, prima di commentare> Bei disegni... <
Impossibili infondo da non notare, quindi verso Speranza> Beh, voi
conoscete il volto di questa fanciulla suppongo, se l'avete vista. In
effetti non mi spiacerebbe capirne qualcosa di più... dite che
potreste trovarmela? Vorrei dargli un occhiata da vicino. Alla
maschera intendo eh! A donne qui già non son messo male < ed una
risata esplode ilare delle sue labbra, forse le birre del mezzo dì
han per certo aiutato>
16:26 Athradir [Esterno]
Giornata calda, non c'è che dire. E proprio per la calura che l'elfo
oggi pare aver preferito un abbigliamento sobrio. Un a camiciola
bianca di lino, leggera, indossata sotto una casacca di pelle
lavorata, resistente. Verde. Alla cintola un borsellino, floscio e
non tintinnante e il solito temperino spuntato. Chiude la sfilata un
paio di stivalacci con fibbie e un pantalone a mezza gamba. Impettito
e sorridente, il marinaretto si avvia verso la Taverna dei Gemelli,
con uno spiedino di ananas nella mano destra -mani ovviamente, ben
guantate. Non è visibile, ma una frusta è attorcigliata e legata
esattamente dietro la zona lombare, con il manico rivolto a destra.
16:28 Sigrun [Bancone]: <
Sebbene ora le parole dei due le giungano distinte, evita di
ascoltarle, discrezione forse, oppure le ascolta senza dar
l'impressione di farlo, le cattive abitudini. Al saluto della donna
risponde sempre muta, ma ripetendo il cenno del capo, e sfiorandosi
la fronte con le punte delle dita, che poi si rivolgono a lei, un
tipico cenno della sua terra di origine. Nota ovviamente anche
l'inchino di colui che poi andrà a presentarsi con tanto di nome e
carica, ma a lui no, non dedica il saluto che ha dedicato alla donna,
si limita a osservarlo con più attenzione di quanta ne userebbe di
solito, accarezzandolo con i suoi occhi chiari da capo a piedi e
viceversa poi> Sigrun... <replica laconica, non avendo titoli o
nomi di antenati da accompagnare al proprio nome> Sono le onde del
mare <ecco spiegata la natura dei disegni>
16:38 Speranza: Uomo di
scienza, insomma... ehm... volevo dire nano <commenta la mezzelfa
alla presentazione di Torvio> Speranza Baldassarre, poeta e
cantastorie al vostro servizio, esimo rettore <si presenta a sua
volta senza timore di essere appaiata al capitano della Alidivento
probabilmente più nota nel regno, che sul isola. E mordicchiandosi
il labbro inferiore guarda verso l'alto..> Non l'ho vista
particolarmente a lungo, ma si... penso che potrei rintracciarla,
appena prendo un po' la mano della città <ammette dopo essersi
persa un paio di volte, poche ore prima e fa un sorriso sghembo, alla
battuta del nano in merito alle donne, mentre porta lo zaino in
grembo e vi infila la lira con attenzione, ignorando quasi
volutamente la seconda dama>
16:47 Tovio Brugo Arrius
[Bancone]: Una donna di mare sulla pelle e nel sangue quindi
suppongo.. < commenta verso Sigrun, decisamente interessato a quei
disegni, forse anche troppo, dato che a seguirne le onde
improvvisamente diviene tutto rosso in volto, iniziando a tossire e
rivolgendo il proprio capo altrove, facendo lo gnorri.> Un bel
lavoro, doloroso. Immagino... ecco.. < Ma è il discorso di
Speranza che fortunatamente lo distrae, andando a riportarlo a quel
discorso sulla sera precedente.> Se la trovaste mi fareste un
immenso favore, e se riuscite a convincerla a venire a mostrarmi la
maschera anche di più! Così male che vada a quegli stregoni glie
la... < si ferma appena in tempo, ricordandosi non tanto di dove
si trova, ma di chi ha innanzi, prima di continuare> E così
almeno una grana me la risolvo alla svelta. Dovrò trovare invece
anche qualche buon occhio per esplorare la spiaggia, e far muovere le
pantere per venirci al seguito. Che se arriva un altra nave spettrale
col piffero che voglio star li da solo!
16:47 Athradir
[Soglia-interno]: <Una volta sulla soglia, non è che ci metta
molto a caricare il piede destro e a calciare senza alcuna cura la
porta. Entrata tipica la sua, per chi è abituato e che probabilmente
non avrà alcun tipo di reazione. Bocca piena, con succo di ananas
che ovviamente cola dalle labbra. Tutto può sembrare meno che un
elegante elfo marino...ma un semplice marinaio, dai modi rozzi e di
una certa statura. Prima di entrare, fermo sulla soglia, urla>Ehi
Floath piccolo! La solita bottiglia!<ordina, mentre si osserva
intorno per cercare i volti cotti dal sole dei vari marinai, cui
sorride sguaiatamente>Oggi il sole punge così tanto che se sputo
qualcuno in faccia gli arriva aria<si rivolge ad un paio di
mascalzoni ai tavoli, che se la ridono fortemente e gli alzano i
boccali in saluto. E se ne va verso il Bancone, continuando a
mangiare ananas dallo spiedino>
16:51 Sigrun [Bancone]:
<Poggia entrambi i gomiti sul bancone adesso, giungendo le mani e
intrecciando le dita. Le mani di Sigrun non hanno proprio l'aspetto
di quelle di una dama, sono piuttosto definite, sembrano forti,
abituate al lavoro manuale, piuttosto che al ricamo o a cose di
ricchi e benestanti. Lo sguardo scorre su entrambi, e che la donna la
ignori sembra essere un fatto di cui si farà una ragione in tempi
brevissimi, anzi, se l'è già fatta in verità. Tuttavia non cessa
di osservare i suoi gesti, seppur con la coda dell'occhio. Poi le
parole del nano l'attraggono, ed è a lui che volge lo sguardo, non
negandogli una seconda occhiata> il mare è qua <si sfiora il
petto prosperoso> le onde sono state fatte solo perchè io me ne
ricordi <aggiunge riprendendo la posizione di prima> si, lo è
stato... <doloroso per l'appunto, mentre di colui che è entrato
con lo spiedino, ancora non si è avveduta>
16:55 Speranza [Bancone]:
<La mezzelfa annuisce grave alle direttive del rettore> Qual
ora la rivedessi, provvederò ad indirizzarvela, mi bastano i canti
colmi di magia che i ninnoli degli sciamani <conclude seria, prima
di sussultare allo slancio della porta calciata da Athradir, che
riconosce quasi più dal suono della voce che dal volto imbrattato di
succo d'ananas. Ma in fondo la mezza già quella mattina ha smesso i
panni di fanciulla per quel abito da viaggiatore arricchito del
corpetto di cuoio che ne disegna il profilo abbondante di seno, e le
curve del busto, la lira è ormai svanita al interno dello zaino di
pelle che tintinna di sonagli al affondo dello strumento, e levando
il volto punta gli occhi nocciola verso l'elfo, indecisa se fargli
verso o meno, chiedendogli lo stato dei suoi denti>
17:02 Tovio Brugo Arrius
[Bancone]: <l'entrata di slancio di Athradir, insieme alle sue
parole che difficilmente sfuggono in quella taverna, lasciano che un
buffo sorriso si delinei sulle sue labbra, sollevandone le rosse
gotte in un buffo aspetto> Forse ho trovato qualcuno con cui farmi
scudo anche oggi... < commenta ridendosela per qualche istante
sotto i baffi> bene bene bene... < La voce quindi solleva,
andando ad alzare anche la tozza mano in sua direzione> Buon
uomo... < Cordiale> Venite ad accomodarvi al bancone. Oggi
offre il Rettore! < indubbiamente pare di buon umore, mentre torna
a rivolgere lo sguardo verso le due donzelle> Una scelta
interessante, ed una spiegazione che lascia sorgere molte altre
domande, lo ammetto.. sarei invadente se vi chiedessi perchè mai
dovreste scordarvene? < Quindi torna a Speranza, annuendo un paio
di volte al suo dire> Brava! Lasciamo quelle porcherie ai matti!
17:04 Athradir
[Interno-bancone]: <Passeggia, lasciando che gli stivali
rumoreggino sulle assi del pavimento, lasciando intuire il suo passo
lento, tipico del gaglioffo. Una volta arrivato al Bancone, sulla
sinistra di tutti quelli che già si sono sistemati, batte la mano
sinistra con forza>E allora! Da quando siete diventati lenti a
servirmi?<Sputacchia qualche goccia di succo, mentre dall'altro
lato del banco si affannano a tenere gli ordini e soddisfarli tutti.
Quindi volge volto e sguardo a Tovio, Sigrun e Speranza>Oh, ma che
allegra comitiva<se li studia tutti, ad uno ad uno>Rara da
trovare in una bettola frequentata da ceffi e laidi<Ma le parole
del Nano subito lo rendono più...pimpante>Bene bene Allora Floath
piccolo, fammi una caraffa! Abbiamo chi mi finanzia!<è
evidentemente contento, per poi osservare ancora Tovio>Voi,
signore, siete una delizia per occhi e palato!<ridacchia,
mostrando la mancanza di un incisivo e vari pezzi di ananas
incastrati tra i denti giallognoli>
17:11 Sigrun [Bancone]: <
Il buon umore del nano non sembra contagiarla, è piuttosto difficile
oggi vederla allungare le labbra in un sorriso o in qualcosa che lo
ricordi, seppur parzialmente. Trovarsi in un luogo per lei
sconosciuto le provoca questa sensazione di leggero disagio, e lo si
può notare dal fatto che a tratti, e a scatti, distolga lo sguardo,
cercando particolari o semplicemente può darsi che cerchi di
guardarsi le spalle. Corruccia poi le labbra alle parole del nano,
alzando il sopracciglio sinistro quel tanto che basta per modificare
la sua espressione in una di perplessità> forse si <annuisce
lenta con il capo> ma in fondo mi pare di aver sentito che siete
uomo di cultura, quindi sono certa di non stupirvi se le mie risposte
in realtà altro non fanno che dar spazio a domande < e adesso
invece l'angolo sinistro delle labbra leggermente si allunga, mentre
la ragazza sembra persin divertirsi a dipingere attorno a sè un
piccolo e poco innocente alone di mistero. Ed è ora che si avvede
del nuovo arrivato, con quel che resta dello spiedino in mano e
un'altra parte tra i denti. Alza anche l'altro sopracciglio ora,
osservandolo ma non troppo, perplessa evidentemente> lieta di...
deliziarvi... <gli risponde incerta>
17:20 Wright [Locanda] <Si
massaggia la fronte guardandosi attorno, si trova al secondo piano
della Taverna, quello destinato a coloro che alloggiano o hanno
alloggiato nella stessa. Indossa abiti semplici, da viaggiatore,
sporchi di sale e sabbia e par, a giudicare l'espressione contrariata
del suo volto, che quel gesto di poc'anzi di toccarsi la testa sia
dovuto ad un qualche male, magari un classico post-sbornia tipico di
coloro che, poco saggiamente, eccedono nell'uso dell'alcool. Dopo un
breve sospiro, la mano destra sfiora il corrimano ed a granpassi,
egli scende verso il piano inferiore quello della sala comune. I suoi
stivalli di pelle risuonano sul legno vuoto degli scalini,
prennunciandone l'arrivo a coloro che si troveranno nelle immediate
vicinanze. I suoi occhi non possono far a meno di notare il gruppo di
altri quattro commensali schierati lungo il bancone, a quest'ora
probabilmente ci sono loro e pochi altri. Senza spiccicare alcuna
parola, si avvicina verso l'oste sempre in prossimità del bancone e,
rimanendo in piedi, attirandone l'attenzione, chiede.> Dell'acqua,
e che non sia pesta. Di piscio ne ho bevuto già abbastanza in nave.
<Il pomo di adamo si gonfia, la sua schiena per un momento si
ricurva ed usa le mani per appoggiarsi al bancone. Un conato di
vomito che però è in grado di trattenere.> Appunto. <Sussurra
a denti stretti, imprecando malamente.>
17:21 Speranza [Bancone]:
Toh, chi si vede <sbuffa sorridendo la mezza in direzione del
elfo> pasteggiato a carbone ed acqua salata? <domanda
ghignando, prima che il rettore annunci un giro offerto da lui, poco
male, lo zaino torna a scivolare tra le gambe, mentre ella si gira
con il busto e poi con il bacino per guardare la sala, i gomiti che
vanno a posarsi sul bancone quasi in segno di strafottenza, per
quanto, non scelga alcun che da bere, schioccando però la lingua
contro il palato per aggiungere> Fortuna che mi avevi chiamato
ragazzina <e ridacchia, se l'è legata al dito quel parlare della
sera prima.>
17:31 Tovio Brugo Arrius
[Bancone]: Che maniere! Uno vi offre da bere e voi gli rubate la
dolce compagnia? < Borbotta il nano, andando a scuotere un paio di
volte il capo> Ah, non si rispettano più gli anziani come una
volta... < ammette, andando a ghignarsela sotto i baffi> Ed io
che volevo offrirvi un lavoretto di tutto riposo per qualche buona
moneta... ah... < la mano posa sul proprio fianco> Che ha da
fare un povero vecchio a volte> Lo sguardo quindi torna a volgersi
su Sigrun, alle cui parole ridacchia piacevolmente divertito>
Ebbene non avete tutti i torti, e poi si sà... una brava fanciulla
ha da farsi desiderare. Non si può certo concedere subito. < Lo
sguardo quindi si posa su Wright, osservandolo scendere le scale,
sogghignadosela leggermente, a Speranza quindi solo lo sguardo, che
per qualche istante la studia negli atteggiamenti mentre si rivolge
ad athradir>
17:33 Athradir [Bancone]:
<Sebbene l'attenzione sia tutta per Tovio, Sigrun ne guadagna un
poco>Fidati, per deliziarmi dovresti fare ben più di
così<ammicca, marpione come solo lui sa essere>Insomma, messer
Tappino, a cosa dobbiamo l'onore di questo improvviso moto di
generosità verso uno che non sai manco da quale boccaporto esce
fuori?<chiede, mentre gli viene servita la caraffa e un bicchiere.
Che puntualmente lancia dietro al garzone>Te l'ho detto mille
volte, il bicchiere puoi infilartelo nel cu<e si blocca. Gli occhi
volgono a destra>cuore<cerca di contenersi,, quando Speranza lo
apostrofa>Ho fatto di meglio. Pasteggiato a Rum e puttane, mia
gradevole rompina<e sorride ancora, mostrando la sua
"menomazione">Pare che un dente rotto sia di gran
fascino, per quelle abituate a vedere vecchi dai denti marci<e se
la ride, di gusto. Il rumore di stivali di Wright solletica il suo
udito, ma provoca un brivido il suo ordine>Cazzo, erano secoli che
non sentivo ordinare dell'acqua<mugugna, quindi torna su Tovio,
che risponde indirettamente alla sua domanda>Un lavoretto di
riposo. Definiscimi "qualche moneta" messer Barbino....<la
caraffa viene afferrata, portata alle labbra, mentre parla. Solo
conclusa la frase, prenderà un bel sorso, incurante di quelle poche
gocce che fuoriuscendo, andranno a macchiargli la casacca>
17:36 Sigrun [Bancone]: <
Sembra che la gente sia in procinto di arrivare, perchè la
popolazione intorno al bancone cresce, forse invitata dal nano che si
è offerto di pagar da bere a chi ne voglia. Sigrun si limita ad
osservare e ascoltare chi arrivi chiudendo un po' il mantello leggero
che la copre, e meditando sulla necessità di trovare una veste che
mostri un po' meno pelle e un po' più tessuto in verità. Gente di
tutti i tipi, gente senza denti, o che non si fa scrupoli a parlare
come mangia davanti a dame, soprattutto chi accenna di aver viaggiato
in nave, che si guadagna un occhiata un po' più lunga del consueto.
E' il nano che per la seconda volta le fa distendere leggermente le
labbra adesso, sempre dal lato sinistro, solo la punta. Annuisce,
compiaciuta per la risposta ricevuta> Me ne ricorderò quando
diverrò una brava fanciulla nel caso <botta e risposta> ma
vedo che conoscete come va il mondo... <annuisce nuovamente, prima
di portar lo sguardo verso l'uomo con lo spiedino> lo spero bene,
rimarrei alquanto delusa dalla vostra semplicità altrimenti <in
risposta alle eventuali delizie e idee che questo possa farsi, salvo
poi prestare maggior attenzione quando si parla di monete, ecco, pare
che quelle mettano tutti d'accordo >
17:41 Wright [Bancone]: <Per
la cronaca, l'uomo gira evidentemente armato di tutto punto, neanché
dovesse dirigersi da qualche parte a portare guerra in nome di una
causa superiore: una accetta legata con del cordame alla cintura di
canapa, un pugnale il cui manico si affaccia appena dallo stivale
destro ed un arco corto assicurato alla schiena in compagnia di una
faretra. Per praticità e voglia di comodità, si disfa proprio di
quest'ultimo, poggiandolo davanti a sé, sulla destra, così da non
aver problemi quando gli viene data la bevanda richiesta. L'afferra
ed, avidamente, fa sparire tutta l'acqua in gola. Le gocce gli
inondano i baffi e la barba incolta, cadendogli dai lati senza che
lui se ne curi particolarmente: aveva molta sete. Si prende quindi un
momento di pausa, piega il capo a tre quarti e fissa il gruppetto che
gli è a meno di un metro, senza, per il momento, interagirci
particolarmente. Da solo un occhiata torva al gigante, quand'accenna
alla acqua richiesta, si concede invece qualche momento in più per
osservare le due fanciulle.>
17:44 Speranza [Bancone]:
Nel regno di Creatario ho veduto dame tingersi i denti di nero
carbone. per risaltare il biancore delle proprie carni, c'è di tutto
al mondo, non sol puttane <Verba la mezza, a quel appellativo che
la identifica come rompiscatole, la prossima volta, eviterà di
impedirgli di fare a botte con le pantere corrazzate, ed udendo il
rettore parlare di proposte di lavoro al elfo, nemmeno se ne
interessa alquanto, anzi, come presa dalla musa d'improvviso,
ripiglia lo zaino tenuto tra le gambe per mettersi a scrivere, forse
qualche appunto, estraniandosi dal mondo, ma in fondo, i cantastorie,
sono un po' tutti... particolari>
17:48Speranza usa Set da
scrittura semplice : Composto da una penna di un gufo striato ed una
boccetta in vetro di inchiostro nero.
17:51 Tovio Brugo Arrius
[Bancone]: < Salta letteralmente giù dallo sgabello per ergersi
in tutta la sua ristretta altezza, le mani posate sopra il proprio
pancione> Beh... cerco compagni per una passeggiata in spiaggia,
cose semplici... magari con la luce del sole... sapete... per
controllare se và tutto bene. < si stringe leggermente nelle
spalle> Ma magari lascerò un annuncio nelle teche.. magari trovo
qualcuno che mi rubi meno pulzelle. < fà un semplice occhiolino
all'uomo, prima di rivolgersi alle dame ed anche al nuovo appena
giunto al bancone> Mie care e signori... Buona giornata! < una
mano batte sul legno del bancone, andando a commentare verso l'oste>
Ragazzo, mettete tutto pure sul mio conto. Questo giro lo offro io. <
E con quelle parole con calma si dirige verso la porta della taverna>
17:53 Athradir [Bancone]:
<Sigrun ancora prende la parola, e la sua risposta fa sorridere
l'elfo, che ingolla e prende la parola>Tesoro, la delusione con me
non è contemplata. In nessun campo<ancora una volta, sicuro e
pieno di sé, con la sua solita faccia da schiaffi che si ritrova.
Alle parole di Speranza, resta sorridente e>Al mondo c'è diu
tutto, vero. Ma io preferisco solo tre, semplicissime cose: Potere,
donne e monete<fa spallucce, come se avesse detto una cosa
ovvia>Tutto qui<ridacchia, riprendendo a trangugiare Rum come
se niente fosse>E le puttane sono come le patate cotte a contorno
di un bello stinco di porco<aggiunge staccandosi dalla caraffa e
addentare un altro pezzo di spiedino d'ananas, per poi ondeggiarlo
come a voler rafforzare il concetto espresso. Ma quando Tovio sembra
prendere la via dell'uscita>Ehi ehi, messer nano! Non mi hai
definito il costo. E comunque, se è per una passeggiata in spiaggia,
comprati un cane<fa spallucce, ancora. Quindi guarda la caraffa
e>Almeno c'ho guadagnato da bere<ammette, per poi
bere...ancora...>
17:58 Sigrun [Bancone]:
<Alza un sopracciglio quando sente le parole della mezzelfa,
credendo per un istante che siano rivolte a lei, e le lancia anche
uno sguardo, sguardo che va poi a ritirare, quando si accorge che il
ragionamento di lei era in verità generico. Il nano si allontana
poi, senza aggiungere altro, evidentemente il suo tempo è finito, ed
è l'elfo che, invece, tiene viva la conversazione, ribattendo alle
parole che la ragazza con il mare dipinto sul volto gli aveva rivolto
pocanzi> vedo che avete consapevolezza dei vostri mezzi mio
signore <dice con voce pressochè atona> buon per voi, sono
certa che la vostra fama allora mi giungerà mentre mi accingerò ad
esplorare questa cittadina <commenta serafica, con un altro
sorrisetto, ambiguo come i precedenti, mentre adesso anche Sigrun si
concede qualcosa da bere, di forte naturalmente>
18:08 Wright [Bancone]: <Con
lo sguardo segue il movimento del nano, massaggiandosi la barba
incolta. Fissa il fondo del bicchiere di legno e, aprendo la bocca,
fa scivolare le ultime gocce sulla punta della lingua. Infila quindi
la mancina dentro gli abiti da viaggiatore che indossa ed estrae un
frutto già in parte sbucciato e mangiucchiato. Affonda i denti nella
polpa, del succo gli colora gli incisivi. Tra un assaggio e l'altro
si lecca le labbra e le dita, per poi riprendere. Dai modi e dagli
atteggiamenti, quantomeno quelli che sta dimostrando adesso, non
sembra essere affatto un uomo che si potrebbe definire dagli eleganti
modi.> Una lira. Una strimpellatrice.<Commenta da solo, a voce
bassa, come fosse un pazzo. Si schiarisce quindi la voce, indicandola
con l'indice destro, cercando di attirarne l'attenzione.> Tu
ragazza! Suona qualcosa. <Riferito a Speranza. Suona come un
ordine, manco fosse il signorotto della provincia. Probabilmente l'ha
scambiata, essendo uno straniero, per la barda ufficiale della
taverna.>
18:17 Speranza: <La voce
del nano torna a contrastare quella del elfo, Speranza leva gli occhi
dalle carte vergate con grazia sul retro d'una mappa, posata sul
ripiano nodoso del bancone, paiono strofe, in mezzelfico> Buona
serata Rettore <augura docilmente, prima di volgersi ancora una
volta al elfo e stuzzicare> I cani non hanno gli occhi buoni a
trovar tesori <chi ha mai parlato di tesori? Nessuno, ma la
ragazza voleva far rima, e forse in qualche modo aiutare il nano, lo
zaino ancora in grembo, aperto da cui sbuca il manico della lira,
manico che viene intravvisto da Wright> Accidenti che vista,
messere! <Esclama la mezza sorpresa dalla richiesta di suonare,
prima di perdere tempo ad asciugare l'inchiostro sulla pergamena, e
riporre con attenzione il set da scrittura, attenta a non rompere la
piuma di gufo striato, per poi estrarre la lira, tendendo con cura le
corde.>
18:18 Athradir [Bancone]:
<Annuisce a Sigrun, ma senza staccarsi dalla caraffa. Guance
madide di rum. Lo fa dopo qualche istante, per risponderle>mio
signore? Sono per caso un riccone da strapazzo o un puttaniere?
Rondine, piacere di conoscerti, bambolina<ammicca, nel presentarsi
alla ragazza, quindi>E se hai bisogno di una guida, puoi sempre
chiedermelo. Ti farò vedere tutti i buchi di questa città, senza
considerare quelli in cui sono già entrato<e si, c'è del
doppiosenso nell'ultima frase, per poi tornare a mangiare l'ultimo
tocco di ananas>Devo dire che rum e ananas hanno un certo
legame<ammette, parlando in generale. Quindi>Ecco, rompina,
ascolta il signore<e indica Wright, per poi sorridere a Speranza>e
non fare la preziosa, delizialo con la tua arte< e sottecchi,
osserva Sigrun>Io mi delizio con altro< mormora<
ridacchiandosela.>
18:26 Sigrun [Bancone]: <
L'uscita del rettore sembra averla privata di un argomento di
conversazione che pareva decisamente promettente, al suo posto le
rimangono i doppi sensi di Athradir, che le fanno alzare il
sopracciglio e far sfoggio di un espressione che rimane tra l'educato
e il perplesso, così non sono invece le parole della ragazza dai
capelli scuri> quando non si sa come chiamare le persone, le
appello così, nessuno si offende <replica senza dar troppo peso
alla perplessità dell elfo, anzi, alza leggermente le spalle,
incurante di quel galateo che tanto non conosce> Sigrun...
<replica poi dicendogli il suo nome, sempre senza mostrare
entusiasmo, così come non ne mostra quando lui parla di buchi>
vedo che siete uomo di... mondo, soprattutto di quello nascosto
<allunga le labbra in un mezzo sorriso, riparandosi poi in un
sorso di liquore, e volgendo lo sguardo verso colei che sembra
mettersi a suonare> e con cosa vi deliziate, di grazia? <domanda
scontata, ma non perde l'occasione di rivolgergliela>
18:28 Wright [Bancone]: <Fa
schioccare la lingua all'interno del palato, quando vede che la
ragazza reagisce a quell'imperativo tirando fuori lo strumento, egli
poggia la schiena contro il bancone e stende i piedi in direzione
opposta, assumendo la posa più comoda possibile con le braccia
incrociate ed un mezzo-orrendo-sorriso che si fa strada tra le sue
labbra. Quando l'elfo di mare afferma che vi sia unione tra ananas e
rum, a dimostrar di essere daccordo con lui, l'umano gli fa un gesto
con la mano per fargli capire di essere perfettamente concorde con
quella visione.>
18:37 Speranza [Bancone]:
<Le corde si tendondo... pizzica leggermente dolcemente, iniziando
a mormorare la musica, prima di passare alle parole> Lá na mara
Lá na mara nó rabharta Guth na dtonnta a leanadh Guth na dtonnta a
leanfad ó Lá na mara nó lom trá Lá na mara nó rabharta Lá an
ghainimh, lom trá Lá an ghainimh Il giorno del mare o delle alte
maree Per seguire la voce delle onde Vorrei seguire la voce delle
onde La giornata di mare o riflusso La giornata del mare o delle alte
maree Il giorno delle sabbie e la bassa marea Riesci a sentire il
corso del fiume? Le onde stanno ballando al sole Prendere la marea e
si affacciano sul mare E trovare un modo per seguire me Lasciare il
campo e lasciare il fuoco E trovare la fiamma del tuo desiderio
Imposta il tuo cuore su questa riva lontana E cantare il tuo sogno
per me ancora una volta. <la voce della dolce mezzelfa, fino a
poco prima, bassa e sensualmente roca diventa dolce, melodiosa, le
parole tra mezzelfico e comune danzano e saltano con le note
pizzicate sulla lira>
(Canzone Mo Ghile Mear tradotta in italiano da me)
18:38 Athradir [Bancone]:
<Non si scompone alle risposte di Sigrun, cui dona tutta la sua
attenzione, per poi annuire>Non si offendono perché si sentono
ciò che non saranno mai. Signori. Sognano così poco in grande, che
il potere per loro resta soltanto un nome. Signore<ammette,
continuando ogni tanto a bere>Io non ne ho bisogno. Io sono La
Rondine, non ho bisogno di sentirmi chiamare Signore per sentirmi
meglio di ciò che sono<ammette, in un discorso tanto lucido
quanto vago>Il mondo nascosto è quello che più mi piace<ammicca,
per poi continuare>Ma più che uomo di mondo, sono uomo di mare.
La terraferma mi sta stretta<dichiara, infine, annuendo a Wright e
al suo gesto ed osservando Speranza>Mh, capace la ragazzina. Una
ballata bella vecchia<dichiara, dimostrando un insoluito
apprezzamento>
18:45 Sigrun [Bancone]: <La
melodia inizia a diffondersi, unita alle parole che la accompagnano,
e l'attenzioone di Sigrun va, per un lungo attimo a colei che suona,
mentre termina piuttosto in maniera sbrigativa quanto stava bevendo,
non mancando di pulirsi le labbra con il polsino di cuoio nè di dar
a queste una passata con la lingua. Le parole dell'elfo la richiamano
però, e il capo bruno si volta verso costui> Sono molte le
persone cui basta poco per sentirsi bene, perchè non darglielo
allora? <serafica in questa risposta, mentre annuisce alle
successive parole di lui> la Rondine, siete un migrante allora?
<domanda osservandolo con sguardo discretamente interessato> e
vi posate in ogni buco... < doppio senso anxhe da parte sua> il
mondo nascosto è un salto nel buio rondine, non si sa mai quando si
trova del terreno per poggiarvi gli stivali, bisogna essere abili per
poterci vivere, altrimenti se ne verrà risucchiati <afferma,
staccando le mani dal bancone e incrociandole sotto il generoso
petto, tornando ad ascoltare la melodia della mezzelfa>
18:57 Wright [Bancone]: <E'
evidente che non capisca parte delle parole della barba, la sua
ignoranza si può notare dall'espressione inizialmente corrucciata
della sua fronte ma, data la bravura con cui la giovane si esibisce e
la sonorità piacevole di quel pizzicare di corde, si lascia
trascinare. Socchiude gli occhi, lasciando che sia la musica a fargli
da sottofondo, cercando di ignorare, per quanto possibile, le parole
degli altri due, evitando di distrarsi. Il piede si muove e si alza
più volte, battendo sul pavimento a ritmo con le parole, la mano fa
da accompagnamento e percussione sulle ginocchia. Dopo un pò, però,
si alza. Prende dalla tasca un paio di bronzini, recupera il proprio
arco che poco prima aveva poggiato contro il bancone, e si dirige
quindi verso la barda. Le rivolge un cenno di capo, squadrandola con
i suoi occhi bicromi per un lungo momento, rimanendo giusto un'altro
minuto a guardarla molto da vicino mentre suona, un'atteggiamento
decisamente bizzarro e forse molto discutibile, ma d'altronde di
marinai partiti di testa ce ne sono molti. Passato quel tempo,
infine, anche prima che l'altra smetta di esibirsi, le lascia vicino
quel denaro recuperato poc'anzi. Mettendoglielo davanti. Fa quindi
per dirigersi verso l'uscita della locanda, sbuffando tra sè e sé.
>
19:08 Speranza: <Quando
la cantastorie è nel suo elemento, poco la distrae, se fosse in vena
di danzare forse Speranza sarebbe capace di saltare a ballare su un
tavolo mentre canta e suona, come ha sempre fatto sin da bambina,
come ha imparato sin da bambina dal elfa sua madre, Calliope
dell'Alba, danzatrice e musicante a sua volta>'Sé mo laoch mo
ghile mear 'Sé mo Shéasar, gile mear Suan gan séan ní bhfuair mé
féin Ó chuaigh i gcéin mo ghile mear Lui è il mio eroe focoso,
cara Lui è il mio principe, mia cara Ora attendo, per un piacere che
non ho più da quando lui se n’è andato lontano, mia cara Ora è
giunto il momento di fuggire Ravvivare la fiamma e crederci ancora
Ricorda che l'amore brillerà attraverso le tenebre Una stella
luminosa per illuminare l'onda <L'umano che le ha chiesto di
suonare, si leva dal suo posto a sedere finendo per poi andarsene
pagandola per la ballata, prima che essa abbia tempo di dire la terza
strofa> Amhrán na farraige Ór ar na seolta Amhrán na farraige
Ag seoladh na bhfonnta. Canto del mare L'oro sulle vele Canto del
mare Mando melodie ... Levate la vostra voce e spiegate le vele.
Sappiate che l'amore non verrà mai meno Ricorda che io canterò per
te sognandoti ogni notte. <sorride dolcemente a quella strofa,
cedendo voce principalmente allo strumento per poi sussurrare
passando ad un crescendo con> Ag seinm na farraige Ag seinm na
farraige Suona il mare Risuona il mar… Seinn… Suona Gile Mear, il
vento e il sole Il sonno è finito, il sogno è fatto A ovest, dove
dà fuoco Per Gile Mear, la giornata è iniziata Ó chuaigh i gcéin
mo ghile mear Da quando è andato lontano, mia cara Amhrán na
farraige Ór ar na seolta Ag seoladh na bhfonnta Il canto del mare
L'oro sulle vele Porta nuove melodie <e conclude la ballata con un
piccolo grido d'allegria, prima di zittirsi definitivamente, per
recuperare fiato e lasciare spazio agli altri>
19:10 Athradir [Bancone]:
<Ascolta Sigrun, e sorride>Perché dargli qualcosa che non si
sono guadagnati? Rispetto, timore, reverenza. Non sono cose che si
danno per il gusto di. Si devono ottenere. Se si donano senza
provarle, è come avere a che fare con un fantoccio<fa spallucce,
lasciando che nella voce traspaia un po' di forza, di maggiore
sicurezza.>Stai parlando con uno che sotto gli stivali ha sempre
avuto il mare. Un mondo infimo e instabile che oggi ti premia e
domani con un cavallone ti trascina nel fondo del suo cuore.<e
torna a bere, a fondo>Un mondo buio non mi fa paura. E se è come
il mare, basta saperlo rispettare, per poterne trarre il
meglio<serio, stavolta. Come sempre quando parla del Mare>Sono
Rondine perché non sono una persona che pianta radici. Si, migro.
Dove più mi aggrada<ammette, con un sorriso, stavolta>E i
buchi<una pausa> sempre meglio una toccata e fuga. Se lasci un
buon ricordo e poi sparisci, non faranno altro che desiderarti
ancora<ammicca, sorridente e malizioso. Quando Speranza conclude
il canto, cui ha comunque prestato orecchio, sorride un poco e
caraffa sempre alla mano>Non sei male, ragazzina. Per essere una
mezza te la cavi bene a cantare<aggiunge, quindi>magari un
giorno ti scriverò qualche mia storia, chissà che non ci fai dei
bei ricami stilistici<ammicca, ridacchiandosela>
19:17 Sigrun
[Bancone>uscita]: < Sembra osservarsi adesso, e mettersi
apposto il leggero mantello che cela un po' la sua figura. E poi
indietreggia di un passo, rispetto al bancone dal quale si è
staccata poc'anzi. L'umano se ne va, e, dopo poco tempo, cessa il
canto della mezzelfa, lasciando al suo posto un po' di silenzio rotto
solo dalle chiacchere di chi beve o pasteggia ai tavoli. Sigrun dal
canto suo non dona alla ragazza alcuna espressione, nè di
compiacimento nè del contrario, si limita ad un cenno del capo. Non
le lascia nulla, anche perchè non ha molto da lasciarle, se non
poche parole> suonate bene <parole accompagnate dallo sguardo
che le va a rivolgere adesso> i canti d'amore, Speranza e
malinconia <dice ancora alla mezzelfa, ma, mentre parla lentamente
volge lo sguardo a Athradir, lievemente perplessa> immagino che
non siano argomento per voi <una lieve risata, appena accennata>
anche io vengo dal mare, non mi insegnerete nulla che io non sappia,
il mare è disegnato sul mio corpo <si sfiora il viso, tatuato con
inchiostro azzurro, e poi scopre una spalla, mostrando che gli stessi
disegni si perdono nel corpetto di cuoio che cela il seno> e
quanto fate non è diverso di quello che fanno i marinai la cui barca
non ha ancora <una risatina a denti stretti> devo lasciarvi
<torna a rivolgersi ad entrambi> sono richiesta altrove <un
cenno del capo rivolto a entrambi e nuovamente due dita sfiorano la
propria fronte, dirette verso i due interlocutori, prima che giri i
tacchi consumati degli stivali che indossi e levi le tende, o alzi le
vele se vogliamo, lasciando la locanda>
19:24 Speranza: <Inspira
a fondo, a riprendere fiato, il capo chino, le ciocche che le cela le
guance che si infiammano al complimento del elfo, e rialzando gli
occhi dal taglio felino risponde> Le vostre storie, messere? Prima
temo dovrò scrivere quelle di mio padre, Cosimo Baldassarre,
capitano della Alidivento <omette sul fatto che il defunto padre,
come i fratellastri maggiori sono pirati, deglutisce a vuoto alle
parole della donna umana> Vi ringrazio <dice tornata ormai alla
propria tonalità roca e bassa e la guarda partire, mentre intasca la
sacchetta di dobloni donata dal uomo pochi momenti prima, salutando
con un cenno del capo la donna, prima di restare in compagnia solo
del elfo>
19:28 Athradir [Bancone]:
<Ascolta Sigrun e replica semplicemente>Non è col mare
disegnato sul corpo che gli si appartiene<chiosa, serio, quasi
offeso dalle risposte dell'umana>E nessuna barca ha ancora. Solo
quella dei codardi e degli uomini privi di uno scopo, ai quali piace
avere il culo caldo e i vestiti asciutti<e chiosa, senza darle più
di un'ultima occhiata né un saluto. Solo mormora>Donne<e
scuote il capo, guardando Speranza>Appena prendono un poco di
libertà credono di aver vissuto meglio degli altri<scuote il
capo, andando a scolarsi il resto della caraffa>E' durata anche
troppo<commenta, da solo>Alidivento? Mai sentita<scuote il
capo, e nel volto si può leggere il suo umore, cambiato come cambia
il vento>Un giorno ne sentirai sicuramente di più interessanti.
Sentirai avventure di una ciurma e del suo Capitano, un essere
talmente crudele che persino i kraken lo temevano. Un Cane Sciolto.<e
si guarda Speranza, a fondo>E fidati, ne ha fatte di cotte e di
crude. Neanche puoi immaginartelo<e c'è un ghigno, quasi sadico,
adesso sul suo volto>
19:48 Speranza: <Al
commento del elfo, sulla dama umana Speranza ridacchia> Benvenuto
nell'allegra compagnia <e sorride> Ogni cosa a suo tempo anche
per le vostre storie... Ser...Rondine? <domanda dubbiosa prima di
riporre nuovamente la lira e prima che egli possa aggiungere altro>
In ogni caso, io sono Speranza...Speranza Baldassarre e dell'Alba...
in teoria <arriccia la punta del naso> mia madre è Calliope,
Lio dell'Alba <Minimo lei potrebbe essere nota al elfo, vista la
lunga vita della madre data la propria razza, e detto questo,
discende dallo sgabello, decisa ad uscire dal locale, a breve>
19:52 Athradir [Bancone]:
<Quando Speranza si presenta sta per risponderle, ma l'aggiunta
del resto lo fa bloccare e>Vuoi dirmi anche il resto della
genealogia?<domanda, quindi>Si, Rondine e basta.<ammette,
stirando la schiena come se fosse stanco di star seduto>E sappi
anche questo, Speranza dell'Alba. Un giorno, ci sarà una nuova
Aquila, un nuovo Cane Sciolto e nuove avventure. E l'Intero Creatario
cadrà nella Paura e nel Sangue davanti alle mie lame<stavolta, è
serio da far paura, c'è nei suoi occhi azzurri una striatura più
scura, come se fosse un mare in tempesta. I capelli castani, sono
contraddistinti da quell'unica, lunga ciocca blu. L'unica che si vede
meglio delle altre striature visibili solo alla luce del sole>Tutta
Creatario!<chiosa, battendo la mano sinistra sul bancone. Che sia
il Rum o ci creda veramente, non è chiaro.>
20:00 Speranza: <Cercare
vento quando non ce n'è, ma decisamente ci vorrebbe per fare una
scena migliore a quella dichiarazione, la ragazza, portandosi la
destra al viso, indice e pollice a sostenere il sottogola ammonisce>
Se il sangue sarà troppo, ci saranno pochi ad aver piacere di udire
cantare le tue storie, Rondine... ma.. un consiglio d'estetica, ho
visto signori, sostituire i denti rotti con perle intagliate...
quando ne avrai bisogno <Afferma tornando al suo incisivo> E
comunque se ti vuoi rifare sulle pantere per quella rissa, il nano di
prima li voleva a scorta, per le sue ricerche sulla spiaggia, magari
la cosa ti torna utile <suggerisce mettendo lo zaino in spalla e
girando i tacchi in direzione dell'uscita>
20:05 Athradir [Bancone]:
<Ascolta le informazioni di Speranza. Sembra quasi interessato,
e>Uhm. Credo che io e te potremmo avviare una buona società,
ragazzina<dichiara, con un'espressione piuttosto intrigata>Tu
mi recuperi le informazioni, io ti pago<propone>Un bel patto,
non credi? Quindi il barbino cerca un tesoro sulla spiaggia.<pensa,
non guardando Speranza, adesso. Solo dopo un attimo di silenzio,
aggancia>Che ne dici di un terzo dei tesori? E' un'offerta
generosa, sappilo<ammette, annuendo piano, mentre la osserva
andarsene verso l'uscita>
20:14 Speranza
[Interno-esterno]: <La mezza dal crine castano mogano si volta e
mima di cucirsi le labbra e di seguirla al esterno, ci sono troppe
orecchie per quei discorsi visto che è in mezzo alla sala, qual ora
che quello avesse la cortesia di seguirla> E' il tesoro della nave
fantasma, quindi non credo sia un gran tesoro, ma ti terrò informato
<lo guarda da basso qualche istante, prima di muoversi verso
l'area nord della città, al tempio>
20:19 Athradir Si alza.
Lascia comunque un paio di bronzi ai Gemelli, mentre va a seguire
Speranza. La ascolta, annuisce. E senza dir nulla la accompagna. Di
certo, quel che si diranno non è comprensibile a nessuno, dato che
parleranno con tono flebile e in modo ambiguo, comprensibile solo a
loro.
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