25 aprile 2017

Sessione Gioco di Ruolo : Isla Calina 22 Aprile 2017

GDR Isla Calina
Chat: Taverna dei gemelli Floach

14:59 Tovio Brugo Arrius [Bancone]: < Il boccale batte sul bancone, mentre il nano si passa con poca raffinatezza il braccio sulle labbra, asciugandosi i baffi dalla bianca schiuma> E poi dicono che la birra fà male. Voglio dire... c'è niente di meglio? < Una fragorosa risata esce dalle sue labbra, mentre la mano ora picchia accanto al boccale, facendolo tremolare, vuoto, andando quindi a concludere> Ad ogni modo, dopo ieri sera ci voleva proprio... oh si... < scuote leggermente il capo, lasciando che la folta barba ispida sfreghi sulla sua veste> Lo giuro.

15:08 Speranza: <Panni dal taglio anonimo, ad esclusione degli alti stivali femminei e il corpetto di cuoio che le cinge in busto sopra la camicia di cotone chiaro, forse meno femminile della sera prima, ma a crine sciolto, zaino in spalla e lira sotto braccio, Speranza fa così il suo ingresso alla taberna, la sua passeggiata nella città straniera l'ha condotta alle dichiarazioni del governatore, ma mentre attraversa la soglia la mezzelfa brontola> Fumi del gorg, ieri sera non avevo proprio bevuto <Gli occhi nocciola dal taglio felino, sondano la sala che non manca d'affatto di clienti, deve capire dove sia la gilda dei mercanti, per restituire la paga di quella serata andata storta, i Baldassarre, i suoi fratellastri, in realtà, sono pirati, ma gentiluomini sin da principio ed ella non è da meno.> Salute <dichiara cordiale, attraversata la sala fino al bancone, non avvedendosi particolarmente del nano lì vicino.>

15:13 Tovio Brugo Arrius [Bancone]: < la battuta dell'oste provoca ilarità nel vecchio nano, ma la scaccia quasi, agitando il proprio capo ed estraendo un paio di monete che ben presto posa sul bancone, la paga della birra> vi siete perso una gran serata... e se sono io a dirvelo... < sbuffa, e già sembra pronto a saltar giù dal proprio sgabello, ma è la visione della giovane Speranza che lo blocca su quello sgabello, rimanendo in bilico sul bordo per qualche istante> Voi! <Esclama, andando poi a volgere il proprio sguardo verso l'Oste, ormai lontano da lui. Sbuffa, ma si ricompone sullo sgabello, sistemando meglio al fianco il proprio borsone> Sbaglio o voi siete la musicante di ieri sera? < E lo sguardo scivola sulla donna, andando ad osservare il suo strumento prima di rialzare il naso verso il volto della giovane>O sbaglio?

15:20 Speranza: <Una voce acuta ed al contempo profonda, la interrompe ancor prima che la giovane mezzelfa si possa rivolgere al oste per dimandare, forse informazioni. La cantastorie si guarda intorno con gesti misurati, prima d'incrociare gli occhi scuri del nano> Non errate messere, o almeno, non so se ve ne fossero altri, alla festa...<dondola un poco il capo guardando verso l'alto qualche istante pensosa, prima di tornare a fissare il nano> Posso esservi utile in qualche cosa? <domanda cortese, mettendosi a sedere su uno sgabello libero, posando la lira in grembo, e lo zaino tra le caviglie>

15:28 Tovio Brugo Arrius [Bancone]: Qualche menestrello.. <borbotta, agitando la propria mano in aria per qualche istante prima di continuare> La Lega ed il Governatore non han badato troppo a spese. Direi che tutto quel fuoco e fiamme ne sono una degna conferma no? < Le narici fremono, si gonfiano, ed un vigoroso sbuffo d'aria vien lasciato scappare dalle narici, mentre la mano destra liscia la barba> In realtà si... < lascia che una lunga pausa, meditativa, intercorra per lungo tempo tra le proprie parole, forse scegliendone la forma migliore> Ditemi... ieri sera per caso... l'avete vista quella bizzarra nave?

15:37 Speranza [Bancone]: <Speranza ascolta attenta, le labbra strette in un espressione seria> Invero, le fiamme temo che non fossero state calcolate nella spesa <ammette con un mezzo ghigno, prima di rabbuiarsi alla domanda sulla nave ed annuire> Al contrario di ciò che favellano le bacheche, iersera non avevo ancora toccato alcol, ed in verità, di cose simili nelle ballate apprese nei miei viaggi, in lungo ed in largo presso il Regno di Creatario, ne avevo lette e sentito, ma mai credevo di averne la sfortunata visione...anche se ammetto che l'improvvisa sparizione giunta a riva, mi suona...curiosa <ammette rivelando la propria origine, dalla terra ferma.> Ma credevo fossero solo leggende <aggiunge artigliando il manico della lira, quasi a soffocare qualche emozione ignota>

15:44 Tovio Brugo Arrius [Bancone]: mmm.. < lascia unicamente sfuggire dalle proprie labbra, mentre ascolta le parole della mezza. La mano che ancor gli accarezza la barba non dà tregua, quasi gli fosse necessaria per valutare le sue parole, lasciando che i propri occhi si socchiudano leggermente mentre affina il proprio pensiero> Quindi quella nave c'è realmente stata... < lento, lentissimo a parlare, tanto lavora la propria mente quanto poche sono le parole che concede per lunghi secondi> Ed è scomparsa innanzi alla spiaggia? <ripete, aggiungendo> Così.. come ha toccato terra? < vuole dettagli, e non lo nasconde certo>

15:48 Sigrun [Ingresso]: < Nonostante il caldo, la figura della ladra del mare è coperta da una sorta di mantello, niente di che, indumento semplice, logoro, che la cela fino alle ginocchia. Non ha un cappuccio, pertanto sul volto visibili i disegni del mare, impossibile sapere se siano tatuati o trucco, quelle onde blu che le attraversano il viso. Sotto so intravedono abiti in cuoio e pelle, nessun tessuto, gambe e braccia scoperte, se non fosse per qualche laccetto di cuoio che orna le prime, intrecciato, così che ricordi che in catene avrebbe potuto esserci. Entra nella taverna al seguito di un altro viandante, che le tiene pure la porta aperta, ma è evidente che non siano insieme, dato che, una volta oltrepassato l'uscio, ognuno andrà per la propria strada, quella di Sigrun sembra portarla al bancone...>

15:52 Speranza [Bancone]: <Speranza scuote il capo> non ero particolarmente attenta nel momento in cui è scomparsa, quindi non so dirvi se la prua ha raggiunto effettivamente la spiaggia, o semplicemente si è fermata sulle acque davanti al bagnasciuga, dato che in quel momento mi ero avvicinata alla dama che ha dapprima minacciato quello che credo fosse uno dei vostri sciamani, e poi ne ha raccolto la maschera di osso, ammetto che ero molto più interessata al fuoco, che alla nave <stringe le spalle> A quanto ne so le navi fantasma difficilmente vengono avvistate dove l'acqua non è fonda...ed in ogni caso, vengono considerate segno di sventura <rabbrividisce un poco> ed ammetto che mi ha fatto gelare il sangue, vederla da così vicino <e leva la mancina per massaggiarsi il braccio destro, quasi avesse freddo e volesse scaldarsi, gli occhi nocciola che non si scollano nemmeno un secondo da quelli neri del nano.>

16:02 Tovio Brugo Arrius [Bancone]: Oh no no no! <Esclama, lasciandosi finalmente andare la barba, solo per poter sollevare la propria manona verso il volto di Speranza, come a volerne fermare le parole> Io non ho nulla a che fare con gli Sciamani, per la barba degli Dei! < la mano si piega, andando a portarsi sul bancone dove picchietta più volte il proprio indice, un tozzo ditone fin troppo ben curato per essere quello di un nano> Tutte le loro magie, e le strane cose che combinano. Non mi convincono, no di certo. Sono bambini che giocano con cose che non possono realmente comprendere. Guardate che macello che han combinato. Tutto a fuoco! < In un istante il suo fervore un pò si quieta> Certo.. quantomeno ho potuto far lavorare qualche scansafatiche in Ospedale ma... < Le narici fremono e sbuffano ancora, aggiungendo> Una maschera avete detto? < il folto sopracciglio si solleva leggermente> Forse sarebbe da andare a rompergli le scatole infondo.... < Lo sguardo si sofferma sulla sua figura, andando a commentare> mmmm... ed andare a controllare la spiaggia... < borbotta.Lo sguardo vaga distratto lungo la stanza, come a valutar qualcosa, ma probabilmente attratto dagli insoliti disegni sul corpo di Sigrun, il capo inizia a seguirla, senza ancor aggiunger parola, almeno per ora.>

16:06 Sigrun [Bancone]: < Ha lo sguardo fiero, azzurro molto chiaro, ai limiti dell'inespressività, e, allo stesso tempo questo è attento, tipico di chi è abituata a guardarsi intorno, ad osservare, e ad ascoltare. Apre leggermente il mantellino che la copre, mostrando che i segno blu, che raffigurano onde stilizzate, compaiono su grande parte del suo corpo, non solo sul viso e intorno agli occhi. Il rumore dei suoi passi è regolare, calmo, privo di fretta, mentre cauta si avvicina al bancone, mirando chi si trova in quei paraggi, senza che dalle sue labbra o dal suo volto si denoti qualsiasi emozione, pare una maschera. Avvicinandosi al bancone, lo sguardo si volge verso il nano e la fanciulla che con lui parla, ma non è il momento di intromettersi nella conversazione, anche alla luce del fatto che non le giungono che poche e indistinte parole cui non sa dare un senso. Si limita a raggiungere il bancone, fino a che i suoi gomiti non possano essere poggiati a questo, taciturna, lasciando le formalità ad un cenno del capo, fatto a metà tra i due, che valga per entrambi>

16:14 Speranza [Bancone]: <Speranza al fervore del nano arrossisce> Perdonate, non intendevo vostri inteso come vostri personali, ma da come vi comportate, avevo forse erroneamente dedotto che foste isolano <spiega intimidita> da noi sono più sacerdoti che sciamani..oppure streghe <ammette storcendo le labbra al pensiero di una delle donne di scienza e potere, identificata con quel nome, madre di uno dei suoi fratelli maggiori> Ho perduto di vista la dama della maschera quando il fuoco è esploso, ma favellava qualcosa, come...di un faro, di andare verso un faro o qualcosa del genere, ma poi, la calca temo l'abbia trascinata via... <Stringe le spalle, ed intercettando con la coda del occhio il saluto della donna umana, risponde in un breve> Salute <Prima di tornare ad osservare il nano> Se volete...potrei darvi una mano...quanto accaduto nella notte mi ha reso più curiosa che mai, odio le domande senza risposta <Asserisce seria, chinandosi un poco per recuperare lo zaino trattenuto tra le caviglie.>

16:24 Tovio Brugo Arrius [Bancone]: < Il cenno del capo di Sigrun par finalmente riportarlo alla locanda con la mente, andando a sbattere un paio di volte le palpebre prima di borbottare qualcosa a denti stretti> Salve! < Ecco che un primo inchino, muove, forse il gesto più educato che ha compiuto nella giornata in effetti, tanto che alle parole di Speranza si appresta a dire> Si... Si no, Si! In effetti ho mancato completamente le presentazioni. < un colpo di tosse, fittizio, celato da una mano che a malapena evita di insozzare la giovane innanzi a lei> Tovio Brugo Arrius, Rettore del Circolo Scientifico e Geografico. Molto lieto. < E mentre il capo si china, ma senza usar la cortesia di scendere dalla sedia, lascia che il proprio sguardo si rivolga ad entrambe le donne, soffermandosi su Sigrun ancora una volta, prima di commentare> Bei disegni... < Impossibili infondo da non notare, quindi verso Speranza> Beh, voi conoscete il volto di questa fanciulla suppongo, se l'avete vista. In effetti non mi spiacerebbe capirne qualcosa di più... dite che potreste trovarmela? Vorrei dargli un occhiata da vicino. Alla maschera intendo eh! A donne qui già non son messo male < ed una risata esplode ilare delle sue labbra, forse le birre del mezzo dì han per certo aiutato>

16:26 Athradir [Esterno] Giornata calda, non c'è che dire. E proprio per la calura che l'elfo oggi pare aver preferito un abbigliamento sobrio. Un a camiciola bianca di lino, leggera, indossata sotto una casacca di pelle lavorata, resistente. Verde. Alla cintola un borsellino, floscio e non tintinnante e il solito temperino spuntato. Chiude la sfilata un paio di stivalacci con fibbie e un pantalone a mezza gamba. Impettito e sorridente, il marinaretto si avvia verso la Taverna dei Gemelli, con uno spiedino di ananas nella mano destra -mani ovviamente, ben guantate. Non è visibile, ma una frusta è attorcigliata e legata esattamente dietro la zona lombare, con il manico rivolto a destra.

16:28 Sigrun [Bancone]: < Sebbene ora le parole dei due le giungano distinte, evita di ascoltarle, discrezione forse, oppure le ascolta senza dar l'impressione di farlo, le cattive abitudini. Al saluto della donna risponde sempre muta, ma ripetendo il cenno del capo, e sfiorandosi la fronte con le punte delle dita, che poi si rivolgono a lei, un tipico cenno della sua terra di origine. Nota ovviamente anche l'inchino di colui che poi andrà a presentarsi con tanto di nome e carica, ma a lui no, non dedica il saluto che ha dedicato alla donna, si limita a osservarlo con più attenzione di quanta ne userebbe di solito, accarezzandolo con i suoi occhi chiari da capo a piedi e viceversa poi> Sigrun... <replica laconica, non avendo titoli o nomi di antenati da accompagnare al proprio nome> Sono le onde del mare <ecco spiegata la natura dei disegni>

16:38 Speranza: Uomo di scienza, insomma... ehm... volevo dire nano <commenta la mezzelfa alla presentazione di Torvio> Speranza Baldassarre, poeta e cantastorie al vostro servizio, esimo rettore <si presenta a sua volta senza timore di essere appaiata al capitano della Alidivento probabilmente più nota nel regno, che sul isola. E mordicchiandosi il labbro inferiore guarda verso l'alto..> Non l'ho vista particolarmente a lungo, ma si... penso che potrei rintracciarla, appena prendo un po' la mano della città <ammette dopo essersi persa un paio di volte, poche ore prima e fa un sorriso sghembo, alla battuta del nano in merito alle donne, mentre porta lo zaino in grembo e vi infila la lira con attenzione, ignorando quasi volutamente la seconda dama>

16:47 Tovio Brugo Arrius [Bancone]: Una donna di mare sulla pelle e nel sangue quindi suppongo.. < commenta verso Sigrun, decisamente interessato a quei disegni, forse anche troppo, dato che a seguirne le onde improvvisamente diviene tutto rosso in volto, iniziando a tossire e rivolgendo il proprio capo altrove, facendo lo gnorri.> Un bel lavoro, doloroso. Immagino... ecco.. < Ma è il discorso di Speranza che fortunatamente lo distrae, andando a riportarlo a quel discorso sulla sera precedente.> Se la trovaste mi fareste un immenso favore, e se riuscite a convincerla a venire a mostrarmi la maschera anche di più! Così male che vada a quegli stregoni glie la... < si ferma appena in tempo, ricordandosi non tanto di dove si trova, ma di chi ha innanzi, prima di continuare> E così almeno una grana me la risolvo alla svelta. Dovrò trovare invece anche qualche buon occhio per esplorare la spiaggia, e far muovere le pantere per venirci al seguito. Che se arriva un altra nave spettrale col piffero che voglio star li da solo!

16:47 Athradir [Soglia-interno]: <Una volta sulla soglia, non è che ci metta molto a caricare il piede destro e a calciare senza alcuna cura la porta. Entrata tipica la sua, per chi è abituato e che probabilmente non avrà alcun tipo di reazione. Bocca piena, con succo di ananas che ovviamente cola dalle labbra. Tutto può sembrare meno che un elegante elfo marino...ma un semplice marinaio, dai modi rozzi e di una certa statura. Prima di entrare, fermo sulla soglia, urla>Ehi Floath piccolo! La solita bottiglia!<ordina, mentre si osserva intorno per cercare i volti cotti dal sole dei vari marinai, cui sorride sguaiatamente>Oggi il sole punge così tanto che se sputo qualcuno in faccia gli arriva aria<si rivolge ad un paio di mascalzoni ai tavoli, che se la ridono fortemente e gli alzano i boccali in saluto. E se ne va verso il Bancone, continuando a mangiare ananas dallo spiedino>

16:51 Sigrun [Bancone]: <Poggia entrambi i gomiti sul bancone adesso, giungendo le mani e intrecciando le dita. Le mani di Sigrun non hanno proprio l'aspetto di quelle di una dama, sono piuttosto definite, sembrano forti, abituate al lavoro manuale, piuttosto che al ricamo o a cose di ricchi e benestanti. Lo sguardo scorre su entrambi, e che la donna la ignori sembra essere un fatto di cui si farà una ragione in tempi brevissimi, anzi, se l'è già fatta in verità. Tuttavia non cessa di osservare i suoi gesti, seppur con la coda dell'occhio. Poi le parole del nano l'attraggono, ed è a lui che volge lo sguardo, non negandogli una seconda occhiata> il mare è qua <si sfiora il petto prosperoso> le onde sono state fatte solo perchè io me ne ricordi <aggiunge riprendendo la posizione di prima> si, lo è stato... <doloroso per l'appunto, mentre di colui che è entrato con lo spiedino, ancora non si è avveduta>

16:55 Speranza [Bancone]: <La mezzelfa annuisce grave alle direttive del rettore> Qual ora la rivedessi, provvederò ad indirizzarvela, mi bastano i canti colmi di magia che i ninnoli degli sciamani <conclude seria, prima di sussultare allo slancio della porta calciata da Athradir, che riconosce quasi più dal suono della voce che dal volto imbrattato di succo d'ananas. Ma in fondo la mezza già quella mattina ha smesso i panni di fanciulla per quel abito da viaggiatore arricchito del corpetto di cuoio che ne disegna il profilo abbondante di seno, e le curve del busto, la lira è ormai svanita al interno dello zaino di pelle che tintinna di sonagli al affondo dello strumento, e levando il volto punta gli occhi nocciola verso l'elfo, indecisa se fargli verso o meno, chiedendogli lo stato dei suoi denti>

17:02 Tovio Brugo Arrius [Bancone]: <l'entrata di slancio di Athradir, insieme alle sue parole che difficilmente sfuggono in quella taverna, lasciano che un buffo sorriso si delinei sulle sue labbra, sollevandone le rosse gotte in un buffo aspetto> Forse ho trovato qualcuno con cui farmi scudo anche oggi... < commenta ridendosela per qualche istante sotto i baffi> bene bene bene... < La voce quindi solleva, andando ad alzare anche la tozza mano in sua direzione> Buon uomo... < Cordiale> Venite ad accomodarvi al bancone. Oggi offre il Rettore! < indubbiamente pare di buon umore, mentre torna a rivolgere lo sguardo verso le due donzelle> Una scelta interessante, ed una spiegazione che lascia sorgere molte altre domande, lo ammetto.. sarei invadente se vi chiedessi perchè mai dovreste scordarvene? < Quindi torna a Speranza, annuendo un paio di volte al suo dire> Brava! Lasciamo quelle porcherie ai matti!

17:04 Athradir [Interno-bancone]: <Passeggia, lasciando che gli stivali rumoreggino sulle assi del pavimento, lasciando intuire il suo passo lento, tipico del gaglioffo. Una volta arrivato al Bancone, sulla sinistra di tutti quelli che già si sono sistemati, batte la mano sinistra con forza>E allora! Da quando siete diventati lenti a servirmi?<Sputacchia qualche goccia di succo, mentre dall'altro lato del banco si affannano a tenere gli ordini e soddisfarli tutti. Quindi volge volto e sguardo a Tovio, Sigrun e Speranza>Oh, ma che allegra comitiva<se li studia tutti, ad uno ad uno>Rara da trovare in una bettola frequentata da ceffi e laidi<Ma le parole del Nano subito lo rendono più...pimpante>Bene bene Allora Floath piccolo, fammi una caraffa! Abbiamo chi mi finanzia!<è evidentemente contento, per poi osservare ancora Tovio>Voi, signore, siete una delizia per occhi e palato!<ridacchia, mostrando la mancanza di un incisivo e vari pezzi di ananas incastrati tra i denti giallognoli>

17:11 Sigrun [Bancone]: < Il buon umore del nano non sembra contagiarla, è piuttosto difficile oggi vederla allungare le labbra in un sorriso o in qualcosa che lo ricordi, seppur parzialmente. Trovarsi in un luogo per lei sconosciuto le provoca questa sensazione di leggero disagio, e lo si può notare dal fatto che a tratti, e a scatti, distolga lo sguardo, cercando particolari o semplicemente può darsi che cerchi di guardarsi le spalle. Corruccia poi le labbra alle parole del nano, alzando il sopracciglio sinistro quel tanto che basta per modificare la sua espressione in una di perplessità> forse si <annuisce lenta con il capo> ma in fondo mi pare di aver sentito che siete uomo di cultura, quindi sono certa di non stupirvi se le mie risposte in realtà altro non fanno che dar spazio a domande < e adesso invece l'angolo sinistro delle labbra leggermente si allunga, mentre la ragazza sembra persin divertirsi a dipingere attorno a sè un piccolo e poco innocente alone di mistero. Ed è ora che si avvede del nuovo arrivato, con quel che resta dello spiedino in mano e un'altra parte tra i denti. Alza anche l'altro sopracciglio ora, osservandolo ma non troppo, perplessa evidentemente> lieta di... deliziarvi... <gli risponde incerta>
17:20 Wright [Locanda] <Si massaggia la fronte guardandosi attorno, si trova al secondo piano della Taverna, quello destinato a coloro che alloggiano o hanno alloggiato nella stessa. Indossa abiti semplici, da viaggiatore, sporchi di sale e sabbia e par, a giudicare l'espressione contrariata del suo volto, che quel gesto di poc'anzi di toccarsi la testa sia dovuto ad un qualche male, magari un classico post-sbornia tipico di coloro che, poco saggiamente, eccedono nell'uso dell'alcool. Dopo un breve sospiro, la mano destra sfiora il corrimano ed a granpassi, egli scende verso il piano inferiore quello della sala comune. I suoi stivalli di pelle risuonano sul legno vuoto degli scalini, prennunciandone l'arrivo a coloro che si troveranno nelle immediate vicinanze. I suoi occhi non possono far a meno di notare il gruppo di altri quattro commensali schierati lungo il bancone, a quest'ora probabilmente ci sono loro e pochi altri. Senza spiccicare alcuna parola, si avvicina verso l'oste sempre in prossimità del bancone e, rimanendo in piedi, attirandone l'attenzione, chiede.> Dell'acqua, e che non sia pesta. Di piscio ne ho bevuto già abbastanza in nave. <Il pomo di adamo si gonfia, la sua schiena per un momento si ricurva ed usa le mani per appoggiarsi al bancone. Un conato di vomito che però è in grado di trattenere.> Appunto. <Sussurra a denti stretti, imprecando malamente.>
17:21 Speranza [Bancone]: Toh, chi si vede <sbuffa sorridendo la mezza in direzione del elfo> pasteggiato a carbone ed acqua salata? <domanda ghignando, prima che il rettore annunci un giro offerto da lui, poco male, lo zaino torna a scivolare tra le gambe, mentre ella si gira con il busto e poi con il bacino per guardare la sala, i gomiti che vanno a posarsi sul bancone quasi in segno di strafottenza, per quanto, non scelga alcun che da bere, schioccando però la lingua contro il palato per aggiungere> Fortuna che mi avevi chiamato ragazzina <e ridacchia, se l'è legata al dito quel parlare della sera prima.>

17:31 Tovio Brugo Arrius [Bancone]: Che maniere! Uno vi offre da bere e voi gli rubate la dolce compagnia? < Borbotta il nano, andando a scuotere un paio di volte il capo> Ah, non si rispettano più gli anziani come una volta... < ammette, andando a ghignarsela sotto i baffi> Ed io che volevo offrirvi un lavoretto di tutto riposo per qualche buona moneta... ah... < la mano posa sul proprio fianco> Che ha da fare un povero vecchio a volte> Lo sguardo quindi torna a volgersi su Sigrun, alle cui parole ridacchia piacevolmente divertito> Ebbene non avete tutti i torti, e poi si sà... una brava fanciulla ha da farsi desiderare. Non si può certo concedere subito. < Lo sguardo quindi si posa su Wright, osservandolo scendere le scale, sogghignadosela leggermente, a Speranza quindi solo lo sguardo, che per qualche istante la studia negli atteggiamenti mentre si rivolge ad athradir>

17:33 Athradir [Bancone]: <Sebbene l'attenzione sia tutta per Tovio, Sigrun ne guadagna un poco>Fidati, per deliziarmi dovresti fare ben più di così<ammicca, marpione come solo lui sa essere>Insomma, messer Tappino, a cosa dobbiamo l'onore di questo improvviso moto di generosità verso uno che non sai manco da quale boccaporto esce fuori?<chiede, mentre gli viene servita la caraffa e un bicchiere. Che puntualmente lancia dietro al garzone>Te l'ho detto mille volte, il bicchiere puoi infilartelo nel cu<e si blocca. Gli occhi volgono a destra>cuore<cerca di contenersi,, quando Speranza lo apostrofa>Ho fatto di meglio. Pasteggiato a Rum e puttane, mia gradevole rompina<e sorride ancora, mostrando la sua "menomazione">Pare che un dente rotto sia di gran fascino, per quelle abituate a vedere vecchi dai denti marci<e se la ride, di gusto. Il rumore di stivali di Wright solletica il suo udito, ma provoca un brivido il suo ordine>Cazzo, erano secoli che non sentivo ordinare dell'acqua<mugugna, quindi torna su Tovio, che risponde indirettamente alla sua domanda>Un lavoretto di riposo. Definiscimi "qualche moneta" messer Barbino....<la caraffa viene afferrata, portata alle labbra, mentre parla. Solo conclusa la frase, prenderà un bel sorso, incurante di quelle poche gocce che fuoriuscendo, andranno a macchiargli la casacca>

17:36 Sigrun [Bancone]: < Sembra che la gente sia in procinto di arrivare, perchè la popolazione intorno al bancone cresce, forse invitata dal nano che si è offerto di pagar da bere a chi ne voglia. Sigrun si limita ad osservare e ascoltare chi arrivi chiudendo un po' il mantello leggero che la copre, e meditando sulla necessità di trovare una veste che mostri un po' meno pelle e un po' più tessuto in verità. Gente di tutti i tipi, gente senza denti, o che non si fa scrupoli a parlare come mangia davanti a dame, soprattutto chi accenna di aver viaggiato in nave, che si guadagna un occhiata un po' più lunga del consueto. E' il nano che per la seconda volta le fa distendere leggermente le labbra adesso, sempre dal lato sinistro, solo la punta. Annuisce, compiaciuta per la risposta ricevuta> Me ne ricorderò quando diverrò una brava fanciulla nel caso <botta e risposta> ma vedo che conoscete come va il mondo... <annuisce nuovamente, prima di portar lo sguardo verso l'uomo con lo spiedino> lo spero bene, rimarrei alquanto delusa dalla vostra semplicità altrimenti <in risposta alle eventuali delizie e idee che questo possa farsi, salvo poi prestare maggior attenzione quando si parla di monete, ecco, pare che quelle mettano tutti d'accordo >

17:41 Wright [Bancone]: <Per la cronaca, l'uomo gira evidentemente armato di tutto punto, neanché dovesse dirigersi da qualche parte a portare guerra in nome di una causa superiore: una accetta legata con del cordame alla cintura di canapa, un pugnale il cui manico si affaccia appena dallo stivale destro ed un arco corto assicurato alla schiena in compagnia di una faretra. Per praticità e voglia di comodità, si disfa proprio di quest'ultimo, poggiandolo davanti a sé, sulla destra, così da non aver problemi quando gli viene data la bevanda richiesta. L'afferra ed, avidamente, fa sparire tutta l'acqua in gola. Le gocce gli inondano i baffi e la barba incolta, cadendogli dai lati senza che lui se ne curi particolarmente: aveva molta sete. Si prende quindi un momento di pausa, piega il capo a tre quarti e fissa il gruppetto che gli è a meno di un metro, senza, per il momento, interagirci particolarmente. Da solo un occhiata torva al gigante, quand'accenna alla acqua richiesta, si concede invece qualche momento in più per osservare le due fanciulle.>

17:44 Speranza [Bancone]: Nel regno di Creatario ho veduto dame tingersi i denti di nero carbone. per risaltare il biancore delle proprie carni, c'è di tutto al mondo, non sol puttane <Verba la mezza, a quel appellativo che la identifica come rompiscatole, la prossima volta, eviterà di impedirgli di fare a botte con le pantere corrazzate, ed udendo il rettore parlare di proposte di lavoro al elfo, nemmeno se ne interessa alquanto, anzi, come presa dalla musa d'improvviso, ripiglia lo zaino tenuto tra le gambe per mettersi a scrivere, forse qualche appunto, estraniandosi dal mondo, ma in fondo, i cantastorie, sono un po' tutti... particolari>

17:48Speranza usa Set da scrittura semplice : Composto da una penna di un gufo striato ed una boccetta in vetro di inchiostro nero.

17:51 Tovio Brugo Arrius [Bancone]: < Salta letteralmente giù dallo sgabello per ergersi in tutta la sua ristretta altezza, le mani posate sopra il proprio pancione> Beh... cerco compagni per una passeggiata in spiaggia, cose semplici... magari con la luce del sole... sapete... per controllare se và tutto bene. < si stringe leggermente nelle spalle> Ma magari lascerò un annuncio nelle teche.. magari trovo qualcuno che mi rubi meno pulzelle. < fà un semplice occhiolino all'uomo, prima di rivolgersi alle dame ed anche al nuovo appena giunto al bancone> Mie care e signori... Buona giornata! < una mano batte sul legno del bancone, andando a commentare verso l'oste> Ragazzo, mettete tutto pure sul mio conto. Questo giro lo offro io. < E con quelle parole con calma si dirige verso la porta della taverna>

17:53 Athradir [Bancone]: <Sigrun ancora prende la parola, e la sua risposta fa sorridere l'elfo, che ingolla e prende la parola>Tesoro, la delusione con me non è contemplata. In nessun campo<ancora una volta, sicuro e pieno di sé, con la sua solita faccia da schiaffi che si ritrova. Alle parole di Speranza, resta sorridente e>Al mondo c'è diu tutto, vero. Ma io preferisco solo tre, semplicissime cose: Potere, donne e monete<fa spallucce, come se avesse detto una cosa ovvia>Tutto qui<ridacchia, riprendendo a trangugiare Rum come se niente fosse>E le puttane sono come le patate cotte a contorno di un bello stinco di porco<aggiunge staccandosi dalla caraffa e addentare un altro pezzo di spiedino d'ananas, per poi ondeggiarlo come a voler rafforzare il concetto espresso. Ma quando Tovio sembra prendere la via dell'uscita>Ehi ehi, messer nano! Non mi hai definito il costo. E comunque, se è per una passeggiata in spiaggia, comprati un cane<fa spallucce, ancora. Quindi guarda la caraffa e>Almeno c'ho guadagnato da bere<ammette, per poi bere...ancora...>

17:58 Sigrun [Bancone]: <Alza un sopracciglio quando sente le parole della mezzelfa, credendo per un istante che siano rivolte a lei, e le lancia anche uno sguardo, sguardo che va poi a ritirare, quando si accorge che il ragionamento di lei era in verità generico. Il nano si allontana poi, senza aggiungere altro, evidentemente il suo tempo è finito, ed è l'elfo che, invece, tiene viva la conversazione, ribattendo alle parole che la ragazza con il mare dipinto sul volto gli aveva rivolto pocanzi> vedo che avete consapevolezza dei vostri mezzi mio signore <dice con voce pressochè atona> buon per voi, sono certa che la vostra fama allora mi giungerà mentre mi accingerò ad esplorare questa cittadina <commenta serafica, con un altro sorrisetto, ambiguo come i precedenti, mentre adesso anche Sigrun si concede qualcosa da bere, di forte naturalmente>

18:08 Wright [Bancone]: <Con lo sguardo segue il movimento del nano, massaggiandosi la barba incolta. Fissa il fondo del bicchiere di legno e, aprendo la bocca, fa scivolare le ultime gocce sulla punta della lingua. Infila quindi la mancina dentro gli abiti da viaggiatore che indossa ed estrae un frutto già in parte sbucciato e mangiucchiato. Affonda i denti nella polpa, del succo gli colora gli incisivi. Tra un assaggio e l'altro si lecca le labbra e le dita, per poi riprendere. Dai modi e dagli atteggiamenti, quantomeno quelli che sta dimostrando adesso, non sembra essere affatto un uomo che si potrebbe definire dagli eleganti modi.> Una lira. Una strimpellatrice.<Commenta da solo, a voce bassa, come fosse un pazzo. Si schiarisce quindi la voce, indicandola con l'indice destro, cercando di attirarne l'attenzione.> Tu ragazza! Suona qualcosa. <Riferito a Speranza. Suona come un ordine, manco fosse il signorotto della provincia. Probabilmente l'ha scambiata, essendo uno straniero, per la barda ufficiale della taverna.>

18:17 Speranza: <La voce del nano torna a contrastare quella del elfo, Speranza leva gli occhi dalle carte vergate con grazia sul retro d'una mappa, posata sul ripiano nodoso del bancone, paiono strofe, in mezzelfico> Buona serata Rettore <augura docilmente, prima di volgersi ancora una volta al elfo e stuzzicare> I cani non hanno gli occhi buoni a trovar tesori <chi ha mai parlato di tesori? Nessuno, ma la ragazza voleva far rima, e forse in qualche modo aiutare il nano, lo zaino ancora in grembo, aperto da cui sbuca il manico della lira, manico che viene intravvisto da Wright> Accidenti che vista, messere! <Esclama la mezza sorpresa dalla richiesta di suonare, prima di perdere tempo ad asciugare l'inchiostro sulla pergamena, e riporre con attenzione il set da scrittura, attenta a non rompere la piuma di gufo striato, per poi estrarre la lira, tendendo con cura le corde.>

18:18 Athradir [Bancone]: <Annuisce a Sigrun, ma senza staccarsi dalla caraffa. Guance madide di rum. Lo fa dopo qualche istante, per risponderle>mio signore? Sono per caso un riccone da strapazzo o un puttaniere? Rondine, piacere di conoscerti, bambolina<ammicca, nel presentarsi alla ragazza, quindi>E se hai bisogno di una guida, puoi sempre chiedermelo. Ti farò vedere tutti i buchi di questa città, senza considerare quelli in cui sono già entrato<e si, c'è del doppiosenso nell'ultima frase, per poi tornare a mangiare l'ultimo tocco di ananas>Devo dire che rum e ananas hanno un certo legame<ammette, parlando in generale. Quindi>Ecco, rompina, ascolta il signore<e indica Wright, per poi sorridere a Speranza>e non fare la preziosa, delizialo con la tua arte< e sottecchi, osserva Sigrun>Io mi delizio con altro< mormora< ridacchiandosela.>

18:26 Sigrun [Bancone]: < L'uscita del rettore sembra averla privata di un argomento di conversazione che pareva decisamente promettente, al suo posto le rimangono i doppi sensi di Athradir, che le fanno alzare il sopracciglio e far sfoggio di un espressione che rimane tra l'educato e il perplesso, così non sono invece le parole della ragazza dai capelli scuri> quando non si sa come chiamare le persone, le appello così, nessuno si offende <replica senza dar troppo peso alla perplessità dell elfo, anzi, alza leggermente le spalle, incurante di quel galateo che tanto non conosce> Sigrun... <replica poi dicendogli il suo nome, sempre senza mostrare entusiasmo, così come non ne mostra quando lui parla di buchi> vedo che siete uomo di... mondo, soprattutto di quello nascosto <allunga le labbra in un mezzo sorriso, riparandosi poi in un sorso di liquore, e volgendo lo sguardo verso colei che sembra mettersi a suonare> e con cosa vi deliziate, di grazia? <domanda scontata, ma non perde l'occasione di rivolgergliela>

18:28 Wright [Bancone]: <Fa schioccare la lingua all'interno del palato, quando vede che la ragazza reagisce a quell'imperativo tirando fuori lo strumento, egli poggia la schiena contro il bancone e stende i piedi in direzione opposta, assumendo la posa più comoda possibile con le braccia incrociate ed un mezzo-orrendo-sorriso che si fa strada tra le sue labbra. Quando l'elfo di mare afferma che vi sia unione tra ananas e rum, a dimostrar di essere daccordo con lui, l'umano gli fa un gesto con la mano per fargli capire di essere perfettamente concorde con quella visione.>

18:37 Speranza [Bancone]: <Le corde si tendondo... pizzica leggermente dolcemente, iniziando a mormorare la musica, prima di passare alle parole> Lá na mara Lá na mara nó rabharta Guth na dtonnta a leanadh Guth na dtonnta a leanfad ó Lá na mara nó lom trá Lá na mara nó rabharta Lá an ghainimh, lom trá Lá an ghainimh Il giorno del mare o delle alte maree Per seguire la voce delle onde Vorrei seguire la voce delle onde La giornata di mare o riflusso La giornata del mare o delle alte maree Il giorno delle sabbie e la bassa marea Riesci a sentire il corso del fiume? Le onde stanno ballando al sole Prendere la marea e si affacciano sul mare E trovare un modo per seguire me Lasciare il campo e lasciare il fuoco E trovare la fiamma del tuo desiderio Imposta il tuo cuore su questa riva lontana E cantare il tuo sogno per me ancora una volta. <la voce della dolce mezzelfa, fino a poco prima, bassa e sensualmente roca diventa dolce, melodiosa, le parole tra mezzelfico e comune danzano e saltano con le note pizzicate sulla lira>
(Canzone Mo Ghile Mear tradotta in italiano da me)

18:38 Athradir [Bancone]: <Non si scompone alle risposte di Sigrun, cui dona tutta la sua attenzione, per poi annuire>Non si offendono perché si sentono ciò che non saranno mai. Signori. Sognano così poco in grande, che il potere per loro resta soltanto un nome. Signore<ammette, continuando ogni tanto a bere>Io non ne ho bisogno. Io sono La Rondine, non ho bisogno di sentirmi chiamare Signore per sentirmi meglio di ciò che sono<ammette, in un discorso tanto lucido quanto vago>Il mondo nascosto è quello che più mi piace<ammicca, per poi continuare>Ma più che uomo di mondo, sono uomo di mare. La terraferma mi sta stretta<dichiara, infine, annuendo a Wright e al suo gesto ed osservando Speranza>Mh, capace la ragazzina. Una ballata bella vecchia<dichiara, dimostrando un insoluito apprezzamento>

18:45 Sigrun [Bancone]: <La melodia inizia a diffondersi, unita alle parole che la accompagnano, e l'attenzioone di Sigrun va, per un lungo attimo a colei che suona, mentre termina piuttosto in maniera sbrigativa quanto stava bevendo, non mancando di pulirsi le labbra con il polsino di cuoio nè di dar a queste una passata con la lingua. Le parole dell'elfo la richiamano però, e il capo bruno si volta verso costui> Sono molte le persone cui basta poco per sentirsi bene, perchè non darglielo allora? <serafica in questa risposta, mentre annuisce alle successive parole di lui> la Rondine, siete un migrante allora? <domanda osservandolo con sguardo discretamente interessato> e vi posate in ogni buco... < doppio senso anxhe da parte sua> il mondo nascosto è un salto nel buio rondine, non si sa mai quando si trova del terreno per poggiarvi gli stivali, bisogna essere abili per poterci vivere, altrimenti se ne verrà risucchiati <afferma, staccando le mani dal bancone e incrociandole sotto il generoso petto, tornando ad ascoltare la melodia della mezzelfa>

18:57 Wright [Bancone]: <E' evidente che non capisca parte delle parole della barba, la sua ignoranza si può notare dall'espressione inizialmente corrucciata della sua fronte ma, data la bravura con cui la giovane si esibisce e la sonorità piacevole di quel pizzicare di corde, si lascia trascinare. Socchiude gli occhi, lasciando che sia la musica a fargli da sottofondo, cercando di ignorare, per quanto possibile, le parole degli altri due, evitando di distrarsi. Il piede si muove e si alza più volte, battendo sul pavimento a ritmo con le parole, la mano fa da accompagnamento e percussione sulle ginocchia. Dopo un pò, però, si alza. Prende dalla tasca un paio di bronzini, recupera il proprio arco che poco prima aveva poggiato contro il bancone, e si dirige quindi verso la barda. Le rivolge un cenno di capo, squadrandola con i suoi occhi bicromi per un lungo momento, rimanendo giusto un'altro minuto a guardarla molto da vicino mentre suona, un'atteggiamento decisamente bizzarro e forse molto discutibile, ma d'altronde di marinai partiti di testa ce ne sono molti. Passato quel tempo, infine, anche prima che l'altra smetta di esibirsi, le lascia vicino quel denaro recuperato poc'anzi. Mettendoglielo davanti. Fa quindi per dirigersi verso l'uscita della locanda, sbuffando tra sè e sé. >

19:08 Speranza: <Quando la cantastorie è nel suo elemento, poco la distrae, se fosse in vena di danzare forse Speranza sarebbe capace di saltare a ballare su un tavolo mentre canta e suona, come ha sempre fatto sin da bambina, come ha imparato sin da bambina dal elfa sua madre, Calliope dell'Alba, danzatrice e musicante a sua volta>'Sé mo laoch mo ghile mear 'Sé mo Shéasar, gile mear Suan gan séan ní bhfuair mé féin Ó chuaigh i gcéin mo ghile mear Lui è il mio eroe focoso, cara Lui è il mio principe, mia cara Ora attendo, per un piacere che non ho più da quando lui se n’è andato lontano, mia cara Ora è giunto il momento di fuggire Ravvivare la fiamma e crederci ancora Ricorda che l'amore brillerà attraverso le tenebre Una stella luminosa per illuminare l'onda <L'umano che le ha chiesto di suonare, si leva dal suo posto a sedere finendo per poi andarsene pagandola per la ballata, prima che essa abbia tempo di dire la terza strofa> Amhrán na farraige Ór ar na seolta Amhrán na farraige Ag seoladh na bhfonnta. Canto del mare L'oro sulle vele Canto del mare Mando melodie ... Levate la vostra voce e spiegate le vele. Sappiate che l'amore non verrà mai meno Ricorda che io canterò per te sognandoti ogni notte. <sorride dolcemente a quella strofa, cedendo voce principalmente allo strumento per poi sussurrare passando ad un crescendo con> Ag seinm na farraige Ag seinm na farraige Suona il mare Risuona il mar… Seinn… Suona Gile Mear, il vento e il sole Il sonno è finito, il sogno è fatto A ovest, dove dà fuoco Per Gile Mear, la giornata è iniziata Ó chuaigh i gcéin mo ghile mear Da quando è andato lontano, mia cara Amhrán na farraige Ór ar na seolta Ag seoladh na bhfonnta Il canto del mare L'oro sulle vele Porta nuove melodie <e conclude la ballata con un piccolo grido d'allegria, prima di zittirsi definitivamente, per recuperare fiato e lasciare spazio agli altri>

19:10 Athradir [Bancone]: <Ascolta Sigrun, e sorride>Perché dargli qualcosa che non si sono guadagnati? Rispetto, timore, reverenza. Non sono cose che si danno per il gusto di. Si devono ottenere. Se si donano senza provarle, è come avere a che fare con un fantoccio<fa spallucce, lasciando che nella voce traspaia un po' di forza, di maggiore sicurezza.>Stai parlando con uno che sotto gli stivali ha sempre avuto il mare. Un mondo infimo e instabile che oggi ti premia e domani con un cavallone ti trascina nel fondo del suo cuore.<e torna a bere, a fondo>Un mondo buio non mi fa paura. E se è come il mare, basta saperlo rispettare, per poterne trarre il meglio<serio, stavolta. Come sempre quando parla del Mare>Sono Rondine perché non sono una persona che pianta radici. Si, migro. Dove più mi aggrada<ammette, con un sorriso, stavolta>E i buchi<una pausa> sempre meglio una toccata e fuga. Se lasci un buon ricordo e poi sparisci, non faranno altro che desiderarti ancora<ammicca, sorridente e malizioso. Quando Speranza conclude il canto, cui ha comunque prestato orecchio, sorride un poco e caraffa sempre alla mano>Non sei male, ragazzina. Per essere una mezza te la cavi bene a cantare<aggiunge, quindi>magari un giorno ti scriverò qualche mia storia, chissà che non ci fai dei bei ricami stilistici<ammicca, ridacchiandosela>

19:17 Sigrun [Bancone>uscita]: < Sembra osservarsi adesso, e mettersi apposto il leggero mantello che cela un po' la sua figura. E poi indietreggia di un passo, rispetto al bancone dal quale si è staccata poc'anzi. L'umano se ne va, e, dopo poco tempo, cessa il canto della mezzelfa, lasciando al suo posto un po' di silenzio rotto solo dalle chiacchere di chi beve o pasteggia ai tavoli. Sigrun dal canto suo non dona alla ragazza alcuna espressione, nè di compiacimento nè del contrario, si limita ad un cenno del capo. Non le lascia nulla, anche perchè non ha molto da lasciarle, se non poche parole> suonate bene <parole accompagnate dallo sguardo che le va a rivolgere adesso> i canti d'amore, Speranza e malinconia <dice ancora alla mezzelfa, ma, mentre parla lentamente volge lo sguardo a Athradir, lievemente perplessa> immagino che non siano argomento per voi <una lieve risata, appena accennata> anche io vengo dal mare, non mi insegnerete nulla che io non sappia, il mare è disegnato sul mio corpo <si sfiora il viso, tatuato con inchiostro azzurro, e poi scopre una spalla, mostrando che gli stessi disegni si perdono nel corpetto di cuoio che cela il seno> e quanto fate non è diverso di quello che fanno i marinai la cui barca non ha ancora <una risatina a denti stretti> devo lasciarvi <torna a rivolgersi ad entrambi> sono richiesta altrove <un cenno del capo rivolto a entrambi e nuovamente due dita sfiorano la propria fronte, dirette verso i due interlocutori, prima che giri i tacchi consumati degli stivali che indossi e levi le tende, o alzi le vele se vogliamo, lasciando la locanda>

19:24 Speranza: <Inspira a fondo, a riprendere fiato, il capo chino, le ciocche che le cela le guance che si infiammano al complimento del elfo, e rialzando gli occhi dal taglio felino risponde> Le vostre storie, messere? Prima temo dovrò scrivere quelle di mio padre, Cosimo Baldassarre, capitano della Alidivento <omette sul fatto che il defunto padre, come i fratellastri maggiori sono pirati, deglutisce a vuoto alle parole della donna umana> Vi ringrazio <dice tornata ormai alla propria tonalità roca e bassa e la guarda partire, mentre intasca la sacchetta di dobloni donata dal uomo pochi momenti prima, salutando con un cenno del capo la donna, prima di restare in compagnia solo del elfo>

19:28 Athradir [Bancone]: <Ascolta Sigrun e replica semplicemente>Non è col mare disegnato sul corpo che gli si appartiene<chiosa, serio, quasi offeso dalle risposte dell'umana>E nessuna barca ha ancora. Solo quella dei codardi e degli uomini privi di uno scopo, ai quali piace avere il culo caldo e i vestiti asciutti<e chiosa, senza darle più di un'ultima occhiata né un saluto. Solo mormora>Donne<e scuote il capo, guardando Speranza>Appena prendono un poco di libertà credono di aver vissuto meglio degli altri<scuote il capo, andando a scolarsi il resto della caraffa>E' durata anche troppo<commenta, da solo>Alidivento? Mai sentita<scuote il capo, e nel volto si può leggere il suo umore, cambiato come cambia il vento>Un giorno ne sentirai sicuramente di più interessanti. Sentirai avventure di una ciurma e del suo Capitano, un essere talmente crudele che persino i kraken lo temevano. Un Cane Sciolto.<e si guarda Speranza, a fondo>E fidati, ne ha fatte di cotte e di crude. Neanche puoi immaginartelo<e c'è un ghigno, quasi sadico, adesso sul suo volto>

19:48 Speranza: <Al commento del elfo, sulla dama umana Speranza ridacchia> Benvenuto nell'allegra compagnia <e sorride> Ogni cosa a suo tempo anche per le vostre storie... Ser...Rondine? <domanda dubbiosa prima di riporre nuovamente la lira e prima che egli possa aggiungere altro> In ogni caso, io sono Speranza...Speranza Baldassarre e dell'Alba... in teoria <arriccia la punta del naso> mia madre è Calliope, Lio dell'Alba <Minimo lei potrebbe essere nota al elfo, vista la lunga vita della madre data la propria razza, e detto questo, discende dallo sgabello, decisa ad uscire dal locale, a breve>

19:52 Athradir [Bancone]: <Quando Speranza si presenta sta per risponderle, ma l'aggiunta del resto lo fa bloccare e>Vuoi dirmi anche il resto della genealogia?<domanda, quindi>Si, Rondine e basta.<ammette, stirando la schiena come se fosse stanco di star seduto>E sappi anche questo, Speranza dell'Alba. Un giorno, ci sarà una nuova Aquila, un nuovo Cane Sciolto e nuove avventure. E l'Intero Creatario cadrà nella Paura e nel Sangue davanti alle mie lame<stavolta, è serio da far paura, c'è nei suoi occhi azzurri una striatura più scura, come se fosse un mare in tempesta. I capelli castani, sono contraddistinti da quell'unica, lunga ciocca blu. L'unica che si vede meglio delle altre striature visibili solo alla luce del sole>Tutta Creatario!<chiosa, battendo la mano sinistra sul bancone. Che sia il Rum o ci creda veramente, non è chiaro.>

20:00 Speranza: <Cercare vento quando non ce n'è, ma decisamente ci vorrebbe per fare una scena migliore a quella dichiarazione, la ragazza, portandosi la destra al viso, indice e pollice a sostenere il sottogola ammonisce> Se il sangue sarà troppo, ci saranno pochi ad aver piacere di udire cantare le tue storie, Rondine... ma.. un consiglio d'estetica, ho visto signori, sostituire i denti rotti con perle intagliate... quando ne avrai bisogno <Afferma tornando al suo incisivo> E comunque se ti vuoi rifare sulle pantere per quella rissa, il nano di prima li voleva a scorta, per le sue ricerche sulla spiaggia, magari la cosa ti torna utile <suggerisce mettendo lo zaino in spalla e girando i tacchi in direzione dell'uscita>

20:05 Athradir [Bancone]: <Ascolta le informazioni di Speranza. Sembra quasi interessato, e>Uhm. Credo che io e te potremmo avviare una buona società, ragazzina<dichiara, con un'espressione piuttosto intrigata>Tu mi recuperi le informazioni, io ti pago<propone>Un bel patto, non credi? Quindi il barbino cerca un tesoro sulla spiaggia.<pensa, non guardando Speranza, adesso. Solo dopo un attimo di silenzio, aggancia>Che ne dici di un terzo dei tesori? E' un'offerta generosa, sappilo<ammette, annuendo piano, mentre la osserva andarsene verso l'uscita>

20:14 Speranza [Interno-esterno]: <La mezza dal crine castano mogano si volta e mima di cucirsi le labbra e di seguirla al esterno, ci sono troppe orecchie per quei discorsi visto che è in mezzo alla sala, qual ora che quello avesse la cortesia di seguirla> E' il tesoro della nave fantasma, quindi non credo sia un gran tesoro, ma ti terrò informato <lo guarda da basso qualche istante, prima di muoversi verso l'area nord della città, al tempio>


20:19 Athradir Si alza. Lascia comunque un paio di bronzi ai Gemelli, mentre va a seguire Speranza. La ascolta, annuisce. E senza dir nulla la accompagna. Di certo, quel che si diranno non è comprensibile a nessuno, dato che parleranno con tono flebile e in modo ambiguo, comprensibile solo a loro.

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