Questo testo è copia di un altro mio post, scritto altrove, dove pochi possono leggere o vedere. Come tutto il resto del blog, solo storie vere e sincere.
Si cade, ci si rialza
ed ancora imperterriti continuiamo a lottare per quella che chiamiamo vita.
La vita... ho rischiato di crepare circa 11-12 anni fa per la motivazione più stupida ed insulsa del creato, un bagno nel acqua fredda, ghiacciata ne torrente, i primi di settembre.
E poi una stupida sfida, non sai nuotare benissimo, sei in un porco dio di torrente che si insinua tra le rocce, e che in alcuni punti è tanto profondo che proprio non ci tocchi, ed anche se ci toccassi, sentiresti gli spigoli taglienti dei sassi.
Enormi massi costeggiano il torrente, alcuni sono a strapiombo sul acqua, i ragazzi più grandi, quando l'acqua è decisamente più tiepida, diciamo verso luglio, metà agosto, se non piove a dirotto il giorno prima, usano quei massi come trampolino per tuffarsi, proprio lì dove l'acqua è più profonda.
L'acqua è gelida, ma tu (io a 14-15 anni) non molli la presa, vuoi nuotare, quell'anno il mare non lo hai proprio visto, ed andare in piscina...costa, e devi tenere la cuffia, o tieni i capelli corti, o difficilmente ti lasciano entrare in piscina senza cuffia, quella dannata cuffia da bagno che ti fa sentire come se ti soffocassero il cuoio cappelluto.
Sono i primi di settembre, fuori dall'acqua l'aria è ancora tiepida, ma dentro, si gela.
Sfido Laura, che entri in acqua come hai fatto tu e tuo fratello Nicola, che ora trema, abbastanza, avvolto nell'asciugamano a riva.
"Ci entro, solo se tu ti tuffi"
Tuffarsi vuol dire saltare dal masso a pochi metri dall'acqua...ma anche a davvero pochi metri dal masso gemello dall'altro lato della riva... insomma se non stai attento a prendere la mira, quel metro, forse un metro e mezzo di ampiezza, può equivalere a spaccarti la testa.
Amo arrampicarmi, ma guardare in basso e tuffarmi, proprio no, ma voglio che la mia amica si unisca al divertimento, che non ci guardi da lontano e basta.
Non era ancora come ora, niente tatuaggi, niente piercing, forse aveva solo il secondo buco alle orecchie ma non ne sono sicura.
La memoria in certe cose mi fotte, ma quello che successe dopo...lo ricordo chiaramente anche dopo più di dieci anni di distanza, più di dieci anni che non torno in quel luogo.
O meglio che non torno in quel preciso punto.
Quasi la natura fosse lì ad attendere il dazio del miracolo che mi ha fatto...
Controvoglia, mi arrampico e muovo sulla parete a strapiombo che conduce al trampolino minerale.
Non ci si riesce a passare in due, ci si mette in fila, e nessuno può raggiungerti se vuoi tornare indietro e tu non ce la fai.
Malgrado il costume intero, già fuori dall'acqua iniziano a tremarti i denti, c'è freddo, cerchi di asciugarti in fretta e raggiungere quel punto.
Ogni promessa è debito.
E tutti sanno quanto io ci tengo a mantenere alle promesse.
Non ricordo se avevo con me l'asciugamano arrivata al apice di quel "trampolino" di pietra, giusto lo spazio per posarci i piedi, nulla di più.
Non so tuffarmi, rischio la spanciata, ma ogni promessa è debito... inizio a sentirmi male, il freddo è sempre più intenso, sento la nausea e vomito la magra merenda da lassù, più di una volta ci ho pensato ai poveri bagnanti che decine di metri più in là bagnavano i piedi nell'acqua gelida del torrente, mista al mio vomito, ma è stato qualcosa che non ero riuscita a trattenere.
Aderisco alla pietra con il corpo, sto male, mi gira la testa, e non riesco a muovermi, mi sento come paralizzata, ho pochi dettagli di ciò che accadeva intorno a me, Laura e Nicola spaventati, in quel punto il cellulare non prendeva, non si poteva chiamare aiuto, io ho troppo freddo, sento tutto il corpo tremare visibilmente, vicino alla parete, Laura cerca di avvolgermi con l'asciugamano ma è...umido, bagnato, non mi riscalda affatto.
Non so quanto tempo sia passato, ma alla mia miopia...si aggiunge anche un fatto che mi spaventa da matti, perdo la vista, ho gli occhi aperti, è pomeriggio, ancora il sole veniva a fare capolino tra le fronde degli arbusti poco sopra la parete di roccia, eppure io vedo nero, tutto fottutamente nero, e mi spavento sempre di più, mentre il gelo, il freddo, la nausea, diventa mal di testa, anche senza vedere sento che il mondo gira.
Cazzo, sto per svenire, mi sono trovata in altre situazioni in cui stavo per svenire, tipo quando mi sono tirata il cancellino di casa in ferro battuto sul pollice, porco dio ragazzi, medicare un unghia schiacciata è dolorosissimo, ma anche frenare il sangue, l'acqua fredda, è come spini lungo il piede, ma le altre volte che ero vicina a svenire, ero a casa, potevo crollare su una sedia, non ero sola.
Insomma i sintomi li conosco, ma sono paralizzata dal freddo. Se perdo pure i sensi, cado giù in acqua e le possibilità sono due:
1 non prendendo bene la mira rischio di spaccarmi la testa contro un masso
2 centro lo spazio del tuffo, ma paralizzata, là dove non tocco, annego sicuro.
Non sono mai stata particolarmente credente e di fatto non credo in particolari divinità.
Ma in quel momento in preda a lacrime, il mio mantra era "non voglio morire", mentre mio fratello si allontanava a trovare campo per il cellulare per chiamare papà e Laura in pieno panico, che non sapeva cosa fare.
Poi a tutto un tratto, quando ho iniziato a sentire quella sensazione di sonno che arriva quando stai gelando, ho visto sopra di me, dal alto, dove sopra di me c'erano solo arbusti.
Delle stille di luce, delle palline di luce, tipo lucciole, piccoli soli, piccole stelle nel buio dei miei occhi spalancati, che hanno iniziato a venire verso di me, ed improvvisamente il mio corpo a riacquistato calore, ho iniziato a sentire calore che mi ha letteralmente risvegliata dal mio torpore, sciogliendo la paralisi, e la mia vista fino a pochi minuti totalmente nera, ha iniziato a farmi vedere in bianco e nero, anzi in varie tonalità di grigi, delineando gli oggetti intorno a me.
E ritrovata la forza di muovermi, sono tornata a riva con Laura mentre arrivava Nicola con papà e la coperta termica.
Papà ci ha imposto ovviamente di tornare a casa, e a detta sua di volontario del valtrompia soccorso (un cugino della croce rossa diciamo) ha detto che avevo avuto una "idrocuzione"
Ma se guardo la descrizione...del significato
Dal Dizionario della Salute del Corriere esce questo:
(o idrocussione), sincope che insorge improvvisamente durante un bagno in acqua fredda, caratterizzata da perdita di coscienza con arresto riflesso della respirazione (l’incidente viene comunemente chiamato congestione).
L’i. si distingue dall’annegamento che è dovuto a penetrazione di acqua nelle vie respiratorie.
Generalmente si manifesta non appena si entra in acqua, ma talvolta può verificarsi anche durante il bagno (questa evenienza è frequente nei subacquei che scendono in profondità trovando temperature sensibilmente basse), o addirittura quando si è usciti dall’acqua (i. ritardata).
L’i. presenta diverse forme cliniche: a volte l’individuo viene colpito dal malore in modo brusco e cala improvvisamente a fondo altre volte l’incidente è preceduto da segni premonitori, quali malessere, vertigini, crampi, ronzii alle orecchie.
Di per se stessa l’i. causa di rado la morte perché la sincope è reversibile tuttavia, poiché la ripresa respiratoria si verifica quando l’individuo è ancora in acqua, sopravviene quasi sempre la morte per annegamento.
Sul meccanismo d’insorgenza dell’i. sono state formulate alcune ipotesi.
Secondo la più seguita, la bassa temperatura dell’acqua indurrebbe fenomeni di vasocostrizione che provocherebbero turbe dei centri nervosi diencefalici e inibizione dei centri respiratori altri fattori responsabili potrebbero essere: lunga esposizione al sole, abbondante sudorazione, digestione in corso.
Un’altra ipotesi, basandosi sul fatto che alcuni soggetti colpiti da i. presentano reazioni cutanee, sostiene che all’origine dell’incidente ci sarebbe uno shock allergico.
Al paziente deve essere subito praticata la respirazione artificiale e, se le condizioni lo richiedono, il massaggio cardiaco.
Se fosse così... c'è qualquadra che non cosa, perchè problemi di respirazione non ne ho avuti, che io ricordi..
Ok altri significati la dettano come morte da annegamento... 😓 va beh..
Andiamo avanti
Quella volta, arrivata a casa, ci fu una bella strigliata da mamma, una doccia bollente e poi in camera in punizione, a letto, ma nei giorni successivi, ripresi a scrivere.
Le mie canzoni o filastrocche se vogliamo così definirle, io quella che ricordo è Basta!, ma credo dovrei ricercare le pagine nelle mie scatole di creazioni e sinceramente è mezzanotte e non ne ho proprio voglia.
Ma da quel esperienza, sono due le cose che più mi fanno paura, essere abbandonata ed ovviamente la morte.
Credo che quell'esperienza, quelle luci, in qualche modo sia stato un dono della natura, di trovare la forza per continuare a vivere, per ricordarmi quanto cazzo è importante la vita.
E forse è stato quello a formare sia la mia natura abbastanza ottimistica ed al contempo...le mie paranoie.
Amare la vita come non mai, si, anche se la società ci ostacola in ogni fottutissimo modo.
Agevolazioni solo per pochi, un percorso...difficile qualsiasi sia il nostro passato o presente, insulsa convinzione di avere visto tutto, eppure a certe storie, capire che sappiamo niente.
Siamo sempre bambini davanti alle sfaccettature del mondo...
L'erba voglio non esiste nemmeno nel giardino del re, ci dicevano da bambini.
Già...non siamo ne re, ne regine, solo ragazzi... estremamente frustrati da un sistema che ci sta stretto...
Nessun commento:
Posta un commento
Dimmi la tua impressione